Una norma per misurare l'economia circolare

Nonostante si parli spesso di economia circolare, sono sempre mancate norme e criteri, uguali per tutti, che consentissero di misurarla. Questa lacuna è finalmente colmata dalla norma UNI/TS 11820, che ne rende possibile il rilevamento da parte delle organizzazioni presenti in Italia. La misurazione della circolarità era richiesta anche dal PNRR, con l’obiettivo di prevedere uno specifico ruolo per la sua misurazione tecnica.“Il tema dell’economia circolare negli ultimi anni è arrivato ad essere costellato da centinaia di definizioni, numerosi business model, buone pratiche e migliaia di indicatori, spesso settoriali e difficilmente quantificabili - afferma Primiano De Rosa-Giglio, Business Line Manager Sustainability di TÜV Italia, ente indipendente di certificazione - Tutto ciò ha portato grande confusione e poca concretezza. La pubblicazione della norma UNI/TS 11820 pone finalmente termine a questi problemi, fornendo alle aziende di qualsiasi settore e dimensione uno strumento che permette di calcolare il proprio livello di circolarità sulla base di una serie di parametri univoci e facilmente quantificabili, arrivando così a un indicatore finale misurato in termini percentuali. Si tratta di un elemento di svolta per il mondo dell’economia circolare che permette finalmente di identificare in maniera trasparente le aziende che hanno un modello di business realmente circolare”.Come è strutturata la normaLo standard analizza la circolarità secondo un’ampia prospettiva (inclusi gli approcci complementari come life cycle thinking, material flow analysis, resource value maintenance e value recovery) e prevede la compilazione di settantuno indicatori suddivisi in sei categorie:

  •     risorse materiali e componenti;
  •     risorse energetiche e idriche;
  •     rifiuti ed emissioni;
  •     logistica;
  •     prodotto e servizio;
  •     risorse umane, asset, policy e sostenibilità.
Ad ognuno degli indicatori presenti nelle differenti categorie è attribuito un valore e, attraverso una semplice formula di calcolo, si può ottenere un livello di circolarità, restituito in valore numerico percentuale. Una volta calcolato, ciascuna organizzazione può valutare la conformità del risultato, mediante un’attività di valutazione che può essere di:
  • prima parte: autovalutazione da parte della stessa organizzazione;
  • seconda parte: valutazione a cura del cliente dell’organizzazione;
  • terza parte: valutazione da parte di un organismo indipendente, accreditato attraverso le norme UNI che disciplinano l’asserzione di circolarità.
Fonte: comunicato stampa TÜV Italia

Se l’articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:

Nessun commento

Lascia un commento