In un primo tempo esporrò i fatti, poi avanzerò qualche ipotesi sul come l’errore sia potuto accadere e terminerò con alcune notizie di queste piante nella fitoterapia erboristica.Ci troviamo in una di quelle case dove convivono nuclei familiari fra loro legati da vincoli parentali più o meno stretti, costruita fra le due guerre dalle mani di un lungimirante bergamasco con l’aiuto di amici e parenti, circondata da un terreno dove, in maniera disordinata, si trovano essenze arboree lasciate libere di esprimere la loro natura senza nessuna cura e neppure l’ombra di potature. Fra questa vegetazione emergono due belle querce affette dall’endemico oidio, detto anche mal bianco, e da numerosi insetti fra cui vaganti larve pelose.I dati che ho potuto raccogliereTutto procedeva in una bucolica convivenza finché un segugio che aveva annusato queste larve vaganti non diede segni di disturbi respiratori e il veterinario stabilì, a ragione, che la causa era dovuta ai peli urticanti delle “gate peluse” termine entomologico dialettale.Chiamato d’urgenza un amico disinfestatore questi incaricò un suo tecnico di intervenire con la massima urgenza utilizzando quella confezione di Bacillus (§) avanzata dalla stagione precedente. Detto fatto il tecnico a bordo del suo pick-up con relativo cannone e pompa irroratrice partono per risolvere il problema.Ora cerco di ricostruire i fatti così come mi sono stati raccontati: il dialogo si svolgeva in dialetto e l’obiettivo era risolvere tutto in un batter d’occhio. La decisione fu di utilizzare la lancia-mitra per limitare la deriva. Ed ora la descrizione del protocollo operativo:
- Riempito il serbatoio si aggiunge la confezione di Bacillus (primo errore: è quello per la lotta alle zanzare).
- Si comincia a irrorare e le larve non muoiono (non sarebbero morte neppure se il Bacillus fosse stato quello giusto).
- Si decide di aggiungere un insetticida (deltametrina) caricando la dose con il risultato che le “gate peluse” danno segni di sofferenza e alcune muoiono (secondo errore: miscelare due insetticidi e “caricare la dose” a occhio, con il risultato di ottenere un effetto killer in pochi minuti (!) e un effetto fitotossico nel giro di qualche giorno. Ma al momento tutti si congratulavano di aver sterminato la maggior parte delle larve.
Come anticipato, al manifestarsi dei primi sintomi fitotossici ci si comincia a chiedere il perché e il titolare sentendo il resoconto di come si fossero svolti i fatti rimane basito e cerca di puntualizzare le sue istruzioni. Come accade in questi casi avviene il ping-pong io avevo detto… non è vero… ecc. ecc.A questo punto però, nonostante le piante fossero lasciate allo stato brado, dispiaceva a tutti che morissero, per cui mi trovai coinvolta come “esperta” insieme a un tecnico del Consorzio Agrario per risolvere la questione.Il da farsi fu:
- Lavaggio della chioma con acqua riposata dopo un paio d’ore dal tramonto del sole (onde evitare choc termici).
- Visto che dopo due lavaggi non si notavano miglioramenti, anzi parecchie foglie erano totalmente ingiallite si decise di non fare nulla sperando in una ripresa spontanea. E così fortunatamente avvenne!
Vero è che il tecnico del Consorzio aveva proposto anche una concimazione fogliare a base di chelati di ferro che avrebbe fornito gratuitamente, ma chi si è scottato una volta finisce con l’avere paura anche dell’acqua fredda per cui non se ne fece nulla. Come un tecnico dalla lunga e onorata esperienza, sotto la pressione di persone agitate dallo stato di sofferenza del loro cane abbia agito in modo sconsiderato resta un mistero e anche un monito: la prudenza e il buon senso sono nemici della fretta. Aggiungo che per paura che le larve morte o moribonde fossero mangiate dalle galline furono raccolte e sotterrate e, per quanto mi è dato sapere, l’infestazione non si è più riproposta.A ripensarci bene gli “errori” furono più di due!(§) nei dialoghi non viene mai menzionata la differenza fra le varietà del Bacillus thuringiensis subsp. kurstaki usate come agenti di controllo biologico contro i lepidotteri e Bacillus thuringiensis var. israelensis attivo contro le larve delle zanzare; in effetti la quotidianità del nostro linguaggio porta a certe imprecisioni di uso comune.a cura di Chiara Dassi