Covid-19 e le conseguenze sul turismo mondiale

di Diletta Gaggia

Pubblicata a luglio 2021, l’undicesima edizione di Datatur, realizzata da Federalberghi e dall’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo con il supporto tecnico scientifico di Incipit Consulting, delinea un quadro critico per l’Italia e il resto del mondo. Nel 2020 gli alberghi nel nostro Paese hanno registrato una contrazione delle presenze totali del 56,1%, risultante da un calo del 39% di quelle della clientela italiana e del 73,2% di quelle della clientela straniera. L’indagine sul turismo internazionale dell’Italia realizzata dalla Banca d’Italia ha rilevato come le spese dei viaggiatori stranieri, cresciute nel 2018 e nel 2019 intorno al 6%, abbiano registrato nel 2020 una contrazione del 60,9%. Al pari dell’intero sistema economico, l’economia delle imprese turistiche ha subito un duro colpo nel 2020: gli indici del fatturato dei servizi turistici hanno registrato un crollo senza precedenti, che ha assunto dimensioni esorbitanti nel secondo (-71,4%) e quarto trimestre (-50%), in corrispondenza della prima e seconda ondata della pandemia. Nonostante le difficoltà e il numero degli occupati nel comparto alberghiero stimati da Federalberghi in calo del 36,3%, le aziende del settore hanno comunque continuato a investire nella riqualificazione dei propri dipendenti e ad accogliere presso le proprie strutture personale in tirocinio/stage, compresi gli alunni delle scuole e istituti dell’istruzione secondaria superiore inseriti nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). L’esigenza di avere a disposizione capitale umano adeguatamente formato, fondamentale nei servizi, e ancor più nel turismo, trova risposta, in Italia, in un panorama dell’offerta formativa che si presenta ampio e diversificato.Rapida ripresa per i flussi domesticiSi stima che il crollo dei viaggi internazionali abbia causato una perdita di 1.300 miliardi di dollari, mettendo a rischio tra i 100 e i 120 milioni di posti di lavoro diretti nel turismo, molti dei quali in piccole e medie imprese. L’Asia e il Pacifico hanno subito la contrazione più forte: circa 300 milioni di arrivi internazionali in meno rispetto all’anno precedente, con una diminuzione dell’84,1%. A seguire Medio Oriente e Africa, con un calo stimato degli arrivi di circa il 75%, mentre le Americhe avrebbero registrato una contrazione del 68,5%. In Europa, gli arrivi sono diminuiti del 70,4%, pari a oltre 500 milioni di turisti internazionali in meno. In Italia, gli arrivi sono aumentati del 3,2% nel 2018 e dell’1,1% nel 2019, mentre le presenze hanno registrato un incremento dell’1,6% nel 2018 e dello 0,5% nel 2019. A causa della pandemia di Covid-19, i dati dell’Istat indicano per l’Italia un calo del 52,3% delle presenze turistiche complessive e del 56,1% di quelle registrate negli esercizi alberghieri. La crisi ha colpito molto più duramente il mercato estero rispetto a quello domestico: le presenze in albergo di clienti stranieri sono crollate del 73,2%, a fronte di un calo del 39% di quelle di clienti italiani. A livello territoriale, la regione che ha subito i maggiori contraccolpi negativi generati dalla pandemia è stata il Lazio, dove le presenze sono crollate del 75,9% rispetto al 2019.LA BILANCIA TURISTICASecondo i dati dell’indagine sul turismo internazionale dell’Italia, realizzata dalla Banca d’Italia, le spese dei viaggiatori stranieri, cresciute nel 2018 e 2019 intorno al 6%, hanno subito un crollo del 60,9% nel 2020. A livello territoriale disaggregato, Lazio, Toscana, Campania e Sicilia sono le regioni che hanno registrato le perdite più consistenti di entrate turistiche dall’estero, superiori al 68%, seguite da Veneto, Basilicata e Lombardia con perdite tra il 60% e il 65%. Relativamente più contenute, ma pur sempre al di sopra del 30%, sono state le flessioni registrate in Puglia, Abruzzo, Umbria e Marche. L’analisi della bilancia turistica del 2020 evidenzia un crollo anche dei flussi valutari in uscita del 64,7%. Le spese dei nostri connazionali sono calate in tutte le principali destinazioni estere, soprattutto in Francia (-78,6%), che mantiene comunque il primato nella graduatoria dei paesi verso cui si si dirigono le maggiori uscite turistiche dell’Italia, e in Spagna (-71,4%). Le dinamiche delle entrate e delle uscite della bilancia turistica italiana hanno fatto sì che il saldo abbia anch’esso registrato un calo, del 54,9%, con una forte inversione di tendenza rispetto al trend crescente in consolidamento dal 2017.

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