di Maurizio PedriniGiornalista di settore e Direttore tecnico di Dimensione PulitoL’abnorme aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime, divenute ormai quasi introvabili, sta mettendo in seria difficoltà l’industria italiana. Abbiamo chiesto ai rappresentanti di alcune aziende di esprimersi sulle possibili cause del fenomeno e di raccontare come stanno cercando di far fronte a questo grave e, per molti versi, imprevedibile fenomeno. In questo articolo, le impressioni di alcuni degli intervistati. Clicca qui per guardare le interviste a tutti i protagonisti del settore!Andrea Loro Piana, titolare Falpi: “Da bravi italiani, troveremo certamente delle soluzioni”“Per la verità, non sono problematiche che si riscontrano solo per le importazioni, ma anche per le materie prime di origine nazionale. Noi ci approvvigioniamo essenzialmente con materie prime Made in Italy, tranne in alcuni casi particolari, non troppo rilevanti. Certamente si tratta di un nodo da sciogliere che sta influenzando molto la nostra attività. Fino ad oggi siamo riusciti senza grandi difficoltà a sopperire ad ogni piccola crisi che si è proposta, perché è bene sottolineare che nella produzione ci troviamo tutti i giorni a dover risolvere questioni di approvvigionamento. Ma non ci aspetta un futuro così semplice: stiamo quindi mettendo in campo delle azioni per sopperire un po’ alle difficoltà nel reperimento delle materie prime, facendo una programmazione più accurata. Tra le possibili cause, una certamente è la ripresa che è sotto gli occhi di tutti, e questa, se vogliamo, è una cosa positiva. E poi c’è proprio una mancanza delle materie prime, perché credo che alcune nazioni estere stiano rastrellando sui nostri mercati materie prime che per noi sarebbero essenziali. Naturalmente non solo per noi di Falpi ma per tutti i comparti, l’automotive per primo, credo che tutti sappiano quello che sta capitando però non ci si può fare niente. Noi da bravi italiani sicuramente troveremo delle soluzioni.”Ercole Bibiano, Direttore Commerciale Klindex: “C’è grande difficoltà a reperire i motori elettrici”“Innanzitutto, una riflessione sulle cause del fenomeno. Ad averci portato sul ciglio del burrone sono stati una serie di fattori. La prima tessera del domino, semplificando brutalmente, è stato il blocco totale delle attività causa Covid a livello globale nel 2020. Allo stop è seguito un inverno particolarmente rigido, che ha svuotato gli stock di gas quasi ovunque. Quando la pandemia ha allentato la morsa, tutto il mondo si è rimesso in moto nello stesso momento e questo ha generato una domanda di materie prime fuori misura. La crisi dei carburanti, con paurosi aumenti del 500% ha quindi fatto esplodere i costi dei trasporti che si sono poi riversati sulle materie prime. Anche noi abbiamo avuto piccoli problemi sulla mancanza di alcuni componenti, specialmente semiconduttori e in particolare modo i motori. C’è grande difficoltà a reperire i motori elettrici. E nel frattempo ci sono stati notevoli aumenti, specialmente sui motori. Credo, in ogni caso, che questa difficile situazione sia legata soprattutto alla pandemia: molte aziende non hanno fatto scorte e come si è ripartiti la domanda è stata massiccia, provocando questa sorta di intasamento. Quindi mancano le scorte. La nostra azienda sta cercando di aumentarle per sopperire a questo problema.”Giuseppe Riello, AD Ghibli & Wirbel: “Fortunatamente la ripresa economica si sente, ed è molto forte”“Come tutto il mondo industriale, purtroppo, stiamo subendo questo momento di grossissima difficoltà per il reperimento delle materie prime, anche se abbiamo la fortuna di stampare la plastica che utilizziamo per i nostri prodotti. Purtroppo il granulato plastico è aumentato del 250% rispetto a un anno e mezzo fa: è chiaro che, essendo un componente di poco valore magari non ci si pensa, ma si è passati da trenta centesimi a quattro euro. Il momento è particolarmente delicato, soprattutto per la componentistica che arriva dal mondo asiatico, dove non solo si riscontra l’aumento dei prezzi e il ritardo nelle consegne, ma il costo dei trasporti è più che quintuplicato. Oggi trasportare un container dalla Cina all’Italia costa cinque/sei volte di più di quello che costava un paio di anni fa. Tutto questo ha messo in difficoltà il settore che deve innanzitutto acquistare più materia prima per non rimanere senza, perché i tempi di consegna sono aumentati e deve aumentare i propri magazzini. Tutto questo, in un periodo di post-pandemia durante la quale c’era crisi di liquidità, comporta un ulteriore esborso per acquisire dei magazzini più capienti.”Ritiene sia un fenomeno destinato a esaurirsi in breve periodo o a permanere?“Questo particolare momento ha fatto sì che ognuno ci mettesse del suo: indubbiamente in mezzo c’è anche una speculazione fatta ad hoc. Noi, per esempio, utilizziamo batterie a litio piuttosto che al piombo e si tratta di componenti che arrivano da Paesi asiatici. Il loro costo è aumentato notevolmente perché la produzione era diminuita nel periodo del Covid. Come se non bastasse, c’è stata un’azione di speculazione dove tutti hanno voluto fare un po’ più di margine. Io spero che su alcune materie nei prossimi mesi si possa contenere il divario rispetto al passato, ma su altre rimarrà. Questo è un problema perché inevitabilmente si genererà l’effetto inflattivo, per cui tutto aumenterà. Noi siamo stati costretti ad incrementare i listini del 5% e non abbiamo ancora compensato l’aumento della materia prima.”Marco Bettari, Titolare Bettari Detergenti: “Una situazione molto critica, che ha a che vedere con la deindustrializzazione avvenuta negli ultimi trent’anni in Europa”“Quanto sta accadendo è assolutamente un grave fenomeno, che rischia di mettere in croce le aziende italiane. Fortunatamente la Bettari Detergenti, industria solida e storica del cleaning professionale, ha la possibilità di disporre sempre di fornitori altamente qualificati. Faccio questa affermazione perchè ho la possibilità di comparare e valutare come funziona veramente il mercato. Sta accadendo una cosa che non è mai successa da quarant’anni, ovvero da quando faccio parte dell’azienda: le materie prime mancano completamente. Quanto alle cause di questa grave situazione, non penso si tratti di un aspetto puramente speculativo, se così fosse, ci andrebbe di lusso. Qui si sta parlando di una situazione molto più critica, che probabilmente ha a che vedere con la progressiva deindustrializzazione avvenuta negli ultimi trent’anni nel nostro Continente. Oggi l’Europa si trova senza fabbriche di produzione. Forse altri Paesi hanno capito come speculare o intervenire, guadagnando in Europa. Noi italiani, purtroppo, abbiamo la mancanza assoluta di materie prime, per questo motivo abbiamo dovuto riformulare i prodotti. Oppure, temo che alla lunga potremmo essere costretti addirittura a cambiare settore”.