Profumi e pulizia a vapore

di Luca IloriniIn linea generale i profumi non sopportano le alte temperature, vanno incontro ad una fisiologica riduzione della loro performance olfattiva fino a diventare impercettibili in alcune situazioni. Una problematica che si riscontra, ad esempio, in universi come le lavanderie professionali successivamente alla fase di manganatura per esempio: in questo caso le lenzuola risultano ‘quasi’ inodori se non in circostanze rare.Dispositivi per rilasci profumatiLa pulizia a vapore a livello industriale si è avvicinata all’universo dei profumi nell’ultimo periodo, sia con la scelta di soluzioni prese dal mondo dell’home care domestico sia con studi e ricerche approfondite sull’argomento. Esistono numerosi dispositivi, collegabili o già predisposti, alle più moderne macchine per la pulizia a vapore che permettono il rilascio di piacevoli profumazioni durante la fase di cleaning. La scelta di profumazioni idonee è fondamentale: per prima cosa vanno evitate con attenzione le materie prime per essenze che sono più aggressive sui materiali plastici. In questa categoria rientrano per esempio, le frazioni terpeniche di numerosi oli essenziali, che vanno evitate con attenzione al fine di non creare problematiche di funzionamento del prodotto. Analogamente è importante la scelta dei solventi che accompagnerà la profumazione: è necessario evitare, ad esempio, soluzioni di natura glicolica che potrebbero provocare una diffusione di vapore non ottimale, con conseguenze sull’efficacia della cleaning phase. Inoltre sarebbe opportuna la scelta di soluzioni solventi con un’ottima capacità di evaporazione, che favoriscano l’evaporazione dei componenti principali responsabili della profumazione. Molto dibattuta è anche la possibilità di ‘pre-solubilizzare’ la quota fragranza all’interno di una dispersione acquosa: soluzione quest’ultima non adatta per tutti i dispositivi e per tutte le superfici. La scelta dei players del settore che vogliono investire nell’universo del ‘profumo’ abbinato alle steam machines deve essere regolata dai numerosi fattori sopra indicati. È fondamentale evitare le profumazioni con un tenore troppo elevato di fissativi e molecole pesanti, dal momento che la presenza di quest’ultime potrebbe causare problemi a livello della fase di asciugatura, causando aloni in corrispondenza della deposizione del vapore. Alle temperature di vaporizzazione l’attività di disinfezione legata all’olio essenziale svanirà gioco forza, lasciando spazio all’azione del vapore; ma la componente profumante sarà comunque presente per un tempo limitato, prima di lasciare spazio ai soli sentori di fondo.Una scelta fragrance free Un’altra strategia seguita da numerose compagnie del settore professionale consiste nel pulire con vapore saturo secco, senza profumazioni di alcun genere. Questa scelta trova fondamento nelle problematiche che alcuni componenti delle profumazioni possono creare, soprattutto a livello di salute, ai clienti e fruitori delle aree industriali oggetto delle procedure di cleaning con vapore. Inoltre in alcuni ambiti particolari come per esempio i presidi ospedalieri oppure le strutture RSA, la presenza eventuale di profumazioni troppo importanti potrebbe causare problematiche a qualche paziente particolarmente sensibile. Anche in questo caso la situazione pandemica ha creato una sorta di terra di confine, una zona ‘grigia’ nella quale le due esigenze possono in qualche modo essere combinate. Infatti, in seguito alla richiesta di alcuni clienti dell’universo cleaning nei confronti di soluzioni disinfettanti che siano, almeno parzialmente, in grado di rilasciare un buon odore nell’ambiente si sono moltiplicate le proposte in tal senso. Un interessante compromesso in tal senso è quello costituito dagli oli essenziali, in modo particolare quelli caratterizzati da un’attività disinfettante presente in letteratura, con numerosi esempi virtuosi. Tra questi ultimi spiccano, senza dubbio, l’olio di eucalipto (Eucalyptus globulus), l’olio di limone oppure quello di menta piperita: in tutti i casi si tratta di soluzioni interessanti dal punto di vista olfattivo e decisamente premianti. La frazione odorifera dell’olio essenziale considerato è quella che trova la sua massima espressione nella fase vapore: per questo motivo il suo possibile utilizzo a livelli decimali all’interno delle soluzioni per il vapour cleaning può rappresentare un interessante punto di partenza per nuovi orizzonti di business.

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