a cura di Simone Ciapparelli
Gli insetti alieni, cioè insetti che sono stati capaci di diffondersi in luoghi al di fuori del proprio habitat naturale, rappresentano sicuramente una delle più grandi minacce per l’agricoltura di oggi; negli ultimi anni, infatti, le infestazioni ad opera di questi insetti si sono moltiplicate in modo preoccupante. Quando riescono ad adattarsi alle condizioni climatiche ed ambientali delle aree invase, infatti, essi sono in grado di causare seri danni a colture vegetali e piante da frutto, a causa della mancanza, nelle nelle aree di nuova introduzione, di antagonisti naturali specializzati in grado di contenere le popolazioni infestanti.Le principali cause riconducibili all’introduzione di questi insetti “stranieri” in nuovi areali sono fenomeni di globalizzazione come i crescenti scambi internazionali con intensificazione della mobilità delle persone e delle merci su scala planetaria e i cambiamenti climatici in atto. L’insetto parassita può infatti viaggiare nei carichi di navi e aerei, arrivando così in un ecosistema completamente nuovo, nel quale, per via del surriscaldamento globale, riesce ad adattarsi facilmente e proliferare. Tra questi insetti alloctoni, uno dei più temibili è sicuramente la cimice asiatica (Halyomorpha halys), nota anche come cimice marmorata o cinese. Questo insetto è giunto in Italia nel 2012, dove pochissimi esemplari sono stati rinvenuti nel modenese.Da allora ha iniziato a diffondersi soprattutto nei frutteti del Nord Italia, fino a raggiungere praticamente tutta la penisola, provocando danni enormi alle produzioni orto-frutticole. Un antagonista naturaleI mezzi di controllo classici, come gli insetticidi e la cattura massale, possono abbassare temporaneamente la presenza dei fitofagi invasivi in campo, ma non sono in grado di ripristinare lo squilibrio ecologico creatosi a seguito del loro insediamento. L'unica possibilità per limitare la loro dannosità è quella ristabilire il naturale equilibrio mediante il rilascio controllato di antagonisti specifici dei quali si conosce l’efficace azione di controllo nelle zone di origine. L’insetto antagonista individuato è la vespa samurai (Trissolcus japonicus), una piccola vespa innocua per l’uomo, in grado di parassitizzare le uova della cimice. Il programma nazionale di lotta biologica, approvato nel 2020 con decreto del Ministero dell’Ambiente, ha previsto infatti l’immissione in natura di questa vespa, in maniera coordinata su un'ampia superficie territoriale comprendente tutte le regioni dell’Italia settentrionale, in veste di agente di controllo biologico del Halyomorpha halys. Per la provincia di Trento, l’allevamento e la moltiplicazione durante la primavera dell’anno scorso e il rilascio dell’antagonista durante l’estate dello stesso anno sono stati curati dalla Fondazione Edmund Mach (FEM), che ha operato in stretto coordinamento con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA Firenze), che ha predisposto lo studio di fattibilità del progetto.Lotta biologica alla cimice asiaticaI parassitoidi delle cimici sono di due tipi: quelli che parassitizzano gli individui adulti e quelli che parassitizzano le uova. Gli ooparasitoidi sono i principali agenti di controllo di molte specie di pentatomidi ed appartengono prevalentemente a tre famiglie di imenotteri (Scelionidae, Eupelmidae ed Encyrtidae). In particolare, gli scelionidi sono considerati dei parassitoidi specialisti, ciò significa che ciascuna specie è in grado di parassitizzare soltanto un ristretto numero di specie di pentatomidi; per questo motivo gli scelionidi autoctoni non riconoscono la cimice asiatica come ospite. Data l’assenza di specie autoctone in grado di controllare efficacemente questa cimice, diversi studi sono stati svolti direttamente in Asia per identificare dei possibili nemici naturali. Tra questi è emerso Trissolcus japonicus, scelionide che è stato scelto come agente di controllo per via di diversi fattori e caratteristiche.In Cina, questo insetto è il parassitoide più abbondante di Halyomorpha halys; ha un ciclo di sviluppo molto più breve di quello del suo ospite (due settimane contro oltre 40 giorni), e la grande quantità di femmine prodotte rispetto ai maschi permette un aumento molto veloce delle popolazioni. Inoltre, esso è un antagonista altamente specifico nei confronti della specie target: il Trissolcus ha una predilezione per la cimice asiatica, ed è anche in grado di parassitizzare l’intera ovatura della cimice (composta da 28 uova).Sorprendentemente, la presenza di T. japonicus è stata riscontrata nel 2015 negli Stati Uniti, nel 2017 in Canton Ticino, nel 2018 in Lombardia e nel 2019 in Trentino. L’insetto è probabilmente arrivato sfruttando le stesse rotte commerciali utilizzate dalla cimice asiatica, e si è successivamente diffuso in alcune parti del territorio. Il fatto che la specie sia già presente è un altro punto a favore per quanto riguarda il suo impiego; significa infatti che essa è grado di adattarsi alle condizioni climatiche presenti in Italia trovando ambienti idonei per la propria sopravvivenza.