Ivana Barbacci vive a Perugia, dove si è laureata e ha insegnato nella scuola dell'infanzia, per passare poi a primaria e secondaria di I grado come docente di lettere. Entrata a far parte della segreteria nazionale della CISL Scuola nel 2015, ne è diventata segretaria generale. L’abbiamo incontrata per raccogliere il punto di vista di uno dei principali sindacati italiani sulle complesse tematiche che investono oggi la scuola italiana, con l’attenzione puntata sull’igiene quale fondamentale garanzia di prevenzione e sicurezza a beneficio di quanti frequentano ogni giorno gli edifici scolastici.Qual è a suo avviso lo stato di salute della scuola italiana nel post pandemia, e quali problemi vanno prioritariamente affrontati?“La scuola italiana ha sostanzialmente superato le difficoltà sanitarie legate alla pandemia. Ora occorre recuperare il gap registrato in alcuni processi di apprendimento. Per questa ragione, in prospettiva, sarà indispensabile intervenire con politiche di respiro più ampio, non circoscritte al solo ambito dell’istruzione: se questo non avverrà, rischia di essere compromessa anche l’efficacia delle risorse assegnate alle scuole, che non bastano da sole a garantire il successo delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica. È indispensabile agire in un’ottica di sistema, cercando di aggredire e risolvere le criticità rilevate: un’esigenza che chiama in causa diversi livelli di responsabilità, da quelli del Governo centrale fino ad arrivare a ogni singola istituzione scolastica”.Crede che il patrimonio di esperienze e conoscenze maturato in questi anni di pandemia debba essere valorizzato diffondendo maggiormente la cultura del pulito? “La Cisl è stata sempre sensibile non solo alle tematiche sanitarie strettamente legate alla fase pandemica, ma soprattutto e più in generale alla diffusione della sicurezza nei luoghi di lavoro e alla prevenzione degli infortuni. Un diritto di chi lavora, un preciso dovere per datori pubblici e privati. Il nostro sindacato ha ripetutamente dato prova di credere particolarmente nella cultura dell’igiene e della prevenzione. Ovviamente ritengo che si possa e si debba fare ancora molto per diffondere e valorizzare questo fondamentale obiettivo: continueremo a operare in tutte le sedi, a partire da quella governativa, ma anche attraverso la formazione e la sensibilizzazione dei nostri iscritti, per raggiungerlo. È giusto, però, ricordare anche le non poche cose già fatte per conciliare al meglio il diritto alla salute e all’igiene dei docenti e del personale con quello all’istruzione. I nostri documenti, le guide prodotte e le molteplici iniziative sviluppate testimoniano questa forte volontà”.Quanto è importante il tema della formazione e degli investimenti per garantire la massima igiene nelle scuole italiane?“La formazione in tema di sicurezza e prevenzione è un tassello fondamentale e deve investire tutta la comunità educante, non solo i collaboratori scolastici che comunque hanno un ruolo di primaria importanza nel garantire l'igiene e la pulizia dei locali. Come è noto, formazione e informazione costituiscono le attività attraverso le quali viene data concreta attuazione al principio di attiva partecipazione al sistema della sicurezza e prevenzione dai rischi. Essa è obbligatoria per i dirigenti, per i preposti, per i lavoratori, per gli studenti equiparati ai lavoratori, per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), per i dirigenti-RSPP, per gli addetti antincendio e al primo soccorso. Siamo convinti che l’esperienza della pandemia abbia posto con forza l’esigenza di rafforzare ulteriormente tutti gli aspetti formativi che investono l’igiene e la pulizia, elementi centrali di qualsiasi strategia di prevenzione e sicurezza a scuola”. Un aspetto abbastanza trascurato anche durante la pandemia è stato quello della salubrità dell’aria indoor. Crede che questo problema vada finalmente affrontato seriamente? “Certo, occorrono risorse, mezzi adeguati e formazione specifica. La salubrità dell'aria indoor è una tematica particolarmente delicata, perché negli ambienti chiusi gli agenti inquinanti sono molti. Di sicuro occorre una costante ventilazione e ricambio dell'aria, che in determinati contesti non sempre è sufficiente. Le linee guida del 3 agosto sull’aerazione stabiliscono – tra l’altro - che “il dirigente scolastico richiede alle autorità competenti (Dipartimenti di prevenzione delle Asl e dell’Arpa) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuare le soluzioni più efficaci da adottare”. La nota ministeriale del 19 agosto, denominata Riferimenti tecnici e normativi relativi all’avvio dell’anno scolastico 2022-2023, ha successivamente ribadito che, sulla base degli esiti di suddetta attività, “il dirigente scolastico è tenuto a chiedere all’ente proprietario dell’edificio di attivarsi, per porre in essere gli interventi necessari proposti da Asl e Arpa. Siamo sinceramente preoccupati in quanto, nei fatti, il protocollo non sembra funzionare, anche perché il rischio concreto è quello di scaricare le responsabilità di un problema così delicato e complesso solo sui dirigenti scolastici. Per questo motivo ho proposto di costituire una task force che metta attorno ad un tavolo vari soggetti e rappresenti un concreto aiuto per i dirigenti scolastici nell’affrontare, per quanto di loro competenza, un problema che chiama in causa direttamente anche gli enti locali, Comuni e Province, proprietari degli edifici scolastici”.Il feedback pervenuto dai vostri iscritti ha confermato un salto di qualità negli investimenti da parte delle scuole nella scelta di attrezzature e prodotti per curare il più possibile la pulizia delle aule e degli ambienti indoor?“Gli istituti scolastici hanno investito molte risorse per garantire la sicurezza durante la fase pandemica, su questo non c’è alcun dubbio. Più in generale, va detto che la pandemia da Covid-19 ha posto le scuole nella necessità di investire in prodotti chimici, attrezzature, macchinari per la pulizia e formazione di collaboratori scolastici e docenti. Questo compito, che ha visto impegnati in prima linea i Dsga, ha creato un rapporto più stabile e qualitativamente elevato da parte delle realtà scolastiche con le aziende fornitrici del settore. Il tutto in un contesto inedito, finalizzato a far sì che anche questo sforzo potessero garantire in futuro un funzionamento concreto, sostenibile e innovativo dei settori dell’istruzione e della cultura. Noi riteniamo che il Governo debba continuare a investire in maniera massiccia anche nell’ambito dell’igiene e della sicurezza, elemento essenziale della prevenzione e della qualità della vita scolastica delle nuove generazioni”.Maurizio Pedrini