Afidamp – l’associazione di rappresentanza delle diverse anime della pulizia professionale in Italia – esprime una netta contrarietà all’ipotesi di una “plastic tax”, ovvero una tassa sugli imballaggi in plastica, nella prossima Legge di Bilancio. Secondo il Presidente Giuseppe Riello “la plastic tax rischia di affossare la competitività di un settore di eccellenza come quello del cleaning professionale, che da anni ha già avviato un percorso verso soluzioni più sostenibili.”Riello fa riferimento ai dati Confindustria, secondo cui il 15% della plastica utilizzata in Italia proviene oggi da economia circolare, con un trend in continua crescita.Le nostre aziende produttrici inoltre sono già gravate del pagamento ai consorzi per il recupero e riciclo delle plastiche. Questa nuova tassa avrà sicuramente impatti negativi sia dal punto di vista produttivo sia dal punto di vista sociale, dato che i costi inevitabilmente ricadranno anche sui consumatori a valle. Siamo convinti che il problema della plastica sia da risolvere, ma questa non è la soluzione. Ci aspettiamo che il Governo fornisca alle aziende strumenti concreti volti ad agevolare la riconversione del tessuto produttivo con tempi ragionevoli che diano loro il tempo di adeguarsi.Anticipata nei giorni scorsi sui media, la Plastic Tax ha già suscitato la contrarietà di numerose associazioni di categoria, convinte che si tratti soltanto di un modo di “fare cassa” sulle spalle dei produttori. Secondo le stime del governo, la tassa dovrebbe garantire 800 milioni di gettito dal 2020, per poi salire a 1,4 miliardi a regime.