Nel percorrere il viale per arrivare agli uffici penso che non mi dispiacerebbe fare un ritiro di qualche settimana in un luogo così rilassante. Certo che il parco, dove predominano platani di notevoli dimensioni presenta pochissime aree pianeggianti ove si intravedono tavolini e seggiole tutte con braccioli, evidentemente facilitano il sedersi e l’alzarsi degli ospiti, magari un tempo erano baldi giovanotti e garrule ragazze. Impossibile non farsi prendere da un poco di malinconia, ma mi sento fortunato in fondo sono un ragazzo del ’42 ancora in prima linea. Il problemaVengo accolto da una signora che mi spiega il problema: “Disponiamo di una discreta biblioteca (circa 500 volumi) ricca soprattutto di libri di Liala e Carolina Invernizio e libri di storia, edizioni economiche che vanno per lo più dagli anni 40 al 60. Con il tempo i più sciupati sono stati accatastati in vecchie scaffalature in attesa di volontari che li restaurassero. Cosa caduta nel dimenticatoio. Da qualche mese siamo invasi dai pesciolini d’argento (così li ha classificati il disinfestatore che ogni tre mesi svolge il suo lavoro ormai da anni). Sa dirmi da dove sono arrivati? E cosa si può fare?”.Il sopralluogoIn effetti la cosiddetta biblioteca è proprio malridotta. Anche l’area dei libri disponibili è ricca di polvere e quelli in disuso ancora di più. Oltre ai pesciolini d’argento vi saranno milioni di acari e sono anche ben visibili numerose ragnatele e cadaveri di mosconi rinsecchiti.I vincoli economiciLa premessa è che non ci sono soldi per trattamenti straordinari, fra qualche mese è Natale (siamo nell’autunno del 2019) e faticheremo non poco a organizzare qualche festeggiamento. Non mi rimane che incontrare la signora che organizza le pulizie e il disinfestatore che, nel frattempo, sono arrivati e ci aspettano nel piccolo bar.Piano di azioneTrascurando i convenevoli si decide che il disinfestatore non farà il IV trattamento di derattizzazione e si concentrerà sulla disinfezione/disinfestazione della biblioteca. In fondo si tratta di un locale di circa 30 mq.Nel primo tardo pomeriggio che il disinfestatore sarà libero saturerà la stanza con due bombolette a svuotamento totale e due candelotti fumogeni: dopo aver chiuso le due finestre (ante comprese) accenderà due candelotti a base di permetrina avendo cura di posizionarli in sicurezza e quando saranno esauriti rientrerà nel locale e farà partire due bombole disinfettanti a svuotamento totale a base N, N-didecil-N, N-dimetilammonio cloruro. Uscirà chiudendo la porta a chiave, apponendo un cartello con scritto VIETATO ENTRARE. Per sicurezza sigillerà tutte le fessure della porta di ingresso, anch’essa dell’epoca Liberty per cui non certamente a tenuta.Dopo 48 ore, si arieggerà il locale e quindi, l’addetto alle pulizie, passerà l’aspirapolvere e successivamente i libri dismessi saranno accatastati sui due tavolinetti, in attesa di essere spolverati, disinfettati e disinfestati con bombole disinfettanti e insetticide. Ciò fatto si passerà alla scernita dividendo quelli ancora utilizzabili da quelli da mandare al macero. Ma chi farà questa operazione? Ma naturalmente alcuni ospiti volonterosi già in attesa di rendersi utili. Istruzione per i volontari e gli addetti alla supervisioneMascherine contro la polvere e guanti monouso. Si prende il libro se riutilizzabile si controlla che non vi siano insetti (nel qual caso si disinfesta) e si ripone temporaneamente nel sacco per i rifiuti indifferenziati. Una volta riempiti di una trentina di volumi si aerosolizza con bombola insetticida e si chiude con nastro adesivo. Quelli da buttare in scatoloni di recupero.Terminata l’operazione si tolgono i libri che erano a disposizione dei lettori (pochi in verità) e si mettono anch’essi nei sacchi di plastica e si ripete l’operazione di disinfestazione e sigillatura. A operazione libri terminata si spolverano di nuovo gli scaffali (tutti di legno, uno viene buttato perché malconcio e poi un centinaio di libri sono stati inviati al macero), si disinfettano per umettazione con il prodotto che si usa per disinfettare i pavimenti e poi si passa della cera liquida, quella per il parquet, l’arte dell’arrangiarsi impera. Il commiatoÈ passato un mese per cui il luogo merita una gita di controllo così dopo un paio di telefonate, eccomi a ripercorrere il viale di accesso e a ritrovarmi gli stessi pensieri della prima volta. Il disinfestatore non sarà presente, impegnato in altri lidi, ma un caffè con la vicedirettrice e la coordinatrice della squadra di pulizie è cordiale. Vorrei andare a vedere la biblioteca, ma mi viene detto che si sono riposizionati un centinaio di volumi e poi si aspetta che passi il Natale.Le due Signore, con un sorriso di altri tempi, mi ringraziano e nel salutarmi mi informano che il tutto è costato poco più di un centinaio di euro oltre le spese di normale gestione (per cui già a bilancio). La vice direttrice si chiede a mezza voce: “Ma ne valeva la pena?” e continua a voce più udibile: “Ma sa dirmi da dove sono arrivati?”.Rispondo con una frase di Sherlock Holmes: “Escludendo l’impossibile resta da esaminare l’improbabile! Le prometto che se trovo una risposta ragionevole glielo faccio sapere, però fin da ora escluderei la generazione spontanea”.Mi resta un rammarico: i primi mesi del 2020 sono volati senza trovare il tempo per una telefonata e ora, in pieno allarme virus, non ho il cuore di farlo. Ma un giorno andrò a leggere un libro sotto quei platani per passare una giornata serena.