A volte degli strani pensieri attraversano la mente di un consulente in disinfestazioni. Sto sfogliando un vecchio libro del 1958 intitolato “La civiltà degli insetti e la religione dei giganti” il cui autore Denis Saurat, letterato e filosofo divenuto entomologo, indaga le influenze che gli insetti sociali hanno avuto sul comportamento dei primi uomini e sulle generazioni che seguirono.L’argomento è trattato in modo originale, ma la lettura piuttosto impegnativa per cui chiudo il libro e mi ritrovo a pensare: “Quante tèrmiti in questo momento stanno cibandosi di qualche opera d’arte lignea?” e mi chiedo anche: “Attraverso quale mezzo di trasporto una sparuta compagine di tèrmiti si sta spostando da un luogo ad un altro? E al termine di quel viaggio probabilmente non voluto, quante probabilità ci saranno di sopravvivere?” e subito dopo: “Quanto tempo ci vorrà prima che l’infestazione sarà scoperta?” Tanto per inquadrare il problema dobbiamo sapere che in Italiasono presenti due specie laKalotermes flavicollislaReticulitermes lucifugus (vedi schede bio-etologiche EcoPlan) a cui bisogna aggiungere laCryptotermes brevis, originaria della zona Indio-asiatica localizzata solo in alcune in città italiane del centro-sud. Per avere un’idea della loro diffusione si riporta una tabella ricavata da un comunicato della società Anticimex (azienda internazionale di servizi fondata nel 1934 e attiva in Italia dal 2013 ove conta circa 300 dipendenti con 17.000 clienti e un fatturato di 25 milioni di euro). E aggiungerei per esperienza diretta alcune abitazioni di Genova e parecchie strutture di pregio di Firenze. Una cosa è certa la conquista di nuovi areali da parte di questi insetti va ben oltre i dati riportati e a dimostrazione di quanto la fase di insediamento sfugga al nostro controllo può essere utile analizzare quanto è avvenuto a Bagnacavallo. Il professore Campedelli (dell’Istituto di entomologia Guido Grandi di Bologna) segnala nel 1987 la sospetta presenza di Reticulitermes lucifugus in alcune abitazioni del centro storico di Bagnacavallo. Nel 1988 conferma la sua diagnosi e ribadisce che la dimensione dell’insediamento dimostra che l’inizio dell’infestazione risalisse come minimo a quattro anni prima. L’autore nel tentativo di risalire all’origine della colonizzazione scopre che le zone maggiormente colpite sono in via Oberdan e in via Garzoni, e in queste vie già all’inizio del ‘900 esistevano due botteghe: una di falegnameria e una di ebanisteria. Pe cui, cito testualmente: “Nasce l’ipotesi che questi artigiani abbiano potuto utilizzare legname infestato per la costruzione di case (travi, porte, ecc.) che con il passare del tempo l’infestazione si sia estesa fino ad assumere le proporzioni attuali”. Rimarco che la pubblicazione è del 1988. Se l’ipotesi del professore risultasse vera si potrebbe affermare che le tèrmiti di Bagnacavallo siano vissute quasi indisturbate per parecchi decenni. E quando erano viste venivano scambiate per “formiche bianche”. In estrema sintesi ricordo che la diffusione delle società degli Isotteri può avvenire persciamatura, perpropaggineo persociotomìa. La sciamatura è la modalità più diffusa. Le forme alati abbandonano il nido dove sono cresciute di una o più volte l’anno in periodi brevi nel qual caso il numero è imponente o a piccoli gruppi e in questo caso la sciamatura dura diversi mesi. La propaggine che sembra tipica del genere Reticulitermes consiste nel trasporto più o meno accidentale di neanidi che vanno a costituire “coloniole” in cui si formano dei riproduttori di complemento. La sociotomia si realizza quando una frazione importante della popolazione di un termitaio fuoriesce dal nido e dopo un trasferimento pedibus calcantibus che può durare per parecchie ore e fonda un nuovo insediamento. A parte quanto riportato esiste sicuramente una diffusione per trasporto di legname infestato o per migrazioni causate da situazioni avverse. Ricordo che trascorsi alcuni anni da un’alluvione del fiume Arno in quel di Firenze furono segnalate parecchi nuovi insediamenti di tèrmiti. A conclusione di questa breve nota mi sembra pertinente fare alcune citazioni. La prima di Paola Gianderico che così esordisce nel comunicato stampa citato: “L’arte è immortale e sfugge al tempo, ma non alle termiti che la “amano” a tal punto da “divorarla”. Statue, altari, dipinti, libri e collezioni museali, ma anche tetti, pareti, pavimenti e fondamenta di edifici; sono davvero numerosi i capolavori del patrimonio artistico italiano a rischio invasione”. La seconda è di Dino Gramellini (memoria storica del mondo della disinfestazione e direttore tecnico di Anticimex: “Il fenomeno delle termitie la loro portata distruttivasono ancora poco conosciuti o, se vogliamo, troppo sottovalutati in rapporto ai monumenti di interesse storico e artistico che questi insetti sono soliti attaccare. In Italia abbiamo cinque specie di termiti che negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa anche al nord, estendendo un problema che fino a qualche tempo fa riguardava, per motivi climatici, principalmente la parte meridionale della nostra Penisola”. (Nell’articolo sono riportate tre specie, le altre due mi riservo di indagarle in un prossimo articolo NdA). Vista la capacità delle tèrmiti di sottrarsi alla nostra vista appare evidente l’importanza di sapere effettuare ispezioni e monitoraggi adeguati. Da qui il consiglio di Elisabetta