Appalti pulizie: sindacati protestano per il ritardo dei pagamenti alla stazione di La Spezia

I sindacati Filt Cgil e Uiltrasporti sono tornati a protestare per il mancato pagamento dei lavoratori delle società Manital e Boni Spa, che si occupano della pulizia della stazione di La Spezia Centrale e dei treni regionali Trenitalia.“Con un avviso della società Boni Spa – scrivono le segreterie provinciali dei due sindacati in un comunicato congiunto – veniva annunciato ai lavoratori il ritardo dei pagamenti delle 14me mensilità; situazione ancora più grave per i lavoratori di Manital che, nonostante una comunicazione con un ritardo di corresponsione delle retribuzioni previsto per il 25 luglio, ad oggi non hanno ricevuto ancora lo stipendio”.I sindacati attribuiscono le inadempienze ai ribassi con cui Trenitalia e Centostazioni (confluita in RFI) hanno affidato gli appalti alle società in questione, e chiedono di conseguenza alle committenze di farsi carico degli stipendi dei lavoratori.La crisi del consorzio Manital – uno dei più grandi in Italia nel settore pulizie e multiservizi, con circa 10 mila addetti impiegati in appalti pubblici e privati – non riguarda soltanto la provincia di La Spezia, ma ha una rilevanza nazionale. Lo scorso 11 luglio hanno scioperato contro i ritardi nei pagamenti i lavoratori piemontesi, mentre la vertenza sembra ancora senza soluzione: secondo i sindacati sono state “parziali e insufficienti” le soluzioni avanzate al tavolo ministeriale dagli esponenti di Manitalidea e delle società consorziate, che si sono dette disponibili a pagare entro il 2 agosto gli stipendi arretrati agli addetti impiegati nelle scuole, e solo entro il 10 agosto ai lavoratori occupati negli altri appalti.L’azienda attribuisce soprattutto ai ritardi dei pagamenti da parte dei ministeri: lo scorso 30 luglio l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino, ha scritto al Ministro Di Maio per sollecitare il pagamento dell’insoluto, che ammonterebbe a oltre 17 milioni di euro, di cui 11 milioni solo a carico del MIUR.

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