La gestione del pest control in FICO: il più grande parco agroalimentare del mondo

Due ettari di campi e stalle con oltre duecento animali da far invidia a George Orwell, e che animali, i suini con la mitica Cinta Senese, bovini da latte e da carne dove puoi incontrare la Bruna Alpina come la Chianina, senza dimenticare la Frisona, per arrivare alle stalle di ovini e caprini, proseguendo questo suggestivo tour, veramente unico, incontrando quei due animali che per molti anni sono stati i nostri unici amici e mezzo di trasporto, il cavallo e l’asino…e quando pensi di aver finito inizi a sentire starnazzare e poco distante puoi imbatterti in oche, galline ovaiole e loro, i tenerissimi conigli.Per chi invece ama di più la botanica e le coltivazioni ha di che divertirsi con oltre duemila specie: dalle piante aromatiche agli ortaggi e legumi, passando per agrumeti, uliveti, vigneti e luppolo (da birra) sino alle cultivar ormai dimenticate e ai tartufi…si, i tartufi (ci sono anche loro con i cani che gli danno la punta).Ma tutto ciò che produce la nostra terra e i nostri animali dove lo possiamo trovare? Certamente nelle quaranta aziende alimentari di produzione, e trasformazione: quali salumerie, macellerie, pastifici, riserie, mulini, caseifici di formaggi freschi e stagionati, cantine, birrifici e subito dopo degustare negli oltre quaranta punti di somministrazione e degustazione. Potrebbe bastare questo per descrivere FICO(§) per far venire il “latte alle ginocchia” e palpitazioni neuro-cardiache a chi è stato chiamato a gestire l’Integrated Pest Management (IPM) nell’intera struttura, una vera sfida in tutta la filiera alimentare.Pest management o pest control?Ma cos’è realmente il Pest Management in questo caso e come si viene a discostare da un semplice concetto di Pest Control anche a fronte di un regolamento biocidi che, con nuove regolamentazioni, condiziona sempre più l’utilizzo di insetticidi e rodenticidi. Il concetto di Pest Management nel controllo della filiera Agroalimentare di FICO e dei suoi clienti è stato dapprima un approccio moderno agli infestanti, con uno studio specifico della loro biologia, considerando le singole specie in funzione dell’areale di possibile sviluppo (stalle, porcilaie, aziende di trasformazione di farinacei, aziende lattiero-casearie, ecc.), delle temperature medie sempre in costante aumento, ma soprattutto della possibilità d’intrusione di infestanti non considerati, studio che ha portato lo staff tecnico di Gico systems, a definire le possibili metodiche d’intervento, valutando al contempo il minor impatto possibile, sempre nel rispetto della normativa cogente.Piano di controlloContestualmente si è però valutata anche la disposizione delle diverse strutture presenti in FICO, i possibili accessi privilegiati d’infestanti presenti in stalle e allevamenti rispetto alle industrie di trasformazione e somministrazione al fine di redigere un piano che aumentasse proporzionalmente il livello di sicurezza e la prevenzione dei rischi di contaminazione degli alimenti, legando quindi a pieno titolo il concetto del pest proofing a quello della sicurezza alimentare.Fattore particolare è dato infatti dagli accessi nell’area interna del parco direttamente a ridosso delle stalle a stabulazione libera. Un rebus dovuto alla presenza di porte ad apertura automatica che potrebbero permettere l’ingresso di infestanti volanti nelle aree interne, problema che avrà il suo massimo sviluppo con l’innalzarsi delle temperature. Altro fattore a cui si è prestata particolare attenzione all’atto della progettazione del piano è stata la valutazione dei terreni agricoli e dei terrapieni, oasi privilegiate per possibile insediamento e nidificazione di specie diverse di muridi. Infine, ma non con attenzione secondaria, è stato fatto uno screening dettagliato di tutte le tubature afferenti alle aziende di trasformazione e somministrazione, per avere la certezza che l’ambiente interno risultasse opportunamente isolato dall’esterno, anche in quelle zone non visibili da terzi, ovvero le aree sopra i controsoffitti.Sulla base quindi dei dati raccolti, si è così sviluppato uno studio/progetto che è andato a identificare tutti i possibili infestanti presenti nell’areale, da quelli potenziali legati a un non corretto stoccaggio degli alimenti a quelli da sviluppo sicuro tipo le famigerate zanzare nei tombini di scarico, senza tralasciare una specie che non sempre viene considerata nell’I.P.M., ma che in questo caso ne entra a pieno carico come “infestante” quella dei colombi.Lo studio ha portato a realizzare quindi un sistema di controllo degli infestanti che, mediante un’attenta analisi strutturale, è andato a identificare dei punti di pericolo (Critical Control Points) di più probabile sviluppo e/o intrusione dell’infestante, necessari per poi identificare (mediante opportuno monitoraggio) una soglia di rischio.In particolare è stato suddiviso tutto il parco in aree a maggior e minor rischio, andando a identificare come a rischio maggiore le aree soggette a trasformazione alimentare (penso che nessuno di noi amerebbe mangiare una ricotta con all’interno uno psicodide) e le aree rifiuti (presenti in numerose zone e soggette a carichi di lavoro elevati in particolari periodi dell’anno), senza tralasciare le aree di carico e scarico con gli adiacenti magazzini, dove la movimentazione da un’area esterna ad un’area interna potrebbe portare all’intrusione