di Claudio MoltaniI dati continuano a crescere e lasciano ben sperare. Anche per il futuro. Parliamo del settore turistico, una delle “anime” dell’economia italiana che fanno registrare numeri di segno positivo, con flussi di turisti in aumento lungo tutta la Penisola, alimentati da persone in cerca di esperienze naturali, culturali, storiche, artistiche ed enogastronomiche. Solo per citarne alcune. Dove trovare tutto questo? Sicuramente in Italia! Quali sono, dunque, i numeri del settore del turismo? E cosa offre sul fronte occupazionale?Lo scenario economico di riferimento evidenzia un’economia mondiale ancora in espansione nel corso del 2018 (+3,6%) seppure a ritmi più contenuti rispetto al 2017 a causa del rallentamento registrato nella seconda metà dell’anno in Europa e nelle principali economie asiatiche. Le previsioni per l’anno in corso prefigurano una crescita globale moderata, pari al 3,3%, seguita da un recupero nel 2020 (+3,6%). All’interno di questo contesto internazionale l’Italia, che già nel 2017 era cresciuta meno della media europea, ha subito nel corso del 2018 una brusca frenata che ha determinato un incremento del Pil di appena lo 0,9%. Il contesto economico internazionale ancora favorevole e la forte domanda proveniente dai principali paesi d’origine hanno determinato performance positive del turismo mondiale nel 2018, consolidando gli ottimi risultati dell’anno precedente: gli arrivi internazionali nel mondo sono stati 1.403 milioni, con un incremento del 5,6%, il secondo più alto dal 2010.Stando ai primi dati a consuntivo dello scorso anno, anche in Italia è stata registrata una buona crescita dei flussi turistici in ingresso, seppure più contenuta rispetto a quella del 2017. Dinamiche analoghe hanno caratterizzato la domanda nel comparto alberghiero, dove è proseguito il processo di ristrutturazione e riqualificazione delle strutture. Nel corso del biennio appena trascorso, i flussi di clientela hanno registrato una forte accelerazione nel 2017 grazie alle ottime performance sia della componente domestica che di quella estera e sono cresciuti anche nel 2018, ancorché in maniera più moderata. Le buone performance del turismo internazionale nel biennio 2017-2018 hanno avuto delle ripercussioni favorevoli sulle entrate turistiche dell’Italia: alla robusta crescita registrata nel 2017 ha fatto seguito, nel 2018, un ulteriore incremento delle spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari al 6,5%. Il consistente aumento delle entrate, associato and una crescita modesta delle uscite, ha determinato un netto miglioramento del saldo della bilancia turistica. Al pari dell’intero sistema economico, l’economia delle imprese turistiche ha continuato a crescere nel 2018, seppure a ritmi più contenuti rispetto all’anno precedente: gli indici del fatturato dei servizi turistici sono aumentati mediamente del 2,1% (contro il 3,2% del 2017) e, con riferimento al comparto alberghiero, andamenti positivi si sono registrati, con poche eccezioni, sia sul fronte dei tassi di occupazione e delle tariffe sia, di conseguenza, su quello della redditività. Con riferimento al mercato del lavoro, i dati relativi al 2017 mettono in evidenza una crescita consistente dei livelli occupazionali generalizzata a livello territoriale e a tutti i comparti del turismo, ad eccezione degli stabilimenti termali. Le soddisfacenti performance del settore turistico nel corso del 2018, ancorché più contenute rispetto a quelle del 2017, hanno avuto ripercussioni favorevoli sulle previsioni occupazionali degli imprenditori del turismo che hanno continuato a manifestare maggiore ottimismo dei loro colleghi degli altri settori: la quota d’imprese turistiche che hanno programmato di effettuare assunzioni di personale dipendente è stata lo scorso anno del 77,7% contro il 75,4% del 2017 e contro il 59,6% rilevato nel complesso del sistema economico. Le aziende del settore hanno inoltre continuato ad investire nella riqualificazione dei propri dipendenti e ad accogliere presso le proprie strutture personale in tirocinio/stage, compresi gli alunni delle scuole e istituti dell’istruzione secondaria superiore inseriti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. L’esigenza di avere a disposizione capitale umano adeguatamente formato, fondamentale nei servizi, e ancor più nel turismo, trova risposta, in Italia, in un panorama dell’offerta formativa che si presenta ampio e diversificato. A conclusione dell’analisi, lo sguardo si è soffermato, come sempre, sul settore dei trasporti che, in linea con le dinamiche economiche generali, ha riportato risultati generalmente positivi nel corso del 2017: sono proseguite le ottime performance del settore aereo, i risultati del trasporto ferroviario sono stati positivi in termini di domanda di mobilità complessiva soddisfatta ed è tornato finalmente a crescere il numero di passeggeri imbarcati e sbarcati nei porti italiani dopo anni di calo ininterrotto. FLUSSI TURISTICIIl turismo mondiale ha registrato performance molto positive anche nel 2018, consolidando gli ottimi risultati dell’anno precedente: secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, gli arrivi internazionali nel mondo sono stati 1.403 milioni, con un incremento del 5,6%, il secondo più alto registrato dal 2010. Il primato della crescita spetta al Medio Oriente (+10,3%), e all’Africa (+7,3%). Buone anche