Maurizio PedriniIndagare l’evoluzione dei trend 2021 non è cosa semplice e gli effetti dei continui lockdown da una parte e le incertezze relative al possibile ritorno ad una pseudo normalità dei mercati dall’altro, pesano sulle valutazioni predittive. Abbiamo chiesto alle aziende chimiche del comparto, uniche titolate, di esprimere ed indicare la traiettoria futura di quest’anno appena iniziato.Alla luce dell’ultima indagine sul cleaning professionale condotta da Afidamp con il supporto di Cerved, risulta che il 58% delle aziende chimiche ha previsto per il 2020 una robusta crescita (dato medio il 28% di crescita nel 2019). La crescita, se vi è stata, a quale segmenti di mercato è riconducibile? Che peso hanno avuto i disinfettanti/igienizzanti in questo incremento?Marco Campetella, direttore generale di Itidet, è cauto: “Ci siamo allineati all’anno precedente - afferma - “la crescita, per noi non c’è stata”. Luigi Rubino, amministratore unico di Rubinochem, può portare un dato all’attivo: “Rubinochem”, spiega, “ha chiuso l’esercizio con un incremento di fatturato del 10% circa, in linea con le previsioni”. “La crescita”, spiega Rubino, “si è sviluppata prevalentemente nei settori di mercato tradizionali per l’azienda (GDO, grossisti, rivenditori professionali) e prevalentemente sui prodotti che costituiscono il core business della società: detergenti, profumatori per ambienti, prodotti per la perforazione. Abbiamo constatato anche un leggero incremento nelle vendite di igienizzanti, probabilmente dovuto al periodo pandemico”.“La nostra azienda”, risponde Marco Bettari, titolare di Bettari Detergenti, “ha chiuso il 2020 in leggerissima crescita (1%) rispetto all’anno precedente, ed è avvenuta principalmente nel settore cosmetici”. “Nel 2020”, spiega Matteo Marino, amministratore di Kemika, “abbiamo registrato una crescita assai significativa, di oltre il 40%”. “Il processo di crescita è da imputare sostanzialmente ai prodotti disinfettanti per le superfici e le mani. A fronte di una decrescita importante di tutti gli altri formulati (detergenti, cere, deceranti, prodotti per gli interventi di fondo), vi è stata una fortissima richiesta di prodotti mirati a contrastare la diffusione della pandemia”. Anche il quadro delineato da Roberto Natale, direttore marketing Sutter Industries, è confortante: “la nostra azienda”, afferma, “ha chiuso il 2020 con un +15%, registrando un incremento maggiore in Italia. Sicuramente l’incidenza della pandemia ha creato un recepimento differente da parte di ciascun Paese, relativo ai suggerimenti dell’OMS, pertanto i risultati non sono omogenei”. “Il comparto che ha riscontrato il maggior incremento è il sanitario e tutto ciò che concerne l’ambito della disinfezione; c’è stata una forte sensibilità da parte di ciascun settore alla disinfezione delle superfici e verso l’igiene delle mani”. Rosella Albalustro, AD di Alca Chemical, afferma: “La crisi economica scatenata dal Covid è stata certamente tra le più scioccanti per l’economia mondiale, eppure l’anno scorso nel settore del professional cleaning si sono registrati volumi d’affari notevoli rispetto all’anno precedente. Si è trattato principalmente di prodotti disinfettanti e virucida legati all’effetto espansivo del Covid 19. Per la nostra azienda il bilancio è stato certamente positivo. Alca Chemical ha resistito bene alla crisi grazie a questi prodotti, tuttavia la richiesta dei comuni detergenti è rallentata. La crescita è avvenuta nei primi sei mesi del 2020 ed è stata del 90% circa, limitata al settore disinfezione. Non vi sono altre categorie che abbiano mostrato segnali di miglioramento”. Sergio Antoniuzzi, presidente e fondatore di I.C.E.FOR risponde convinto: “Nonostante il 2020 sia stato assai difficile sia per l’economia che per quanto riguarda la salute delle persone, a causa della pandemia, l’anno si è chiuso in maniera positiva”. “I.C.E.FOR”, precisa Antoniuzzi, “ha sostenuto l’igiene pubblica e privata fornendo prodotti disinfettanti (Presidi Medico Chirurgici) affidabili e testati contro virus, batteri e muffe, al fine di contribuire alla salvaguardia di tante vite prevenendo i contagi”. “La richiesta di disinfettanti”, afferma Antoniuzzi, è stata talmente elevata che ha compensato la chiusura quasi totale del settore Ho.Re.Ca. sia per quanto riguarda la detergenza sia per quanto riguarda gli altri prodotti