Diffusori profumati per i grandi alberghi

di Luca IloriniProfumare i grandi alberghi rappresenta da sempre un’importante opportunità di business e al tempo stesso una sfida affascinante per i players del settore alla ricerca di soluzioni che possano soddisfare le esigenze di clienti finali sempre più esigenti. All’interno di una struttura come un resort o un hotel sono numerose le stanze e gli ambienti da profumare, ciascuno con le proprie peculiarità, e per ognuno degli ambienti è necessario ricercare le soluzioni più adatte per profumarli donando sensazioni collegabili a concetti di igiene, detersione e benessere a seconda che si tratti di una cucina, una stanza da letto o la Spa dell’hotel: profumatori a bastoncino, lampes berger all’ultima moda, spray profumanti e candele con packaging e design accattivanti: profumare gli hotel rappresenta un mercato di grande interesse per molti players del settore pulizia, soprattutto in ambito industriale, dove la derivazione a questo ambito luxury e premium può rappresentare un’interessante opportunità di trickle down.NOTE PIÙ RICHIESTE: TREND E MODAAtmosfere rilassate, ambienti confortevoli e una totale sensazione di relax rientrano tra le caratteristiche più ricercate di una profumazione in un diffusore ambiente nel canale hotel: il principale trend del momento in questo settore che rappresenta l’unione delle caratteristiche sopraccitate è la tendenza hygge. Quest’ultimo è un sostantivo danese utilizzato per indicare un’atmosfera di relax e calma, una stanza di hotel arredata in modo confortevole e armonioso che permette di lasciare ansie e preoccupazioni fuori dalla porta: profumi ipnotici dove a dominare sono le note calde e carezzevoli dei legni bianchi abbinati alla delicatezza e al caring feeling tipico dei muschi bianchi: numerosi players del settore hanno già deciso di cavalcare con successo questo claim per ottenere profumazioni uniche, spesso abbinate a packaging premium, eleganti ed esclusivamente legati ai colori bianco e nero. Oltre alla tendenza proveniente dal nord Europa dominano le note fiorite in grado di regalare emozioni olfattive piacevoli ai clienti dell’albergo, lasciando da parte invece quelle note più aggressive e ‘nauseanti’ come possono essere spesso le profumazioni gourmand e quelle speziate con accenni agrumati, come nel caso dell’accordo arancio e cannella o pepe e bergamotto , note eleganti senza dubbio ma difficilmente compatibili con la necessità di riposarsi e rilassarsi in una struttura alberghiera.SPRAY PROFUMATI: IGIENE E CONTRASTO ALL’ODORE DI FUMOOltre ai diffusori ambiente un'altra importante categoria di prodotti è rappresentata dagli spray per ambienti che oltre al classico formato trigger hanno unito recentemente un formato più simile al classico flacone da eau de toilette, adatto anche a situazioni di viaggio. Molte grandi catene di hotel hanno deciso di abbinare alla profumazione nel trigger spray una o più molecole attive con azione igienizzante, unendo la componente edonistica del prodotto alla sua funzionalità e ottenendo ottimi risultati in termini di resa olfattiva, proprietà igienizzanti e satisfaction del cliente. La ricerca dell’igiene di una stanza, oltre all’azione vera e propria di molecole deputate a quella specifica azione, passa proprio dall’impressione che viene suscitata al consumatore: una stanza ben profumata, magari con note mentolate e leggermente balsamiche sarà più facilmente collegabile a un concetto di sterilità, igiene e benessere. Diversi grandi alberghi hanno spazi e camere destinate ai fumatori, soluzioni ben delineate e marcate in modo da evitare di causare problemi agli ospiti che odiano l’odore del fumo. Anche tra  coloro che sono assidui consumatori di nicotina non mancano le persone che vorrebbero poter usufruire di stanze senza che l’odore di fumo sia intriso nelle pareti o sulla moquette della stessa. A tal proposito, oltre a soluzioni legate a ricircoli d’aria e trappole di fumo, esistono diffusori ambiente a bastoncino realizzati con essenze in grado di contrastare il malodore del fumo di sigaretta sia chimicamente che fisicamente attraverso alcune materie prime che si utilizzano nel mondo dei profumi. Realizzando determinate profumazioni si possono combinare fra loro alcune sostanze che possono legarsi alle molecole responsabili del malodore del fumo in modo chimico portando alla formazione di prodotti