le performance di Asia e Pacifico (+6,1%) e dell’Europa dove la crescita è stata più che apprezzabile (+5,7%). Più modeste le dinamiche del continente americano (+2,9%), penalizzato in questo caso dai risultati negativi dei Caraibi e dell’America Centrale. Le previsioni dell’OMT per l’anno in corso continuano ad essere positive, attestandosi tra il 3% e il 4%. All’interno di questo positivo quadro generale, i dati del turismo internazionale dell’Italia attualmente disponibili per il 2018 indicano ancora una crescita dei flussi turistici in ingresso, seppure più contenuta rispetto a quella registrata nel 2017. PRIMI 10 PAESI PER ARRIVI TURISTICIRispetto ai principali competitor internazionali, quella dell’Italia è stata una delle migliori performance, di oltre due punti percentuali più elevata di quella della Spagna (+8,6%) e di gran lunga superiore a quelle di Francia, Regno Unito e Germania, la cui crescita si è attestata intorno al +5%. Positivo si è rivelato anche l’andamento delle entrate della bilancia turistica: le spese dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese nel 2017 sono aumentate del 7,7% (se misurate in euro), una crescita che l’Italia non registrava da anni, pur se ancora inferiore a quella di un buon numero di paesi concorrenti. DOMANDA ALBERGHIERA NELL'UELa crescita degli arrivi di turisti alle frontiere italiane nel 2017 ha generato ricadute positive, seppure più contenute, anche sul movimento dei clienti presso gli alberghi del Paese, che si posizionano al terzo posto nella graduatoria europea (tab2.6) e mantengono saldamente il primato nelle preferenze dei viaggiatori extraeuropei con gli Statunitensi sempre in testa, seguiti a distanza da Russi e Cinesi. Le dinamiche di lungo periodo dell’offerta ricettiva alberghiera italiana sono state contrassegnate da un costante processo di ristrutturazione caratterizzato, da un lato, dalla progressiva riduzione del numero di strutture e, dall’altro, dall’incremento della capacità ricettiva in termini di camere e di letti disponibili.L'OFFERTA ALBERGHIERASi è attivato in Italia, nel tempo, un processo che ha riequilibrato la composizione dell’offerta ricettiva alberghiera dell’Italia: il peso, sul totale, degli esercizi a 1 e 2 stelle, che ancora fino al 2000 rappresentavano circa la metà degli alberghi italiani, si è ridotto al 25,9% nel 2017, mentre ha assunto un’importanza preponderante quello degli alberghi a 3 stelle, attualmente la categoria più rappresentata (54,9%), ed è cresciuto in maniera esponenziale quello degli alberghi a 4 e 5 stelle.I dati delle indagini statistiche sui risultati economici delle imprese industriali e dei servizi, realizzate dall’Istat, tracciano un quadro della struttura e della performance delle imprese dei diversi settori in cui si articola il sistema economico. Tra questi settori è compreso anche quello delle “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” che riveste un ruolo di primaria importanza all’interno del sistema turistico, sia nel suo complesso che nella sua articolazione in “servizi di alloggio” (alberghi e altre strutture ricettiva) e “servizi di ristorazione” (ristoranti e bar, gelaterie e pasticcerie, mense, servizi di catering). Nel 2016 il settore, costituito da 323.563 imprese attive (pari al 7,5% del totale), ha occupato circa 1,4 milioni di addetti (di cui 937 mila dipendenti) e ha realizzato un fatturato di 79.542 milioni di euro e un valore aggiunto di 31.165 milioni di euro (tab.6.1). All’interno del settore, i servizi di alloggio detengono un peso relativamente minore in termini d’imprese (15,3%) e addetti (19,4%), ma la loro incidenza si incrementa se si considerano gli aggregati economici: valore aggiunto prodotto e, soprattutto, investimenti realizzati. Di conseguenza, i principali indicatori di performance economica, produttività del lavoro (misurata dal valore aggiunto per addetto) e investimenti per addetto, risultano più elevati nel comparto ricettivo che in quello ristorativo. La struttura produttiva del settore, nel complesso e nei due comparti che lo compongono, è caratterizzata da una larga presenza di microimprese (con meno di dieci addetti), le quali rappresentano il 93,3% delle imprese attive, il 61,4% degli addetti e il 45,9% del valore aggiunto dell’intero settore. Queste stesse microimprese presentano i valori più bassi degli indicatori economici, più elevati nelle classi dimensionali intermedie.L’analisi del mercato del lavoro nel turismo, basata sui dati Inps elaborati da Federalberghi e Fipe, raffigura un settore in cui nel 2017 circa 191 mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato, in media, circa un milione e 176 mila lavoratori (tab.7.1). Il confronto con i dati dell’anno precedente evidenzia un incremento consistente dei livelli occupazionali (+14,6%), dovuto al consolidamento del ritmo di crescita dell’economia nazionale, che ha generato positive ricadute anche nel settore turistico. Con l’unica eccezione degli stabilimenti termali, l’incremento dell’occupazione ha riguardato tutti i comparti: i pubblici esercizi, dove si concentra il maggior numero di aziende e lavoratori dipendenti del settore turistico), sono quelli che hanno registrato l’aumento più consistente, pari al 17,3%, seguiti, nell’ordine, dai parchi divertimento (+13%), dai servizi ricettivi (+8,1%) e dalle attività d’intermediazione (+2,3%).Fonte Datatur 2019