"La soddisfazione delle aziende per questa edizione di Cibus è tangibile e prospettica perché conferma le enormi potenzialità, ancora inespresse, del made in Italy alimentare. I buyer di tutto il mondo non vedono l’ora di tornare a Parma per continuare a manutenere e rinnovare i propri assortimenti, mentre le nostre imprese sono impazienti di proporre loro nuove soluzioni per far mangiare sempre meglio i consumatori internazionali".Queste le parole di Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma, alla chiusura dell'edizione 2018 di Cibus che ha visto la partecipazione di 3.100 aziende alimentari che hanno presentato una grande quantità di prodotti nuovi (oltre 1.300) a circa 82mila visitatori e numerosi sono stati gli operatori stranieri che hanno chiuso molti accordi commerciali. Alla kermesse organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, con il sostegno di Ice e il contributo fattivo delle Regioni, era presente tutta la filiera, dal campo al supermercato, con gli stand delle associazioni rappresentative del mondo agricolo e tante insegne della Grande distribuzione, italiana ed estera.Ricerca, innovazione e tutela della qualitàDecine di convegni e workshop hanno preso in esame le tematiche legate al futuro del comparto agroalimentare. Tra questi, nella prima giornata, il “World food research and innovation forum”, organizzato da Aster-Regione Emilia Romagna, con un focus sulle tecniche di miglioramento genetico, il cosiddetto genome editing, una tecnica di intervento di precisione fortemente basata sulla conoscenza dei meccanismi biologici e molecolari e che garantisce quantità, qualità e sostenibilità delle coltivazioni agricole.Interesse per questa nuova tecnica, diversa da quella degli Ogm, è stato espresso sia da Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, che da Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, entrambi relatori al Forum. Scordamaglia ha presentato anche un approfondimento su contraffazione e Italian sounding: “Non possiamo dirci soddisfatti delle azioni di contrasto a questo fenomeno della contraffazione, che oggi costa al nostro paese circa 90 miliardi di euro. Questo fenomeno preoccupa ancor di più se andrà ad inserirsi in un contesto di dazi che potrebbero essere posti in essere dagli Usa, che da soli valgono 23 miliardi di euro di Italian sounding”.Il cibo del futuroIl cambio nello stile dei consumi degli italiani, sempre più orientati verso benessere e food safety, con voglia di sperimentare nuovi gusti e sapori è stato al centro del convegno di Iri, Information resourches Inc, “Le nuove frontiere del Food”, tenutosi nella seconda giornata di Cibus. L'alimentare è l'elemento trainante dei consumi nella Grande distribuzione: per ogni 100 euro spesi in prodotti confezionati di largo consumo in Gdo, oltre 68 sono destinati ad alimenti e bevande. Tra le macro categorie più richieste figurano: gelati e surgelati; freschi confezionati; drogherie e alimentari; bevande e ortofrutta confezionata.Il futuro del cibo passa anche dai cambiamenti nei comparti dell’allevamento e dell’agricoltura come è emerso in occasione dell'incontro di Future Food Institute: sempre più attenzione è infatti riservata agli allevamenti sostenibili (animal welfare e zootecnia di precisione), alle proteine vegetali, alle tecnologie idroponiche in agricoltura a Led e modulazioni di variabili come temperatura e umidità per portare i prodotti freschi in città grazie alla coltivazione verticale.Federalimentare ha organizzato anche un incontro sul tema degli sprechi alimentari che ha spiegato come nella legislazione europea sia stato inserito per la prima volta un pacchetto sull’economia circolare per contrastare lo spreco alimentare e incentivare la donazione delle eccedenze.I nuovi trendVincere i tabù per fare spazio sulle tavole a cibi nuovi e alternativi, dai novel food alle meduse, dalle alghe agli insetti (già consumati da più di due milioni di persone). Se n'è parlato al convegno “#Cibo2038. Come compreremo, come prepareremo, come mangeremo #Retailfastforward”, organizzato all'interno di Cibus da Mark Up e Gdoweek.La comunicazione dovrà tenere conto di queste evoluzioni, lavorando anche su packaging più smart (cioè facile da usare, ricaricabile e parlante). Del resto, green, tecnologia e nuovi valori sono tra i principali macro-trend del futuro.Agroalimentare, i mercati tra scelte e regolamentazioneL’eccesso di scelta provoca nei consumatori confusione, ansia e incertezza, di qui l’ipotesi di asciugare l’assortimento di categoria. Questa eventuale opportunità è stata presentata a Cibus nel corso del convegno organizzato dall’Università di Parma e Ipsos “In store marketing: la via sperimentale”. L’impatto dell’eccesso di scelta è stato misurato utilizzando una tecnologia (l’eye tracking) e un contesto (un supermercato sperimentale) mai utilizzati prima a questo scopo.Il giro d’affari dell’industria food&beverage vale oltre 130 miliardi di euro e coinvolge più di 465mila occupati nell’attività di 56mila imprese, generando il più elevato valore aggiunto tra tutti i settori del manifatturiero italiano, pari al 72% delle altre 3A (arredamento, abbigliamento, automotive). Questi dati sono stati presentati da The European House Ambrosetti nel corso di una tavola rotonda. La qualità elevata dei prodotti italiani li rende attrattivi in tutto il mondo, ma sarà importante attrarre capitali e talenti per competere sui mercati globali.Altra tematica dibattuta nella terza giornata di Cibus è la nuova regolamentazione americana che regola le importazioni di cibo dall’Italia, Fsma, Food safety modernization act, analizzata nel corso del convegno “Fsma: opportunità e sfide per l’industria alimentare”, organizzato da Tecnoalimenti. “Le aziende italiane virtuose - ha dichiarato Armando De Nigris, presidente del Consorzio tradizione italiana - non considerano l’Fsma come una sfida ed erano già pronte a questa legislazione, quindi ben vengano le restrizioni che impongono una selezione sulla qualità”.BiologicoNell'ultima giornata di Cibus, Confagricoltura ha presentato l’associazione per i progetti dell’agroindustria “Agronetwork”, costituita da diverse imprese alimentari, vari centri di ricerca, e Confagricoltura stessa. Una piattaforma per accelerare i processi innovativi e promuovere le eccellenze italiane all’estero. Intervenendo alla tavola rotonda sul tema della filiera del grano duro bio, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha affrontato il tema dell’incremento della disponibilità di grano duro biologico nazionale, in particolare attraverso la valorizzazione dei grani antichi.Di pomodoro bio si è occupato l’incontro organizzato da Oi Pomodoro da industria del Nord Italia, riferendo che la filiera del pomodoro ha aumentato i controlli, anche oltre quanto stabilito dalla normativa per la certificazione bio, al fine di garantire al consumatore un prodotto biologico salubre, sostenibile e di qualità.