Chiappini (Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza): “monitorare frequentemente i luoghi potenzialmente critici per notare quel qualcosa di diverso che può far pensare appunto a un attacco termitico. Per questo motivo risulta di fondamentale importanza la formazione del personale che quotidianamente è a contatto con questi luoghi. Saper riconoscere subito i segnali della presenza di questi insetti può fare sicuramente la differenza in positivo”. Risorse tecniche (*) Uno dei sistemi più efficaci per il controllo e l’eliminazione delle colonie di termiti sotterranee e costituito dal sistema SENTRI Tech. Per maggiori informazioni è possibile far riferimento a: http://www.copyr.eu TERMIDOR: formulato a base di fipronil da utilizzare nel terreno e nei muri. Introduzione nel 2000, prodotto per professionisti della gestione dei parassiti, Termidor America è stato utilizzato in oltre 4 milioni di strutture trattate. Per informazioni www.colkim.it http://pestcontrol.basf.us/products/termidor-termite.html SEE-TERMO03: Per individuare il movimento, l’accelerazione, la temperatura e l’umidità di corpi posti all’interno di una struttura lignea o di una parete in generale occorre utilizzare Thermatrac. Per informazioni: www.osdgroup.it oppure direttamente luigi@osdgroup.it (*): le indicazioni lungi dall’essere esaustive vogliono solo rimarcare alcune risorse utili per la lotta e il monitoraggio delle tèrmiti, si suggerisce pertanto di rivolgersi per i necessari approfondimenti ai servizi tecnici dei propri fornitori e/o agli esperti del settore Scheda bio-etologica Kalotermes flavicollis NOME SCIENTIFICO: Kalotermes (= Calotermes) flavicollis NOME ITALIANO: Termite dal collo giallo NOME INGLESE: Drywood and subterranean termite (generico) NOME SPAGNOLO: Hormiga blanca cuelliamarillo - Termita de cuello amarillo INQUADRAMENTO SISTEMATICO Phylum: Arthropoda Classe: Insecta Ordine: Isoptera Famiglia: Kalotermitidae (= Calotermitidae) Specie: Kalotermes (= Calotermes) flavicollis DIMENSIONI Alato: 10 - 12 mm Soldato: 5 - 8 mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE L’alato è nerastro con pronoto giallo castano. Il soldato è da grigio a biancastro con capo enorme, grande quasi quanto il corpo. La specie è diffusa nell’Italia meridionale e in tutte le zone costiere, fino alla Liguria e all’Istria. HABITAT Vive in società di pochi individui (1000 - 2000) prive di operai. Le colonie vengono fondate nel tronco e nei rami di piante generalmente deperite (olmi, platani, querce, robinie, bagolari, fico, olivo e vite). Si possono avere colonie interrate alla base di pali telefonici. Può attaccare anche il legno in opera, in tal caso il nido si trova nel legno stesso, fuori dal terreno. Sono insetti lucifughi e non operano mai all’esterno. La loro presenza può essere rivelata dalle spoglie di qualche alato sul davanzale delle finestre. ABITUDINI ALIMENTARI Attacca il legname anche asciutto e, occasionalmente, la carta. CICLO BIOLOGICO Uovo > neanide > ninfa (solo per gli alati) > adulto Sciamatura: da luglio a ottobre N° generazioni/anno: ciclo continuo DANNI Infesta magazzini e depositi di legname, strutture lignee delle abitazioni (p. es. stipiti di porte e finestre, battiscopa), mobili purché adiacenti ai muri, archivi, biblioteche ecc., polverizzando il substrato attaccato. Produce feci (cacherelli) di forma prismatica e sezione esagonale. Scheda bio-etologica Reticulitermes lucifugus NOME SCIENTIFICO: Reticulitermes lucifugus NOME ITALIANO: Termite lucifuga o nera NOME INGLESE: Mediterranean termite - European subterranean termite NOME SPAGNOLO: Termita lucifuga INQUADRAMENTO SISTEMATICO Phylum: Arthropoda Classe: Insecta Ordine: Isoptera Famiglia: Rhinotermitidae Specie: Reticulitermes lucifugus DIMENSIONI Operaio: 4 - 5 mm Soldato: 4 - 5 mm Reale alato: 9 - 12 mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE L’alato è nerastro. Il soldato è giallo grigiastro con testa enorme, grande quasi quanto il corpo: si distingue da K. flavicollis per il labbro superiore allungato ed il pronoto a forma di trapezio rovesciato. L’operaio, dello stesso colore del soldato ha il capo rotondo e più piccolo. La specie è diffusa in tutta Italia, particolarmente nelle zone meno fredde. HABITAT Vive in società di migliaia di individui, nel legno morto e nel terreno. Poiché rifugge la luce, procede all’esterno dei nidi costruendo camminamenti protetti (chiamati: cannelli o camini) con un impasto di terra e saliva. Infesta magazzini e depositi di legname, travature in legno di solai, infissi di vecchie abitazioni, biblioteche, musei, archivi, traversine ferroviarie, abitazioni moderne in legno (chalets). Può occasionalmente attaccare linee elettriche sotterranee, causando cortocircuiti. ABITUDINI ALIMENTARI Si nutre di legno morto, prediligendo strutture presentanti un elevato grado di umidità; occasionalmente può attaccare anche il legno vivo e la carta. CICLO BIOLOGICO Uovo > neanide > ninfa (solo per gli alati) > adulto Sciamatura: aprile-giugno e, in misura minore, tutto l’anno N° generazioni/anno: ciclo continuo DANNI Diretti a strutture lignee, manufatti artistici in legno e legnami in genere; può causare gravi danni ai volumi nelle vecchie biblioteche. Può essere causa di crolli o di corto-circuiti. Il danno è spesso difficile da identificare in quanto gli insetti consumano il legno dall’interno rispettando sempre la pellicola esterna.