di Elena ConsonniSecondo una ricerca Ixè realizzata per conto di EFCEM Italia, nella ristorazione commerciale sono installate circa 5 milioni di attrezzature, di cui oltre 500.000 pezzi sono lavastoviglie. “Tengo a sottolineare – ha precisato Cesare Lovisatti, Senior consultant di EFCEM Italia - che circa 1 macchina su 4 ha oltre 10 anni, il che significa che il parco installato ha livelli di efficienza energetica e consumi coerenti con apparecchi di tre generazioni fa. Addirittura intorno al 10% ha più di 10 anni.”Secondo la ricerca, normalmente c’è più di una macchina installata nelle diverse utenze e mediamente l’anzianità dell’ultimo acquisto va da 6,7 a 7,6 anni (Fig.1). Le più presenti sono le lavatazzine/lavabicchieri, seguite dalle lavastoviglie sottotavolo. Meno diffuse le lavastoviglie a cappottina, quelle a cesto trascinato e le lavapentole/lavaoggetti.“La ricerca – ha sottolineato Lovisatti – ha evidenziato che il settore della ristorazione conosce ancora poco le innovazioni disponibili per le attrezzature professionali.” Questo è un peccato, perché anche gli operatori del Fuori Casa possono godere dei benefici offerti dal Piano Transizione 4.0, la misura che punta a sostenere la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese incentivando gli investimenti privati in beni strumentali materiali e immateriali 4.0. Sono disponibili 9 miliardi per crediti d’imposta per i beni strumentali 4.0 e altri 2 miliardi per i beni immateriali ordinari. Il credito d’imposta è riconosciuto sia per l’acquisto che per il leasing.Tra i beni strumentali che possono godere dell’incentivo figurano le lavastoviglie. Per avere accesso alla misura, questi apparecchi devono essere controllati da sistemi computerizzati e/o gestiti tramite controller; essere dotati di interconnessione ai sistemi informatici dell’azienda; integrarsi in modo automatizzato con il sistema logistico dell’azienda/ciclo produttivo; avere un’interfaccia semplice e intuitiva tra uomo e macchina; rispondere ai più recenti standard di sicurezza.