I dieci Selfie sono dieci istantanee per mettere in luce i primati della nostra competitività sui mercati mondiali, indicando i driver della qualità (ambiente, design, cultura) e osservando le performance eccellenti dei singoli settori del made in Italy (agroalimentare, legno arredo, meccanica, moda, ma anche settori di punta come il farmaceutico). È questa l’Italia che Symbola legge e racconta nei suoi lavori e distilla in questi selfie. Un Paese fatto di tante imprese, comunità, persone, associazioni, istituzioni accomunate dall’ambizione e dalla sfida della qualità. Che sposa tradizioni antiche e nuove tecnologie, ricerca, digitale e artigianato, che tiene insieme cultura, green economy, competitività. E’ l’Italia che fa l’Italia. Che guarda a un nuovo modello di economia più a misura d’uomo. Qualche dato: nell’agroalimentare siamo i primi al mondo per sostenibilità (emettiamo il minor numero di tonnellate di CO2 per milioni di euro prodotti, meglio di quanto facciano Spagna e Francia, la metà di Germania e Regno Unito) e anche la nostra produzione industriale è la più efficiente da un punto di vista energetico; siamo il quarto paese al mondo per export di macchinari industriali, dopo Germania, Cina e Giappone; siamo il secondo per quote di mercato nella moda, dopo la Cina (il 40% i cinesi, il 6,6% noi, poi l’India e la Germania). E ancora: siamo i primi tra i “grandi” della UE per crescita dell’export della farmaceutica. In poche parole: abbiamo una solida green economy e cresciamo in settori industriali d’avanguardia, la meccanica e la “meccatronica”, cardine di un sistema che sta affrontando bene le sfide digitali di “Industry4.0” e fa di noi, comunque, la seconda potenza manifatturiera della UE dopo la Germania. L’export segna ancora un record: 450 miliardi, quasi l’8% in più che nel 2016 e con tutte le premesse (rivitalizzazione del tessuto produttivo, investimenti, scelte di politica economica del governo per affrontare meglio i mercati internazionali) perché si cresca ancora pure nel 2018.SELFIE 1. Italia seconda al mondo per competitività dei settori produttiviSecondo il Trade Performance Index (indicatore dell’International Trade Centre dell’UNCTAD/WTO), il nostro Paese è secondo dopo la Germania, tra i principali attori del commercio internazionale. Siamo primi, secondi o terzi per la competitività nel commercio estero* in 8 macro settori su un totale di 14 considerati, secondo secondi solo alla Germania che è sul podio in 9 e seguiti dalla Cina (5). In particolare siamo primi al mondo per abbigliamento e prodotti in pelle e cuoio, secondi per la meccanica, i mezzi di trasporto e il tessile. Il ruolo di punta del nostro Paese nell’industria globale è confermato dal nostro essere quinti al mondo per bilancia manifatturiera con 99,1 mld $.* Misurata considerando 5 indicatori: saldo commerciale; export pro capite; esportazioni; livello di diversificazione dei mercati e dei prodotti.SELFIE 2. Italia leader in Europa per uso efficiente di risorse nei processi produttiviIl sistema produttivo italiano si conferma tra i più innovativi in campo ambientale grazie all’utilizzo più efficiente di energia e materia. A parità di prodotto le imprese made in Italy consumano meno energia: con 13,7 tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro prodotto, tra i Big5 Ue solo le imprese della Gran Bretagna (cha ha però un’economia più legata alla finanza) fanno meglio (8,3 TEP). Mentre siamo più efficienti di francesi (14,4 TEP), spagnoli (15 TEP) e tedeschi (17,1 TEP), facendo molto meglio della media comunitaria (16,6).Riguardo all’impiego di materia prima per unità di prodotto, la penisola si posiziona seconda ancora una volta dietro al Regno Unito (223,4 tonnellate per milione di euro di output), con un utilizzo di 256,3 tonnellate di materia per milione di euro, valore di gran lunga inferiore a quello di Francia (340), Spagna (356,7) e Germania (423,6). Il dato italiano è quasi dimezzato rispetto al 2008 (493,4).SELFIE 3. Sostenibilità, in Italia 3 milioni di green jobs, il 13,1% degli occupatiAlla green economy si devono in Italia già 2milioni 964mila green jobs (ultimo dato disponibile, anno 2016), ossia occupati che applicano competenze “verdi”: il 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale. Nel 2017 sono state previste quasi 320mila nuove assunzioni di green jobs. Nelle aree aziendali della progettazione e della ricerca e sviluppo è green quasi il 60% delle figure professionali: conferma del fatto che l’innovazione costituisce un tratto fondamentale della green economy.SELFIE 4. Il design dà forza al made in ItalyIl design rappresenta in Italia un settore strategico. Tra le grandi economie europee l’Italia è seconda, dietro il Regno Unito (0,17%), per incidenza del fatturato del design sul totale dell’economia: 0,15%, quasi il doppio della media dell’Unione europea (0,09%), molto più della Germania (0,06%) e di Francia e Spagna (0,05%). Inoltre l’Italia, con quasi 10.000 progetti, si conferma seconda potenza dell’Unione europea per numero di disegni registrati.Nel complesso, sulle 32 categorie aggregate del Registered Community Design (lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale), in 22 casi ci collochiamo tra i primi tre Paesi per numero assoluto. Saliamo sul podio in 4 casi come primi (cibo, articoli di ornamento, strumenti musicali, loghi), in 8 come secondi (tessile, articoli da viaggio, tessili artificiali, arredamento, articoli per la casa, impianti pubblicitari e insegne, impianti sanitari, di