di reazione inodori e questo genere di soluzioni sono in genere quelle offerte da essenze molto volatili, note per lo più di origine fruttata appartenenti alla classe chimica degli esteri, soprattutto acetati e butirrati. In questo caso è possibile abbinare il design e il luxury profile che il mondo della profumazione ambiente richiede con un claim di funzionalità spendibile soprattutto per quelle strutture che fanno della possibilità ricettiva per gli ospiti fumatori una vera a propria opportunità di business, offrendo soluzioni customizzate particolarmente vantaggiose.RESA E SAFETY PROFILEUno degli aspetti più interessanti per gli attori della profumazione ambiente è legato alla necessità di dover realizzare prodotti ad hoc per le esigenze delle diverse strutture alberghiere: profumazioni ricercate e la necessità di avere firme olfattive uniche si legano alle valutazioni tecniche del prodotto per massimizzare la resa della profumazione, con un’attenta valutazione dell’ambiente alberghiero dove la stessa verrà utilizzata, senza incorrere nella necessità di avere prodotti finiti con un’etichettatura troppo aggressiva come pittogrammi e simboli di rischio che potrebbe scoraggiare gli utilizzatori del prodotto. Profumare la hall di un albergo è diverso chiaramente dall’ottenere lo stesso scopo in un ambiente più ristretto, come ad esempio una camera di hotel, e per questo motivo è necessario valutare attentamente la concentrazione di profumazione da inserire nel prodotto finito per coloro che formulano in tale ambito dal momento che ragionevolmente la necessità di profumare un ambiente più ampio necessiterà accortezze particolari: la soluzione più ovvia potrebbe sembrare quella di aumentare la percentuale di essenza, mediamente presente tra il 20% e il 25% nel prodotto finito, ma tale approccio porterebbe a un articolo finito con un’etichettatura tutt’altro che mild, per esempio legata alla presenza di un pittogramma legato al simbolo di irritante per la pelle, situazione comune nei prodotti dove la percentuale di essenza oltrepassa certi valori limite. Pertanto si predilige lavorare sulla nota profumata,cercando di renderla più diffusiva lavorando sulle note di testa della stessa, oppure si utilizzano mix diversi di solventi profumati, oltre all’alcol vettore di elezione, in modo da ottenere miscele che possano combinare una discreta velocità di evaporazione a straordinarie proprietà diffusive nell’ambiente.I DIFFUSORI AMBIENTE ALCOL FREE: UNA NECESSITÀUna richiesta sempre più diffusa nel settore è quella legata alla possibilità di avere diffusori ambiente all’interno dei quali si impieghino altri tipi di solvente rispetto al classico alcol etilico, per esigenze legate alla salute dei consumatori e per un profilo safety decisamente più mild per quanto concerne pericolosità e infiammabilità degli stessi. L’alcol rappresenta da sempre il prodotto di elezione da utilizzare come vettore della profumazione nel mondo dei diffusori ambiente a bastoncino, grazie alle sue proprietà di essere inodore, inerte e compatibile con una larga varietà di packaging, unite alla sua ottima volatilità che permette al prodotto di avere a livello di un grande albergo il giusto compromesso tra diffusività e profilo di evaporazione della profumazione prima che la stessa vada incontro a processi di macerazione e invecchiamento troppo esasperati che possono essere alla base di processi ossidativi che danneggerebbero la qualità del prodotto. Nonostante questi pregi a causa della sua nota infiammabilità, non facilmente gestibile per quanto concerne il trasporto, lo stoccaggio e a volte anche l’etichettatura del prodotto finito, alcune linee di prodotti a bastoncino, i classici diffuser reeds per alcune catene di alberghi di grande nome hanno deciso di utilizzare solventi alternativi con profili molto più mild, per esempio il metilmetossibutanolo, conosciuto come MMB e spesso utilizzato anche per le sue note proprietà sgrassanti, oppure prodotti di natura alcolica ma con struttura metossi – propanolica. La sfida nella scelta da parte dei produttori in questo segmento è quella di saper abbinare alla profumazione il solvente ideale per esaltarne le caratteristiche olfattive, garantendo un’evaporazione il più possibile simile a quella dell’alcol sia in termini di velocità di evaporazione che di resa.

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