d’infestanti.AttrezzatureIdentificati i punti critici per sviluppo e/o intrusioni di agenti infestanti si sono quindi studiate le attrezzature più idonee al controllo degli stessi, al fine di garantire la miglior copertura possibile con le migliori attrezzature disponibili. Se risulta infatti facile definire un punto dove mettere, per esempio, una lampada a luce UV, ben più complicato è stata la valutazione della tipologia di lampada in funzione dell’areale da proteggere, dei metri quadri di protezione della stessa, dell’IP in funzione della tipologia di ambiente da proteggere, degli accessi verso l’esterno, senza trascurare il fattore estetico, in quanto tutti i laboratori di trasformazione sono a vista e quindi si è dovuto valutare un impianto che sintetizzasse la necessità di protezione sia degli ambienti sia degli alimenti ma anche l’estetica del laboratorio. Un esempio interessante è stato selezionare l’IP delle varie lampade, infatti questa sigla nel Pest Control è un fattore che riveste una notevole importanza e uno studio accurato in funzione dell’ambiente che andiamo a proteggere, è fondamentale identificando il grado di protezione della lampada ed è costituito da due parti numeriche: la prima è data dalla difesa contro l’ingresso oggetti di solidi, mentre la seconda cifra identifica la protezione contro l’ingresso di liquidi. Andando a lavorare in diversi ambienti si è valutato quale tipologia di protezione dovessero avere le nostre lampade, con una considerazione di elevata protezione in un ambiente, tipo un caseificio, dove la possibilità di schizzi per l’uso dell’acqua è certamente più alta di un mulino dove i rischi possono essere dati maggiormente da particelle solide. Naturalmente tutte shatterproof, che altro non vuol dire che infrangibili. Anche per le altre postazioni di monitoraggio lo studio è stato maniacale, con ricerca di trappole di controllo per muridi e infestanti striscianti che garantissero un grado di protezione elevato con una grande discrezionalità, così come lo studio delle postazioni da utilizzarsi per il controllo degli infestanti delle derrate. Infatti, la variabilità di infestanti delle derrate che si possono trovare cambia in funzione delle stesse, dallo Stegobium paniceum e il Tribolium confusum per i preparati per impasti, alle Drosophila spp. per il vino, sino alle classiche Ephestia kuehniella e Plodia interpumctellata per sfarinati e biscotti.Insetticidi e controllo biologicoDopo aver valutato i punti di controllo e le attrezzature necessarie, lo staff tecnico ha iniziato a studiare le diverse tipologie di insetticidi da poter utilizzare per contenere in alcuni punti lo sviluppo d’infestanti o da impiegare in caso di azioni correttive. Per quanto concerne i prodotti per il contenimento degli infestanti, forse la cosa più semplice è stata quella di utilizzare dei batteri sporigeni a base di Bacillus thuringiensis varietà israeliensis e Bacillus sphaericusper per il contenimento dei culicidi in sistemi idraulici chiusi, sulla base del minimo impatto ambientale. Più complicato è il discorso che invece si è intrapreso per il controllo delle mosche negli allevamenti, posto anche che le stesse si trovano a poche decine di metri da laboratori di trasformazione e/o da ingressi diretti nel decumano di FICO. In questo caso la scelta, valutando sempre di utilizzare il minor numero di insetticidi possibili, è caduta su trappole a cattura massale, ma soprattutto sull’utilizzo di insetti utili al fine di garantire, come dovrebbe essere nelle nostre campagne, un controllo biologico degli infestanti mediante i loro naturali antagonisti. La selezione di questi insetti utili multispecie (Spalangia spp. e Muscidifurax spp.), del tutto innocui per l’uomo, gli animali e le piante hanno infatti la capacità di interrompere il ciclo biologico della mosca allo stadio pupale riducendo drasticamente il loro numero e saranno distribuiti nelle lettiere degli animali.Programma su misuraValutati tutti i punti di rischio, identificate le migliori attrezzatture per tipologia e sicurezza, si è iniziato quindi a installare tutte le postazioni nell’area di FICO con lo scopo di garantire all’interno di una filiera alimentare un controllo generale “dall’Allevamento alla tavola”. Di fatto si è applicato il sistema HACCP calandolo però in una splendida e complessa realtà agro-alimentare che, come detto in premessa, percorre tutta la filiera alimentare in una logica dal produttore al consumatore. L’aspetto tecnico-scientifico, pur articolato, richiedeva competenze ed esperienze di alto livello che peraltro erano disponibili al tavolo della progettazione, ma lo sforzo logistico-organizzativo ha richiesto alla nostra professionalità di percorrere strade nuove, dato che una realtà come FICO è unica nel suo genere. Per cui si è dato il via a un programma di perfezionamento basato su flussi di informazione in tempo reale e Corsi di Perfezionamento “su misura”. Stiamo realizzando un “abito” su misura che sia adeguato alle specifiche esigenze di tutte le figure professionali implicate. Basti pensare cosa significa adattare la struttura tecnico-operativa, di monitoraggio e di controllo al variare delle stagioni. Il gruppo di lavoro che comprende anche funzionari di alto livello della committenza ha coniato il motto: presto e bene.* Responsabile Operativo Divisione Pest Control GICO SYSTEM S.r.l.(§) FICO EATALY WORLD,www.eatalyworld.it

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