distribuzione, riscaldamento e condizionamento, apparecchi di illuminazione) e in 10 casi come terzi (articoli per la pulizia, pacchetti e contenitori, orologeria, mezzi di trasporto, macchinari, strumenti fotografici, cinematografici e ottici, stampa e macchine per ufficio, articoli per la caccia e la pesca, costruzione ed elementi per le costruzioni, macchine per la preparazione di cibi).SELFIE 5. Cultura, bellezza e creatività valgono il 16,7% del pilAlla filiera della cultura l’Italia deve 89,9 miliardi di €, il 6 % della ricchezza prodotta nel Paese nel 2016. Questi quasi 90 miliardi ne mettono in moto altri 160 nel resto dell’economia: 1,78 € per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva così a 250 mld prodotti dall’intera filiera culturale (il 16,7% del Pil), col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Cultura e creatività danno inoltre lavoro al 6,1% del totale degli occupati in Italia, 1,5 mln di persone.L’Italia si conferma la meta dell’eurozona preferita dai turisti extraeuropei. Nel 2016 è il primo paese per numero di pernottamenti di turisti extra europei, con oltre 60 milioni di notti, saldamente davanti a Spagna (46,5 milioni), Francia (36,6 milioni), e Germania (31,8 milioni). Un dato che riguarda in particolare i piccoli comuni, dove la percentuale di aumento dei turisti stranieri è quasi tre volte quella nazionale.SELFIE 6. Agroalimentare: primi in sostenibilitàL’agricoltura made in Italy è prima tra i grandi paesi europei per riduzione delle emissioni climalteranti: con 678 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto facciamo molto meglio di Spagna (912), Francia (1.060), Germania (1.355), Gran Bretagna (1.412) e della media Ue28 (1.073). Siamo efficienti anche nell’uso di energia, terzi tra i big Ue con 46 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto, dopo Gran Bretagna e Spagna. L’Italia è l’unico paese al mondo che può vantare 859 prodotti Doc, Dop, Igp e Stg, prima in questa speciale classifica del gusto e della tipicità davanti a Francia (756), Spagna (355), Grecia (272), Portogallo (197) e Germania (163). Siamo al vertice della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici: lo 0,5%, quota inferiore di quasi 3,2 volte rispetto alla media europea (1,6%) e di oltre 12 volte quella dei prodotti extracomunitari (5,7%). E non abbiamo rivali per numero di aziende che operano nel mondo biologico (72.154), il numero maggiore tra tutti gli altri big europei. Anche grazie a queste caratteristiche l’Italia (con 31,6 miliardi di €) è il secondo paese in Europa dopo la Francia (32,7 miliardi) per valore aggiunto del settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca.SELFIE 7. Farmaceutica: primi tra i grandi paesi europei per crescita dell’exportNel periodo 2010 - 2016, quindi durante la crisi, l’industria del farmaco in Italia ha visto una crescita dell’export del 52%, più della media dell’Ue a 28 (+32%) e più degli altri big europei (Germania +40%, Spagna e Gran Bretagna +17%, Francia +8%). Inoltre, con 30 miliardi di euro, l’Italia è il secondo paese europeo per produzione, dopo la Germania (31 mld) e davanti a Francia (21 mld), Regno Unito (20 mld) e Spagna (16 mld).SELFIE 8. Legno arredo: primi esportatori europei verso mercati extra-ueCon il 30% del totale esportato dall’Ue nel resto del mondo, l’Italia è la prima nazione esportatrice europea del settore legno arredo, seguita da Germania (20%), Polonia (8%), Svezia, Francia, Danimarca e Spagna (5%) e Regno Unito (4%). Grazie anche alle scelte ambientali delle imprese. Ad esempio siamo leader europei nell’impiego di legno riciclato nella produzione di pannelli truciolari, con una quota del 90% di materia da riciclo. Anche nella produzione a livello mondiale l’Italia è sul podio: siamo il terzo paese dopo Cina (115 mld ) e Usa (66 mld ) nella produzione di arredo con 21,2 mld €.SELFIE 9. Machinery: quarti al mondo per surplus commercialeCon 57,7 mld di $ di surplus, l’industria italiana del machinery si conferma nel gruppo di testa della graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale, preceduta dai competitor tedeschi (104,2 mld), cinesi (83,6 mld) e giapponesi (70 mld). Tra i prodotti più esportati le macchine per l’agricoltura e il tabacco, quelle per l’industria alimentare, quelle per lavorare legno, metalli, materie plastiche e minerali non metalliferi (pietre ornamentali e ceramica, ad esempio), macchine per imballaggi e giostre, apprezzate particolarmente per l’attenzione al minor consumo di energia a parità di prestazione.SELFIE 10. Moda: secondi al mondo per quote di mercatoNell’industria della moda l’Italia, grazie anche alle scelte ambientali delle imprese, ha reagito meglio degli altri Paesi Europei alla crisi degli anni recenti, rafforzando la sua posizione di leadership internazionale. Siamo infatti il secondo paese al mondo per quote di mercato (6,6%), dopo la Cina (40,4%) e davanti a India (4,7%), Germania (4,7%), Hong Kong (3,9%). L’Italia, inoltre, produce oggi oltre 1/3 di tutto il valore aggiunto del settore della moda nell’Ue28, il triplo della Germania, 4 volte quello di Francia e Spagna. Rispetto agli altri leader europei, inoltre, ha saputo mantenere in maggior misura la struttura della filiera produttiva. Tessitura e finissaggi ad esempio, snodi cruciali della filiera tessile, pesano ancora per 1/3 sul valore aggiunto della moda italiana, diversamente che in Francia, caso estremo in senso opposto, dove si sono ridotti al 15%.?Fonte: Fondazione Symbola, L’Italia in 10 selfie 2018.