Un pulito più sostenibile

Cleaning News

Prodotti rispettosi dell’ambiente, della salute dei lavoratori e non inquinanti. Un’indagine Gfk Eurisko svela l’interesse degli operatori per queste tematiche. Al di là di slogan e “propagande commerciali.”
La sostenibilità è un concetto ormai entrato nella cultura della maggioranza delle imprese e degli operatori professionali: solo il 20% decodifica il termine in modo scorretto.Ma è evidente che – a livello spontaneo – sostenibilità rimanda esclusivamente agli aspetti “ambientali”, mentre quelli sociali vengono consideranti marginalmente. Questo è solo uno dei dati emersi dalla ricerca condotta da Gfk Eurisko, per conto di Assocasa, su un campione di 106 fra imprese private e di pulizia, istituzioni ed enti pubblici intervistati sul tema dell’ecosostenbilità nel settore della pulizia professionale.

LA DOMANDA

Secondo lei, nei prossimi due-tre anni nella vostra azienda, come si evolverà l’acquisto di beni, prodotti e servizi sostenibili?
  • 31% aumenterà molto
  • 26% aumenterà poco
  • 31% resterà più o meno la stessa
  • 2% diminuirà poco
  • 2% diminuirà molto
  • 8% non sa
Aumenteranno gli acquisti L’indagine rivela l’attenzione crescente nei confronti della sostenibilità dei prodotti: il 67% degli intervistati ritiene che il rispetto ambientale sia un criterio di grande importanza nella scelta dei prodotti per la pulizia e il 69% dichiara che sarebbe disposto a pagare mediamente anche il 18% in più per prodotti sostenibili, ovvero realizzati garantendo il pieno rispetto delle persone e dell’ambiente. Scendendo sul piano pratico, secondo le dichiarazioni del campione, una consistente minoranza (pari al 40%) delle imprese, degli enti e delle istituzioni tiene già oggi conto degli aspetti legati alla sostenibilità nell’acquisto di beni, prodotti e servizi. Questa attenzione riguarda una molteciplità di prodotti: la carta riciclata, i prodotti di pulizia, i prodotti chimici in genere, le cartucce delle stampanti, eccetera, eccetera. Solo una ristretta minoranza (5%) dichiara di non tenere in alcun conto la sostenibilità nei propri acquisti. Il 57% del campione, inoltre, ritiene che – all’interno della propria azienda – l’attenzione alla sostenibilità negli acquisti è destinata a crescere nei prossimi anni. «La ricerca – spiega Paolo Anselmi, vice presidente di Gfk Eurisko – evidenzia come la maggior parte delle imprese private, delle istituzioni e degli enti pubblici abbia già oggi un alto livello di consapevolezza nei confronti della sostenibilità e sia convinta che questo tema continuerà a essere di grande rilievo anche in futuro: il 78% degli intervistati, infatti, ritiene che l’attenzione al tema della sostenibilità, da parte di tutti, sia destinata ad aumentare e il 57% pensa che nei prossimi due-tre anni aumenterà l’acquisto di prodotti sostenibili da parte della propria azienda».

METODOLOGIADELL'INDAGINE

Universo di riferimento Responsabili degli acquisti dei prodotti di pulizia nel settore istituzionale e industriale (I&I). Campione - 106 casi suddivisi tra:
  • imprese private (50% delle interviste);
  • imprese di pulizia (30% delle interviste);
  • istituzioni ed enti pubblici (20% delle interviste).
Tecnica di intervista Interviste telefoniche Cati (Computer assisted telephone interviewing). Periodo di rilevazione dal 18 al 27 maggio 2009. Speranza per la ripresa Il quadro che si delinea, a partire dai dati dell’indagine, mostra come il mercato della detergenza - operatori del settore e fruitori di prodotti e servizi - sia sempre più sensibile nei confronti della sostenibilità socio-ambientale che è già oggi, e lo diventerà ancora più in futuro, una leva d’acquisto e d’offerta sempre più importante. E potrebbe rivelarsi un elemento anche per la ripresa del comparto. Si tratta di un mercato dell’ordine di 500 milioni di euro, molto frazionato (metà è coperto da 1.000-1.500 piccole aziende, un terzo è coperto dalle sei grandi aziende del settore, il resto da aziende di medie dimensioni). Il settore, che dimostra una dinamica abbastanza vivace, ha risentito forse prima di quello domestico della crisi e da un paio di anni non cresce più. Inoltre, si tratta di un mercato caratterizzato da un’elevata concorrenza, con forte potere contrattuale dei clienti e basse barriere all’entrata per nuovi prodotti; ciò rende estremamente importante il fattore prezzo e non sempre è possibile valorizzare adeguatamente il fattore qualità. È in questo contesto che entra, speriamo sempre più con prepotenza, la nuova politica della sostenibilità. «Il mondo dei fornitori di prodotti I&I, detergenza professionale e industriale, è estremamente variegato, ma certo che, almeno per i fornitori più qualificati, l’argomento “sostenibilità” è diventato estremamente importante – spiega Aldo Sutter, componente del comitato di presidenza di Assocasa e presidente dell’omonimo gruppo aziendale Sutter –. In alcuni casi, se non si dimostra di tenere adeguatamente in considerazione l’impatto sulla salute e sull’ambiente, ciò può essere addirittura un criterio di esclusione. Agire in maniera responsabile è una dimostrazione della serietà e della “qualità” della propria azienda. Ritengo che gli utilizzatori, oltre chiaramente alla qualità del prodotto, debbano orientare la scelta dei propri fornitori verso quelli che considerano la sostenibilità un elemento portante della propria strategia aziendale. I clienti, in questo modo, avrebbero importanti garanzie sia in termini di sicurezza, sia in termini ambientali, con particolare attenzione all’intero ciclo di vita del prodotto. Questo approccio verso una scelta più consapevole, anche se nel breve periodo potrebbe sembrare più oneroso, porterà nel lungo periodo a indubbi vantaggi per il cliente».

