Luigi Sbarra, Segretario generale CISLSi è parlato molto di lavoratori delle pulizie durante la pandemia, ma ora si ha già la sensazione che su di essi stia calando il sipario: che ne pensa? “La mia presenza al Forum sta a testimoniare l’esatto contrario. Credo che la risposta stia nella memoria, argomento affrontato precedentemente alla seduta alla quale sono intervenuto. Se davanti a eventi della storia recente quali il Covid-19 e la guerra, non ci renderemo conto che esistono cose importanti, che devono diventare di sistema, allora non ne usciremo vivi. Quando si parla di nuova normalità io spero che, anche per ciò che riguarda le pulizie e i servizi integrati, nessuno si rassegni alla situazione di prima. Le cose cambiano: chi non capisce tutto ciò, rischia davvero di scomparire”.La CISL si è impegnata a più livelli per combattere la pandemia…“Direi proprio di sì: abbiamo offerto costantemente, e con enorme senso di responsabilità, al Governo e alle istituzioni, un prezioso e fattivo contributo nella ricerca di soluzioni percorribili, in grado di contemperare il sacrosanto diritto alla tutela della salute dei lavoratori con quelle economico-produttive. Abbiamo svolto un ruolo da protagonisti anche in ambito sindacale, producendo anche numerosi documenti anche di natura tecnica di cui in più occasioni si è tenuto conto”.Come valuta il settore delle pulizie e dei servizi integrati?“Si tratta di un comparto prezioso per il Paese, come lo sono tutti i lavoratori e le imprese che vi si dedicano. Crediamo che, in condizioni di regolarità contributiva e salariale, combattendo i fenomeni del lavoro nero e sottopagato, valorizzando al meglio le aziende sane e le regole normative, esso possa avere un grande sviluppo. Per questa ragione, l’intesa contrattuale raggiunta il 9 luglio dello scorso anno, per la quale ci siamo battuti, crediamo rappresenti un passo importante. Il contratto nazionale applicato a 600mila lavoratori e lavoratrici addetti delle imprese di pulizia, servizi integrati/multiservizi, rappresenta una pietra miliare. Non dimentichiamo che tale comparto, operante prevalentemente in regime di appalto, si è distinto svolgendo un ruolo davvero strategico per il Paese, operando con grande senso di responsabilità”.Andrea Pancani, giornalista televisivo e vicedirettore LA7Possiamo legittimamente sostenere che il ruolo dell’informazione è strategico?“Certamente, l’informazione deve essere permanente e continua, e non mi riferisco solo a quella delle riviste di settore come Dimensione Pulito o a quella generalista. È necessario che tutti si sentano impegnati al massimo in questa direzione, perché solo così i settori produttivi possono vivere e fare business, ma soprattutto immaginare il futuro. Senza compiere questo sforzo, a mio avviso, non si va da nessuna parte al di là del caro energia, della crisi del gas o dell’aumento del costo delle materie prime che rappresentano questioni enormi ma saranno contingentate in un determinato arco di tempo. La prospettiva, invece, anche per il comparto delle pulizie e servizi integrati deve essere quella di guardare ad un futuro anche prossimo che deve affrontare grandi sfide”.Perché questo settore, che conta al suo interno grandi imprese e milioni di dipendenti, bussa da anni alle porte delle istituzioni e della politica senza riuscire ad avere adeguata attenzione?“Ci sono settori che hanno gli stessi problemi di fondo. Purtroppo spesso le istituzioni non toccano con mano i reali problemi. Oltre alla preziosa opera svolta dalle associazioni di categoria, c’è un lavoro che dovrebbero fare quanti ricoprono ruoli istituzionali o politici, ovvero andare nelle aziende, informarsi, vedere, guardare e sapere. Bisognerebbe approfittare di eventi come il Forum ISSA Pulire per conoscere da vicino le reali difficoltà e le preziose opportunità che offre il settore”. Walter Ricciardi, Professore di Igiene e salute Pubblica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di RomaLa pulizia come valore assoluto e imprescindibile negli ospedali, nei luoghi di cura e in qualsiasi luogo. Lei è d'accordo?“Pulire, igienizzare e sanificare equivale a salvare delle vite umane. Ribadisco che bisogna fare molta attenzione. Il rischio è che una sorta di omologazione politica e sociale ci porti a sottovalutare i rischi: il virus SARS CoV-2 circola ancora e mieterà altre vittime, specie tra i soggetti più fragili. La distanza di sicurezza, le mascherine e la ventilazione dei luoghi chiusi sono presìdi fondamentali che vanno utilizzati, insieme alla pulizia, per combatterlo efficacemente. Tutti gli strumenti di sanificazione sono centrali già in tempi ordinari, in questo momento ancora di più. Credo che l’imperativo categorico sia concentrato in una parola: prevenzione”.Il mondo accademico-scientifico e il settore delle pulizie e dei servizi dovrebbero a suo parere dialogare maggiormente?