Nell’ambito della difesa antiparassitaria di strutture sensibili quali le industrie alimentari e i presidi ospedalieri (tanto per citare i più importanti) bisogna tener conto anche del colombo urbano.
Infatti, è sempre più difficile trovare territori in cui queste entità infestanti volanti non creino dei reali o potenziali pericoli. Sul perché si stia constatando il loro ubiquitario aumento (da est a ovest e da nord a sud) non è facile formulare delle ipotesi attendibili, suffragate da dati statisticamente significativi. Tuttavia, nel realizzare piani di contenimento è opportuno approfondire l’argomento, se non altro per cercare di trovare una soluzione ‘cucita’ su misura. Una cosa è certa: una circostanziata valutazione del problema è necessaria, per realizzare un progetto di controllo in grado di avere una percentuale di successo soddisfacente. Prendiamo a prestito la termi nologia medica, anche perché il mondo dei colombi gravita in buona parte nel mondo veterinario. La prima fase è relativamente semplice, si potrebbe chiamare diagnostica. Deve rispondere a tre domande:
La seconda fase, quella terapeutica, è già più complessa e non perché manchino le soluzioni tecniche, al contrario: proprio perché ve ne sono troppe (e alcune davvero fantasiose, che spesso sono le più emozionanti). In questo caso le domande sono sempre tre:
La terza fase - ed è importante - è quella del tempo necessario per giungere alla guarigione (controllo del problema). La prognosi sarà fausta se si risponderà correttamente a tre fatidiche domande:
In questo scenario ben si collocano le giornate di studio che I.N.F.U. (Istituto Nazionale Fauna Urbana) sta organizzando appunto per proporre soluzioni realistiche tecnicamente e scientificamente valide. I principali argomenti trattati saranno:
Al momento attuale vi sono due riferimenti certi: a Imola il 4 aprile e a Roma il 10 dello stesso mese. Se ne ipotizzano altri, e le città più probabili sono Torino e/o Milano, senza alcuna preclusione ad altre realtà che, strada facendo, si dimostrassero interessate.
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Specie:Columba livia
Nome volgare: Colombo o piccione
Nome inglese: Pigeon
Rispetto al Piccione selvatico, da cui ha origine, il colombo di città è più robusto, tozzo e pesante. Il piumaggio è di colorazioni variabili anche se solitamente è grigio-bluastro con due bande alari nere ed una barra nera all’estremità della coda; il groppone bianco può risultare assente.
Lunghezza: corpo + testa circa 33 cm
Lunghezza coda: circa 13 cm
Apertura alare: circa 50 cm
Peso: 300-400 g.
REGNO: ANIMALE
PHYLUM: VERTEBRATI
CLASSE: UCCELLI
ORDINE: COLUMBIFORMI
FAMIGLIA: COLUMBIDI
SPECIE: Columba livia
Molto diffusa
Specie cosmopolita: con grande spirito di adattamento, ormai ha invaso le città ed i centri abitati, dove trova protezione, spazi per nidificare e una grande quantità di cibo.
Piazze, giardini, monumenti ed edifici in genere dove predilige tetti, sottotetti, cornicioni, grondaie ostruite, davanzali, terrazze, anfratti e cavità di muri.
Il sue regime dietetico è costituito principalmente da granaglie e semi, ma la convivenza con l’uomo nei centri abitati ha reso il piccione praticamente onnivoro (cascami di cucina, rifiuti alimentari, pane, pasta, dolciumi).
La razione giornaliera di cibo è di circa 30 g, mentre di acqua è di 60-90 g.
Durata periodo di cova: 17-19 gg
N° generazioni/anno: 2-3, fino a 9
N° figli/coppia/anno: 3-4,5 in media.
N° uova/covata: 2
In volo: a 21-35 gg di età
Maturità sessuale: a 5-8 mesi di età
Vita media: 5 anni.
Danni di immagine: Il degrado di piazze e monumenti scoraggia il turismo.
Danni igienici: La presenza di piccioni in un ambiente è rivelata dall’accumulo rapido di incrostazioni formate da deiezioni, piume e penne. Le polveri che si staccano da tali sedimenti sono cariche di microrganismi, possono venire inalate, ingerite o depositarsi su altre superfici circostanti.