PRIMA DI PREZZO E MARCA

E sul fronte dei criteri scelta dei prodotti per la pulizia, l’indagine ha evidenziato che l’ecologicità è uno dei criteri primari nella scelta dei prodotti per la pulizia insieme alla qualità/ efficacia e al servizio assistenza, decisamente più rilevante rispetto al prezzo, alla confezione e alla marca. Sebbene a livello spontaneo le associazioni delle domande fatte al campione riguardassero quasi esclusivamente gli aspetti ambientali, a livello guidato imprese e istituzioni hanno mostrato di condividere una concezione della sostenibilità comprensiva di molteplici dimensioni: l’assenza di sostanze nocive per chi utilizza il prodotto, la garanzia della salute e della sicurezza dei lavoratori, oltre che la riduzione dell’impatto dei processi di produzione e l’ecologicità delle confezioni. Una maggioranza di operatori (69%) si dichiara anche disposta a sopportare un aumento di prezzo (in media pari al 18%) in cambio di una garanzia certa di sostenibilità socio-ambientale. Scelte, che secondo Assocasa, porterebbero a indiscussi vantaggi per le aziende di riferimento. «Aderire a politiche di sostenibilità ambientale, come il programma “Charter per una Pulizia Sostenibile”, offre a tutte le aziende importanti vantaggi, a partire dalla razionalizzazione di tutte le attività svolte nel campo della sicurezza e della salute – continua Sutter –, ma alle aziende del mondo I&I offre anche il beneficio molto concreto di costituire un “biglietto da visita” che dimostra la serietà e la qualità dell’azienda agli occhi dei clienti, permettendo quindi di differenziarsi in un settore che sarebbe altrimenti eccessivamente dominato da considerazioni di prezzo».

COS’È IL CHARTER AISE

Il “Charter Aise per la Pulizia Sostenibile” è un programma volontario che ha l’obiettivo di promuovere il continuo miglioramento nell’ambito della sostenibilità per i settori industriali rappresentati Aise, l’associazione internazionale dei produttori di saponi, detergenti e prodotti per la manutenzione, che riunisce 37 associazioni nazionali in 42 Paesi con un totale di oltre 900 aziende di differenti dimensioni. L’insieme delle aziende aderenti al Charter produce 10,5 milioni di tonnellate di prodotti, pari al 75% della produzione totale dell’area Eu, più Islanda, Norvegia e Svizzera.

COMPONENTE COSTITUTIVA

Insomma, sempre secondo il presidente del Gruppo Sutter, già porsi il problema della “sostenibilità ambientale” sta a significare che l’azienda è nello stadio per cui, con un piccolo sforzo organizzativo, potrebbe riuscire a razionalizzare tutte le attività che già effettua nel campo della sostenibilità e a ricavarne un beneficio di immagine e visibilità che potrà avere un riscontro pratico negli approcci con i clienti. Alla fine, l’indagine ha evidenziato un quadro di sempre maggiore attenzione alla sostenibilità dei prodotti per la pulizia da parte di imprese e istituzioni. Un’attenzione destinata a crescere ulteriormente in futuro sotto la spinta della crescente sensibilità ai differenti aspetti della questione ambientale (l’inquinamento, l’esaurimento delle risorse, eccetera) che in diversi, e con diversi approcci, stanno già manifestando. La sostenibilità socio-ambientale si avvia dunque (speriamo!) a divenire una componente costitutiva della qualità dei prodotti per la pulizia, al pari della loro efficacia e della qualità del servizio e dell’assistenza forniti dalle case produttrici. Al di là di slogan e “propagande commerciali”.

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