richiesti solitamente dal mercato. Mi riferisco principalmente ai disinfettanti per uso professionale, rivolti principalmente nell’ambito della grande distribuzione per quanto riguarda l’uso interno e per quella parte di Ho.Re.Ca che è riuscita a ripartire nei mesi estivi. Questo segmento produttivo ha avuto la rilevanza maggiore per quanto riguarda la crescita della richiesta di prodotti per il 2020”. “La nostra azienda”, risponde Simona Zibra, amministratore delegato Dianos, “ha chiuso il 2020 con una crescita significativa sull’anno precedente, in linea con il trend generale di mercato”. In controtendenza la risposta di Fabio Re, AD Polychim: “La nostra azienda ha chiuso il 2020 con una contrazione dell’8,2%, dovuta principalmente alla forte riduzione degli acquisti di prodotti detergenti da parte dei distributori che operano prevalentemente nel settore dell’Ho.re.ca”. “La decrescita”, spiega Re, “è stata contenuta con l’introduzione di prodotti detergenti igienizzanti utili a contrastare la diffusione della pandemia in atto e con maggiori vendite verso l’estero, in particolare verso i Paesi UE. Quasi tutte le tipologie di prodotti “tradizionali di nostra produzione hanno registrato una decrescita significativa. Sono invece cresciuti sensibilmente tutti i prodotti che, per loro caratteristiche, hanno consentito di contrastare la pandemia in corso, quali, ad esempio, detergenti liquidi per mani con antibatterico, gel idroalcolici per mani, detergenti cloro-attivi a base alcolica, igienizzanti a base di perossido di idrogeno”.Qual è la previsione per l’anno da poco iniziato? I consumi strettamente collegati alla pandemia, ovvero disinfettanti e biocidi, che trend seguiranno nel corso del 2021?“Presumibilmente”, interviene Rubino, “si riproporranno le stesse dinamiche del 2020: abbiamo infatti constatato che l’attenzione degli utilizzatori sulla necessità di utilizzare prodotti specifici per igienizzare e disinfettare le superfici sembra scemare con il passare del tempo”.“A mio avviso”, spiega Re, “il boom di vendite relativo ai prodotti collegati alla pandemia è già in fase calante e difficilmente si ripeteranno i risultati di vendita del 2020, a meno che non si verifichi una nuova ondata di contagi che, sinceramente, non auspico. Al contempo, dovrebbero tornare lentamente a crescere le vendite dei prodotti non legati al Covid 19“. “Ci aspettiamo - risponde Bettari - un 2021 in pareggio. Verosimilmente diminuiranno leggermente, rispetto al boom avuto con la prima ondata, ma manterranno un trend stabile rispetto al periodo di transizione fra le due ondate. Personalmente l’eventuale diminuzione potrebbe essere dovuta anche all’aumento dei competitors nel settore”, “Questa”, risponde Natale, “è la domanda chiave per tutti noi, il trend disinfettanti è stabile, ma notiamo anche un eccesso di offerta, pertanto i volumi sono slittati in un numero maggiore di aziende, che offrono prodotti di questo tipo: bisogna fare molta attenzione a scegliere tipologie quelle tipologie di prodotto che rispondano effettivamente alla caratteristiche e alle norme richieste”. “I segnali di inizio anno”, precisa Albalustro, “non ci consentono di valutare le appartenenze dei consumi e neppure di fare previsioni”. “L’esplosione della richiesta di disinfettanti”, precisa Antoniuzzi, “sia per superfici che per le mani che ha caratterizzato la richiesta di prodotti nel corso del 2020, è sicuramente da intendersi come un’eccezione che però ha stimolato il mercato e la coscienza degli utilizzatori che ne faranno sicuramente richiesta anche nel prossimo futuro. I disinfettanti, in particolar modo i Presidi Medico Chirurgici, uccidono il “mondo dell’invisibile”, ovvero tutti quegli agenti patogeni che risultano essere nocivi per la nostra salute. I.C.E FOR ha fortemente investito negli anni scorsi nella registrazione di formule sempre più moderne e aggiornate in direttiva con la biocidi”. “I segnali per il 2021”, afferma Zibra, non sono entusiasmanti, in quanto da un lato si è ridimensionata la domanda anche per il segmento disinfettanti, dall’altro ci sono diversi settori in crisi e attività in difficoltà che, alla lunga, si ripercuotono sulla filiera. Inoltre molte aziende, anche di piccole dimensioni o non qualificate, si sono improvvisate per operare nel settore con un impatto negativo, sia in termini qualitativi che commerciali”.