di Eleonora Bonvissuto
Già nell’antica Roma Ippocrate osservava che il latte vaccino scatenava disturbi gastrici, orticaria e cefalea e causava persino la morte in alcuni individui. Difatti l’allergia alimentare è una reazione avversa agli alimenti indotta da una anomala reazione immunologica mediata da anticorpi della classe IgE, che reagiscono verso componenti alimentari di natura proteica; è stato stimato in Europa un tasso di prevalenza dello 0,1 – 3,2% per gli adulti e dello 0,1 – 5,7% per i bambini.La misura dell’estensione tra allergia e alimenti varia con il tempo e il territorio ed è correlato con i cambiamenti nelle abitudini e preferenze alimentari, con l’introduzione di novel food, con il processamento e con l’età di prima introduzione dell’alimento nel regime dietetico. I processi che sono stati incriminati di influenzare le proprietà allergeniche sono: il riscaldamento (trattamento termico), la fermentazione (che include l’idrolisi con enzimi endogeni, l’idrolisi acida ed enzimatica), i trattamenti fisici (come i processi ad alte pressioni – HPP e l’estrusione), l’uso di additivi conservanti, cambiamenti nel pH o la combinazione di due o più di questi (Mills and Mackie, 2008, Thomas et al., 2007). L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare afferma che “la maggior parte degli studi disponibili relativamente alla stabilità ai trattamenti tecnologici riportano la capacità di legare le IgE circolanti, anche dopo trattamenti termici e per tempi diversi, anziché sulla loro allergenicità, mentre indagini sistematiche sugli effetti del processamento alimentare sull'allergenicità sono scarsi” (EFSA, 2014). Risulta chiaro che i processi industriali influenzano l’integrità antigenica/il legame delle IgE con gli allergeni.MATERIA PRIMA E RISCHIO ASSOCIATOA causa dello stile di vita frenetico la cucina casalinga ha subito un processo di disaffezione che ha portato a un continuo aumento dei consumi alimentari fuori casa, di cui pane (pinzoni, panini, focacce, brioches, biscotti, schiacciatine ecc.) e pasta vengono consumati abitualmente. Secondo l’ultimo rapporto ristorazione della Fipe (Fipe - Federazione Italiana Pubblici esercizi, 2019), che ha indagato a fondo i nuovi stili alimentari degli italiani, emerge come la relazione che lega le persone al cibo sia in continua evoluzione e adattamento ai tempi. Il cambiamento degli stili di vita sta modificando sensibilmente le relazioni con il cibo imponendo alle aziende alimentari una responsabilità aggiuntiva per garantire qualità, sicurezza alimentare e salute.La gamma dei prodotti da forno è molto vasta includendo prodotti precotti e surgelati, che spaziano dal dolce (dietetici o speciali) al salato, fino a prodotti tradizionali ed internazionali. Panifici industriali ed artigianali condividono sfide comuni in materia di sicurezza alimentare e richiedono la corretta progettazione di programmi di sicurezza alimentare volti a minimizzare i rischi nel prodotto finito e connessi al loro ambiente di produzione. Il possesso del piano di autocontrollo è obbligatorio per tutto il settore alimentare, ma scendiamo nel dettaglio e analizziamo nello specifico le tre grandi categorie di ingredienti, che sono le fonti più rilevanti di allergeni, indispensabili per i prodotti da forno nonché uova, latte e latticini, farina di grano (duro e tenero).UOVA E PRODOTTI A BASE DI UOVA Le uova rappresentano sicuramente un ingrediente tra i più versatili nella panetteria. Si utilizzano intere oppure separate nelle loro componenti (albume e tuorlo) a seconda della formulazione alimentare. Utili a legare gli impasti, come agente emulsionante tra grassi ed acqua (grazie alla lecitina), a incrementare le proprietà organolettiche delle preparazioni a cui sono aggiunte e a molte altre cose.L’uovo, come forse nessun altro alimento, può essere separato in due distinte componenti con alcune