Un restauro imprevisto

di Mauro ErricoA volte durante lo svolgimento dei lavori, possono nascere delle varianti d’opera e a volte, come nel caso descritto, sono proprio delle vere e proprie sorprese impreviste.Nel caso in questione, in origine il committente aveva richiesto la rimozione di una vecchia moquette per poter poi installare un nuovo pavimento in legno; il destino ha voluto che una volta asportata la moquette, sotto di essa si sia evidenziato un antico pavimento in legno a disegno geometrico.Dopo un primo periodo di sorpresa, il committente unitamente al proprio parchettista, ha deciso di tenere questo pavimento che, anche se datato, non sfigurava affatto nel complesso nel quale si era venuto a trovare.Sotto la moquette, un antico ed elegante parquetCome si può osservare in alcune fotografie, si trattava di un pavimento a tavole singole in Castagno, a loro volta sezionate a quartabuono al fine di formare un rombo geometrico che di fatto suddivideva la superficie in quattro ampi spicchi.Intorno, una fascia costituita da due singole tavole sempre del medesimo legno, con un bindello tutto perimetrale abilmente tagliato in maniera da seguire il disegno centrale; dalla tecnica utilizzata, possiamo datare il pavimento intorno alla fine del 1800/primi anni del 1900.Evidentemente chi aveva abitato prima dell’attuale committente, non aveva dato importanza a questa pavimentazione dai tratti geometrici, preferendo coprirla con la moquette, che negli anni ’70 /’80 era di gran moda.Una volta asportata la moquette, che per fortuna non era incollata con quegli adesivi terribili a base alcolica, ma posizionata in tensione come veniva fatto dai più abili posatori, la pavimentazione in legno si è chiaramente presentata con le proprie magagne.Alcune tavole rotte, altre proprio sfondate e rappezzate in qualche maniera, più che altro per fare da piano di calpestio, tantissima polvere e sporco; complessivamente però l’intera struttura lignea era più che decente e meritava di essere rigenerata. Probabilmente, anzi sicuramente, è stata proprio la moquette a conservare e proteggere la pavimentazione di legno e quindi è come se l’usura del tempo si fosse un po’ fermata, rallentando il degrado della materia legno.L’opera di ripristinoIl parchettista si è quindi messo all’opera per ripristinare questa vecchia pavimentazione, del resto al giorno d’oggi vi è un’ampia disponibilità di prodotti specifici per il settore dei pavimenti in legno, vecchie pavimentazioni incluse, con un po’ di abilità manuale unita a una propria esperienza lavorativa, conquistata sul campo, è possibile realizzare opere di recupero di pavimentazioni lignee che fino a pochi anni fa era impensabile farlo.Il parchettista ha per prima cosa condotto una intera revisione della superficie, per poi decidere quali tavole dovevano essere prudentemente sostituite oltre chiaramente a quelle già danneggiate; del resto il pavimento doveva tornare a svolgere la propria originaria funzione, ovvero da piano di calpestio elegante e funzionale.Ha quindi sostituito alcune tavole, chiaramente riproducendo il vecchio disegno e inserendole nel contesto, il tutto in maniera diciamo non proprio perfetta ma questo volutamente, dato che vi erano già alcune zone dove in tempi oramai andati, qualcuno aveva già cambiato dei pezzi di tavole. L’inserimento di questi pezzi era mirato più alla praticità che all’estetica, quindi sussistevano doghe non propriamente perfette ma comunque pratiche e ben consistenti, quindi si è volutamente cambiato le doghe tagliandole a mano e reinserendole lasciando piccoli spazi e un linearità non propriamente invisibile.Pulizia e ristrutturazioneDopo una prima pulizia e l’inserimento di alcune tavole, nell’interno del rombo che si andava a evidenziare, tutta la superficie è stata ripulita con delle apposite macchine con dischi e feltri di adeguata consistenza.Come sempre sotto il pavimento in legno vi era una struttura nello stesso materiale, caratterizzata da correnti in Abete sopra le quali erano state inchiodate le varie tavole sagomate.Alcune fessure molto più ampie, sono state richiuse ricorrendo alla sverzatura, questo significa che piccoli regoli del medesimo legno sono stati inseriti fra gli spazi che si sono formati tra tavola e tavola. Chiaramente quando le fessure sono piuttosto ampie, non è possibile ricorrere a stucchi o sostanze simili, sia perché nel restauro manuale si deve ridurre quanto più possibile il ricorso a prodotti di natura chimica sia perché, inserendo micro sezioni di legno si rafforza in maniera decisa la superficie.Alla luce, l’antico splendore del legnoFinita completamente l’opera di ristrutturazione della pavimentazione in legno, dopo una ulteriore pulizia con dischi a feltri specifici, si è proceduto a una fase di carteggiatura con varie grane e ricreato quella sorta di effetto spazzolatura che dona alla superficie un’immagine di vissuto.Anche alcune imperfezioni di accostamento delle vecchie tavole, sono state lasciate al proprio posto, per donare al pavimento quell’aspetto di antico risultato di una oramai andata manualità; infatti questi pavimenti venivano interamente creati a mano, fin dal taglio delle singole tavole con vecchie seghe a telaio.  La superficie lignea è stata gradualmente ripulita fino a portarla ad una grado di accettabile lisciatura, sia pure con una leggera spazzolatura che poneva in risalto la venatura molto accentuata delle tavole. Il trattamento protettivo poi è stato eseguito rispettando sia la natura del pavimento sia le esigenze del committente, il quale, innamoratosi del pavimento, non voleva ricoprirlo con uno strato plastificante di vernice che avrebbe sicuramente inficiato tutto il lavoro svolto. Quindi prodotti a bassissimo impatto ambientale, in particolare oleo cerosi, che hanno ridonato vita e nuovo splendore a tutta la superficie del pavimento emerso, inaspettatamente, da sotto una vecchia e ormai logora moquette.[masterslider id="8"]

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