“Ne sono più che convinto: occasioni come questa sono davvero apprezzabili per il confronto e lo scambio di esperienze. I nostri sono “mondi” paralleli, chiamati a collaborare strettamente per raggiungere i grandi obiettivi dell’igiene, della prevenzione e della salute. Spero che occasioni come questa si possano ripetere con sempre maggiore frequenza”.Cesare Damiano, Consigliere di Amministrazione di INAIL, Consulente del Ministero del Lavoro, già ministro del Lavoro e della Previdenza SocialeSi va affermando un modo nuovo di concepire la pulizia, sempre più specifico e professionale?“Dopo la pandemia, il sistema delle pulizie si è caricato di nuovi compiti, come ad esempio la sanificazione degli ambienti. Naturalmente, a differenza del 2020, anno dello scoppio della pandemia, attualmente abbiamo a disposizione il vaccino, un’arma efficace che ha cambiato il rapporto con il virus. Sappiamo però che questo rimane un virus potenzialmente mortale perciò, quando parliamo di sanificazione dobbiamo allargare il campo della nostra osservazione dalla semplice, antica, tradizionale pulizia dedicata, abbracciando una visione che comprenda igienizzazione, sanificazione necessaria, trattamenti anti acari, atti di intervento sulle allergie per la prevenzione in un asilo nido, in un ambiente scolastico o in un qualsiasi luogo di lavoro”.Anche nell’ambito delle pulizie, abbiamo il grosso problema degli infortuni sul lavoro…“Il doloroso tema dei morti e degli infortuni sul lavoro, al quale aggiungo quello delle malattie professionali, rappresenta una vera e propria piaga sociale. L’INAIL, censendo i primi otto mesi di quest’anno, ha rilevato come gli infortuni non mortali siano cresciuti del 37% rispetto al 2021; le malattie professionali del 7%, mentre diminuiscono gli incidenti mortali del 13%. Però il dato non ci deve ingannare perché in qualche modo risulta condizionato dalle morti da Covid-19, che come sa è stato equiparato a infortunio sul lavoro. Quindi se noi togliamo le morti da Covid che nel 2021 sono state 199 nei primi otto mesi e nei primi otto mesi di quest’anno solo 14, vediamo che le morti esclusive da luogo di lavoro e in itinere, tolto il Covid-19, aumentano del 16%. Si tratta di un dato particolarmente preoccupante che ci dice che abbiamo bisogno di lavorare molto sulla prevenzione, soprattutto sulla ricerca applicata al ciclo produttivo”.Andrea la Guardia, Direttore Legacoop Produzione e ServiziMorti sul lavoro e infezioni ospedaliere sono due gravi fenomeni che ancora affliggono il nostro Paese… “Le procedure emergenziali di sicurezza e sanificazione, così come i protocolli straordinari adottati in tempo di pandemia devono assolutamente rientrare nella quotidianità. Ci dobbiamo abituare all’idea che le pandemie possano accadere di nuovo e non è nemmeno detto che questa sia terminata. Lo slogan “meglio prevenire che curare” deve essere il filo conduttore dell’azione legislativa e operativa anche per quanto riguarda la pulizia e sanificazione, perché la scienza ci spiega che il virus permane sulle superfici e dalle stesse va eliminato, così come vanno rimossi i batteri che negli ospedali determinano le infezioni correlate all’assistenza che ogni anno provocano un’inaccettabile quantità di morti”.Perché da parte delle istituzioni permane la cronica difficoltà a rendersi partecipi dell’importanza strategica del settore delle pulizie e dei servizi integrati, investendo con risorse e mezzi adeguati, in formazione e professionalità?“Purtroppo, oggi, nella classe politica prevalgono alcuni miti che andrebbero smontati: la spending review e la parità di bilancio a fine anno. Il politico di turno si sente bravo se a fine anno ha fatto risparmiare lo Stato. Però non dimentichiamo che la spesa pubblica riguarda anche i nostri servizi, per cui magari ad anno concluso si festeggia la parità di bilancio, mentre poi il Paese sprofonda nell’inefficienza. È proprio da qui che deve avvenire l’inversione di tendenza: occorre intendere questi servizi come una questione strutturale del Paese che, attraverso efficienti politiche industriali ed economiche deve investire nel settore risorse adeguate”. Maurizio Pedrini