Quello italiano, è un popolo che ama mangiare fuori casa. È questo ciò che possiamo dedurre, analizzando i dati presenti nell’ultimo rapporto ‘Ristorazione’ della Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi. L’indagine, attraverso i numeri resi noti, delinea un quadro preciso: sono 13 milioni gli italiani che consumano dai quattro ai cinque pasti ogni settimana al ristorante o al bar, quasi 10 milioni sono invece quelli che ne consumano tra i due o tre. Crescono, quindi, gli incassi della ristorazione, che ci guadagna 2 miliardi e mezzo, rispetto agli anni antecedenti alla crisi. Ad aumentare, è anche il numero di ristoranti che, non sempre e non tutti, si distinguono per qualità e igiene. Basti pensare che nel 2017, i N.A.S., - Nuclei Antisofisticazioni e Sanità -, tramite 15.000 controlli annuali in tutta Italia, hanno scoperto 2425 non conformità per una quantità di alimenti sequestrati all’interno di ristoranti, pizzerie e fast-food che ammonta a un valore complessivo di 630 milioni di euro.Nella sola Milano, sempre nel 2017, sono stati recuperati 2000 kg di generi alimentari scaduti o mal conservati nell’ambito dei ristoranti - come ha reso noto il comandate dei N.A.S. di Milano, Salvatore Pignatelli -. Inoltre, a seguito di verifiche nel settore delle carni, del pesce e delle farine, si è arrivati al sequestro (nel corso di un anno e nelle sole quattro province di competenza dei NAS di Milano) di 173 mila kg tra uova, olio, prodotti ittici e carne, per un valore complessivo di almeno 10 milioni di euro.E sempre a Milano, 36 persone sono state ricoverate in ospedale per intossicazione causata dal pesce crudo consumato durante una cena in un rinomato ristorante italiano.Nel mirino anche i ristoranti etnici, per i quali c’è la necessità di controlli sempre maggiori, in quanto, in molti di essi, si consumano pesce crudo abbattuto e kebab.“Da un lato - sono le parole del maggiore Salvatore Pignatelli - è aumentata l’offerta della ristorazione fusion, che mescola cucine e culture molto lontane; dall’altro, è cresciuta l’esigenza della clientela di provare nuove combinazioni. Questo porta al proliferare di ristoranti: alcuni sono ottimi, altri lasciano a desiderare”.Campanelli d’allarme di scarsa igiene e qualità, potrebbero essere i prezzi: se molto bassi, bisognerebbe ordinare solo i cibi cotti, evitando quindi pesce, carne e verdura crudi.Ma che cosa hanno trovato i N.A.S. nelle confezioni, tra i cibi, tra i fornelli e nelle dispense di diversi ristoranti? Niente meno che insetti, topi, scarafaggi e vermi…