Il 3 e 4 marzo a Roma, all’Auditorium Parco della musica, Legacoop ha tenuto il proprio 41° Congresso nazionale intitolato “L’impresa del futuro: cooperativa per tuttə”. Abbiamo incontrato Andrea Laguardia per analizzare i temi che sono stati affrontati, che investono con grande interesse il settore delle pulizie professionali e del Facility Management.Dottor Laguardia, perché avete scelto proprio questo titolo per la vostra massima assise?“Lo abbiamo voluto per restituire il messaggio che le cooperative sono delle imprese inclusive: intendono operare senza escludere nessuno. Rappresentiamo, infatti, un modello d’impresa che ha origini antiche; Legacoop nasce 137 anni fa, ma crediamo che questa nostra straordinaria storia sia stata possibile perché il nostro modo di essere impresa si è evoluto e progressivamente trasformato, a fronte delle complesse e delicate fasi storiche, economiche ed associazionistiche che ha attraversato. Siamo fermamente convinti che la forma cooperativa rappresenti la forma che risponde al meglio ai bisogni futuri. Il nostro obiettivo è creare lavoro sano, per dare a tutte e tutti la possibilità di vivere una vita dignitosa. In buona sostanza, al di là dello slogan, in questo periodo di incertezza economica, sociale e lavorativa il modello cooperativo rappresenta un’opportunità davvero preziosa”.Quali sono stati i temi al centro del dibattito? So che si è parlato, tra l’altro, di innovazione, di welfare e degli impegni per il futuro.“Abbiamo intrecciato il dibattito congressuale con quello della revisione dei principi cooperativi, incardinando i nostri temi nazionali con quelli a livello mondiale. Questo sforzo, rivelatosi assai stimolante e proficuo, ci restituisce una dimensione, che va oltre la nostra associazione e l’attualità dei temi che quotidianamente affrontiamo, proiettando il nostro movimento in una dimensione mondiale. Negli ultimi anni abbiamo assistito al nascere di nuove forme d’impresa che nello statuto non hanno scritto cooperativa ma che allo stesso tempo, a mio parere, realizzano o tentano di realizzare i nostri stessi obiettivi. Credo che questo sia stato possibile, soprattutto in Italia, grazie al nostro impegno. Dopo 137 anni di storia, se ti copiano vuol dire che hai avuto ragione. Mi riferisco a tante tipologie di situazioni: Imprese sociali, b corp, le imprese benefit, le piccole srl tra lavoratori, le associazioni culturali, le nuove forme di mutualismo tra lavoratori, l’autorganizzazione dei cittadini, ecc. Esiste, insomma, un mondo multiforme, nato e cresciuto fuori dai nostri confini, ma che in realtà e, forse inconsapevolmente, s’ispira ai nostri stessi principi ed è un mondo senza rappresentanza. Nei prossimi anni dovremo interrogarci se e in che modo aprire la nostra casa a nuove forme d’impresa mutualistica; saremo chiamati cioè a decidere se rappresentiamo e tuteliamo chi aderisce in varia forma ai nostri principi, oppure chi li realizza esclusivamente nella forma di cooperativa che abbiamo conosciuto fino ad oggi.”Veniamo agli argomenti affrontati nelle varie sedute che investono maggiormente il mondo dei servizi e della pulizia professionale. Quale apporto può dare, in prospettiva, la cooperazione alla crescita di questo settore?“Legacoop Produzione e Servizi, l’associazione all’interno di Legacoop che rappresenta anche il settore del multiservizi, ha l’onore di avere tra i propri aderenti i principali player del mercato delle pulizie. Quindi, se il settore delle pulizie professionali negli ultimi anni è cresciuto non solo in termini economici, ma anche di visibilità, è grazie alle imprese cooperative. L’apporto che diamo al mercato è soprattutto quello dell’innovazione dei processi e dei prodotti, in un’ottica di sostenibilità ambientale. Nel futuro saremo impegnati da un lato a fare in modo che le nuove norme, il prossimo Codice degli Appalti, non danneggino le nostre imprese e dall’altro a sostenere la ricerca e l’innovazione del nostro sistema d’imprese.”Il tema della sostenibilità e della difesa dell’ambiente si collega strettamente ad un modello di pulizia diverso e maggiormente sostenibile: come potranno essere attuati i nuovi CAM con una Pubblica Amministrazione che appare ancora impreparata a questo importante salto di qualità?“La risposta in questo caso è semplice: investendo nel settore dei servizi e uscendo dalla spirale, che non si è mai invertita, della spending review. La transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale non è a costo zero. Molti aspetti dei CAM mal si conciliano con una riduzione delle risorse. Inoltre, serve una riforma delle stazioni appaltanti, che non significa soltanto riduzione, ma anche formazione e qualificazione del personale.”Il PNRR, finora ha rappresentato un’occasione di cambiamento anche per il nostro settore o permangono criticità tali da mettere in dubbio la sua reale utilità a questo scopo?“Il PNRR, ad oggi, è contraddistinto dal freno del ritardo che rischia di mettere a repentaglio investimenti necessari per migliorare le infrastrutture del nostro Paese. Un pericolo che avevamo denunciato sin dall’inizio: è impossibile spendere più di 200 miliardi nei tre anni che restano utilizzando gli strumenti ordinari per appaltare i lavori. Se si vuole raggiungere il traguardo nei tempi previsti, bisognerà prevedere dei commissari straordinari per ogni missione per accelerare al massimo gli interventi ed evitare che i singoli progetti muoiano sepolti da burocrazia e ricorsi.”Qual è, in definitiva, il bilancio di questo congresso e quali obiettivi si pone Legacoop a breve e medio termine?“È stato un congresso entusiasmante, ricco di contenuti che ci permette di avere gli utensili giusti per affrontare il futuro. Lo considero di “svolta” in quanto abbiamo discusso dei nostri principi fondanti e c’è stato un ricambio del gruppo dirigente, un passaggio di testimone da una generazione all’altra. I nostri obiettivi a medio e lungo termine sono quelli di continuare a promuovere la cooperazione come strumento per rimuovere le diseguaglianze nel mondo del lavoro attraverso una forma d’impresa che coniuga nelle stesse mani lavoro e capitale, raggiungendo questo obiettivo anche attraverso nuove forme di mutualismo.”Maurizio Pedrini