Zanzare, Territorio e Ambiente

a cura di Graziano Dassi

Racconto di un intervento effettuato in Puglia.PRIMO MACROSISTEMA: TERRITORIO E AMBIENTEDalle interviste fatte e dalle pubblicazioni consultate (allora non esisteva internet e non reputo necessario ai fini espositivi aggiornarli) possono essere così sintetizzate:Estensione territoriale: > 100 kmqAbitanti: > 280.000Densità abitativa: > 2000 ab/kmqClima mediterraneo con inverni miti ed estati calde
In gradi centigradiInverno Primavera Estate Autunno 
Temperature massime medie 13°18°27°21°
Temperature massime medie10°19°12°
Misurate in mm23/12 - 20/321/3 – 21/622/6 – 22/923/9 – 22/12
Precipitazioni 17012080180
N° giorni di pioggia22181119
Dati rilevati il giorno del sopralluogo: Ur circa 67% (± 5%) temperatura 23°C (± 8%)Numero di strade percorse: ~ 400Numero di km percorsi: ~ 180 (media su 6 ore di attività ~ 30)Stima dei punti di ovideposizione (del tutto arbitraria e da verificare durante l’esecuzione dei servizi di lotta adulticida, allora la lotta larvicida era agli albori): ~ 30.000 (± 30%) di cui più del 60% di pertinenza privataStima dei giorni di pioggia nel periodo che il capitolato prevedeva: giugno-settembre ~ 15 da aumentare a 45 perché i trattamenti non dovevano essere effettuati se non dopo 2gg dalle piogge, quindi 15 + 30 = 45. Il dato era importante perché in caso di pioggia nelle 24 h dopo il trattamento si sarebbe dovuto ripetere. Quindi su 120 gg (da giugno a settembre) sussisteva un’alea di rischio non particolarmente alta tenuto conto che il calendario teneva conto delle previsioni meteo.A titolo informativo i trattamenti adulticidi iniziavano alle 23 e terminavano alle 5 del giorno successivo. Quindi 6 ore in tutto di cui 4 di lavoro effettivo. La velocità del mezzo era calcolata in 10 km/h per una percorrenza di 40 km per mezzo. Dato che i mezzi utilizzati erano 3 si trattavano circa 120 km di strade per ogni trattamento. Il capitolato ne prevedeva 8.Macrosistema AmbienteI trattamenti erano concentrati nelle strade alberate e nei parchi. Intorno agli edifici pubblici, ospedali e scuole. Con il senno di poi non era certamente un metodo ecosostenibile (termine oggi usato e in alcuni casi abusato). SECONDO MACROSISTEMA: LE ZANZARE Nel periodo a cui faccio riferimento i monitoraggi erano effettuati dagli istituti universitari e affidati a pochi entomologi e i dati non erano facilmente reperibili. Per cui le informazioni di cui disponevo si potevano riassumere in tre specie: Culex pipiens (molestus)Anopheles spp (sospetta presenza)Aedes caspius (qualche sporadica segnalazione, chiamata la zanzara dalle zampe striate che pungeva anche di giorno)Aedes mariae (segnalata come curiosità per il suo habitat particolare: pozze di scogliera)ConsiderazioniManca all’appello la famigerata zanzara tigre, ma, a livello metodologico la lotta alle zanzare deve partire dal censimento delle specie presenti (aspetto qualitativo), dei monitoraggi territoriali (aspetto quantitativo e topografico), dalle segnalazioni e lamentele (aspetto sociale) e dai rischi sanitari potenziali o realmente rilevati dalle Autorità sanitarie.A parer mio solo l’integrazione dei due macrosistemi rappresenta il punto di eccellenza per un razionale progetto di lotta e quindi alla sua adeguata e corretta realizzazione. Dove monitoraggi ambientali e controllo dei risultati sono il mezzo per misurare l’efficacia di quanto viene fatto. 

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