proprietà simili ma anche da tante altre differenti. L’albume contiene proteine con un potenziale allergenico nettamente superiore rispetto al tuorlo. Le quattro principali proteine nel bianco d’uovo sono l’ovoalbumina (OVA 54% delle proteine totali), l’ovotransferrina (o conalbumina) (OVT 12%), l’ovomucoide (OVO 11%) e il lisozima (LYS 3.5%). Nel tuorlo d’uovo ci sono due proteine, l’α-livetina (siero albumina di pollo) e la lipoproteina YGP42, che sono state identificate come allergeni delle uova.In panetteria le uova, che vengono sfruttate come nutriente e additivo alimentare, sono alla base di molteplici preparazioni. Occorre però fare una doverosa distinzione tra le preparazioni in cui si ha un intenso riscaldamento delle uova, come i prodotti da forno e le preparazioni amidacee (torte, waffles, muffins, pancakes, noodles all’uovo, pane e pasta all’uovo), e quelle in cui le uova subiscono un trattamento termico più blando (custard, French toast, maionese fresca, quiche e salse fredde per la Caesar salad).Diversi studi hanno evidenziato che le uova e i prodotti a base di uova trattate termicamente sono ben tollerati dai pazienti allergici (50-85%). Questa percentuale varia con le caratteristiche dei pazienti (età, gravità dell'allergia, ecc.), il riscaldamento, la matrice utilizzata, ecc. La cottura dell’uovo insieme alla farina di frumento (es. nelle preparazioni dei muffin, biscotti, torte, ecc.) riduce ulteriormente la capacità allergenica. Inoltre trattamenti come l'irradiazione potrebbero modulare le proprietà allergeniche delle uova; tuttavia sono necessari ulteriori studi.LATTE E PRODOTTI A BASE DI LATTE (INCLUSO IL LATTOSIO) In panetteria, sebbene siano a disposizione altri tipi di latte (come quello di capra o di asina), si usa quasi esclusivamente latte vaccino. Dal punto di vista della composizione chimica, il latte, la panna, il mascarpone e il burro, giusto per citare i più comuni ingredienti a base di latte impiegati nei prodotti da forno, fanno parte della stessa famiglia in cui la variabile principale è la percentuale in grassi presenti. Indubbiamente tante sono le differenze di struttura, composizione, aroma e sapore tra i vari prodotti e che ne determinano il loro utilizzo.I principali allergeni del latte vaccino sono le caseine, la β-lattoglobulina e l’α-lattoalbumina. Antigeni meno comuni nel latte di vacca sono la Siero Albumina (BSA) e le immunoglobuline. Le caseine sono stabili ai trattamenti termici a cui viene sottoposto il latte vaccino (pastorizzazione, sterilizzazione o UHT); quindi persiste la loro capacità allergenica anche dopo i trattamenti termici. Le caseine inoltre non si alterano neanche nei prodotti fermentati, come lo yogurt e i formaggi, per tale ragione non devono essere consumati da chi soffre di allergia.La β-lattoglobulina e l’α-lattoalbumina vengono invece, almeno parzialmente, denaturate dalla sterilizzazione; ciò può essere spiegato non solo per l’effetto sulla denaturazione proteica ma anche a causa della reazione di Maillard innescata dalle alte temperature, che determina la scomparsa di parte degli epitopi causa della risposta immunologica. Stesso risultato si ottiene nei prodotti da forno (anche di quelli di semplice composizione, come i biscotti a base di farina, zucchero e uova) per effetto della reazione stessa.GRANO E SUOI ALLERGENILa farina è l’ingrediente sovrano dei prodotti da forno. Biscotti, crostate, paste lievitate e torte hanno caratteristiche organolettiche differenti, in base ai vari ingredienti aromatici aggiunti nell’impasto durante la preparazione. Eppure tutti sono accumunati da struttura, consistenza e sapore fornite dalla farina di grano tenero (Triticum vulgare o aestivum). La farina di grano duro o semola (Triticum turgidum durum) invece è perfetta per la produzione della pasta secca ma anche negli impasti del pane, come per esempio quello di Altamura.