Venti minuti consumati tutti d'un fiato, appassionati e straordinariamente ricchi di aneddoti, ricordi e profonde conoscenze culturali. Tanto è durato l’intenso incontro con Giulio Guizzi, andato in scena mercoledì 10 maggio, sull’ideale palcoscenico rappresentato dalla Sala Roma. Ospite della Fiera ISSA PULIRE, a Milano, incalzato dalle domande del giornalista Maurizio Pedrini - direttore tecnico della nostra Rivista Dimensione Pulito, che ha promosso l’evento - il brillante autore - ha presentato la seconda edizione del libro “Pulizia Igienica e sanificazione. La sporca storia del pulito”, a cura di Edizioni LSWR. Non la semplice ristampa di un volume di successo, tradotto a suo tempo anche con un e-book in versione inglese (Cleaning & sanitation: a global history), considerato da molti lettori come una sorta di “bibbia” per gli estimatori e i professionisti della pulizia e sanificazione, bensì il frutto di continui approfondimenti e ricerche storiche e dell’acuta intelligenza dell’autore che, ottantaquattrenne, manifesta – a dispetto dell’età – un’insaziabile curiosità e tanta sete di sapere.
La copertina
“Di primo acchito - ha ammesso l’autore - la copertina non mi è piaciuta, perché mi ha ricordato certe insegne Tigotà e Acqua Sapone, ma riflettendoci sopra ho capito che la giovane grafica aveva colpito nel segno, raffigurando la pulizia com’è rappresentata nel comune immaginario collettivo, ovvero la pulizia fatta in casa dalla mamma, che invece nulla ha a che fare con la nostra idea di pulizia professionale.” Dunque, la classica stereotipata visione della moderna, specializzata e meccanizzata pulizia per la quale ci battiamo. “In effetti - ha riconosciuto subito l’interlocutore - la nostra, quella professionale, ha poco a che spartire con la casa, rivolta com’è al grande traffico sulle superfici industriali, cantieristiche, produttive, ospedaliere e comunitarie. Oggi include anche certi spazi urbani.” Insomma, l’ennesima provocazione di un uomo che, della “provocazione culturale” ha fatto la propria mission – talvolta da incompreso – in un settore dove la cultura appare talvolta come una sorta di “piatto indigesto” rispetto alla necessità di produrre, vendere, fare affari e fatturato. “Il pulitore - ha detto Guizzi tornando alla provocatoria copertina del libro - può operare al meglio, ma solo se è equipaggiato dalle macchine e attrezzature che in copertina lo circondano, ovvero le lavasciuga pavimenti, le spazzatrici, le monospazzole professionali e tanti altri preziosi strumenti di lavoro sapientemente disegnati dall’illustratrice.”
La scienza del pulire
Ma come apprendere al meglio la scienza del pulire e l’uso appropriato delle macchine, dei detergenti e dei disinfettanti? L’intervistato non si è certo sottratto a questa stimolante domanda, rispondendo con la solita straordinaria competenza e la passione che tutti gli riconoscono. “Questo è il punto - ha ammesso - l’esperienza pratica non basta più. Occorrono teoria e formazione, studio e passione. Solo così una professione sempre negletta ed improvvisata potrà diventare un lavoro specializzato, con il relativo, anche se misconosciuto, apprezzamento economico. Il mio libro - ha continuato - è dedicato proprio a questa diffusione e valorizzazione che deve posare su due pilastri: da un parte la scuola, dall’altra la diffusione della cultura del pulito, anche on line.” Poi, un’altra immancabile domanda: da chi vorresti fosse letto il tuo libro? “Mi basterebbe che lo leggessero i formatori, ma credo sarebbe utilissimo anche ai venditori, per dare spessore al loro dire, perché il testo dimostra come davvero la pulizia sia ‘valore assoluto’.”
Il ruolo di Afidamp
“I soggetti ai quali l’ho dedicato devono sapere quali sono state le tappe evolutive del pulito. Proprio perché, se equipaggiati a dovere, possono sconfiggere lo sporco nemico, apportando un fondamentale contributo alla prevenzione, per esempio nella lotta alle Infezioni Correlate all’Assistenza, che causano ogni anno migliaia di vittime negli ospedali italiani. AFIDAMP, dunque, che rappresenta un sicuro faro di riferimento nel settore perché da sempre impegnata in prima linea su questo terreno.” Non a caso Guizzi ha voluto dedicarle una spazio particolare del volume appena uscito: “Ho chiesto ed ottenuto che fosse inserita una pagina: la ‘carta d’identità’ dell’associazione AFIDAMP per promuovere adesioni ed iniziative.” Pulitore, dunque, destinatario privilegiato del libro ma anche soggetto privilegiato di un ideale percorso di crescita professionale e associativa. Ma come mai, è stato chiesto a Guizzi, non esiste in Italia un’associazione tra pulitori, a differenza delle imprese di pulizia, grandi o piccole, che nel nostro Paese hanno associazioni collegate con le centrali imprenditoriali nazionali? “In effetti - ha risposto l’autore - non esiste. Online c’è qualche tentativo legato alle piccole imprese e ai ‘beginner’. Cito qualche esempio nel libro, ma dal punto di vista della cultura del pulito il livello è basso. Per giunta, emerge tanta improvvisazione ed incompetenza, anche se vicino alla buona volontà. In America una delle associazioni più influenti, anche per la sicurezza, è l’IWCA (International Window Cleaners Association) dei soli pulitori di vetri. È fin troppo facile immaginare la forza numerica e di ‘lobby’ delle altre.” Ma com’è la situazione in Europa? “In Francia la FEP, imprese federate della ‘propreté’, ha lanciato ‘Life Plus’ con imprese inglesi, belghe, tedesche e italiane: progetto di sostenibilità ambientale per l'environnement. In UK il BICS, promotore di ‘Cleaning Science’ dal 1961 conta 54.000 iscritti.” Altro aspetto di stretta attualità: il tema della sanificazione portato alla ribalta dalla Pandemia: la riedizione del libro contribuisce a far conoscere meglio i complessi e delicati compiti della sanificazione? “Sì, solo come informazione ed aggiornamento. Ma segnalo che si deve partire terra terra con la vera formazione, occorre anche qui ‘mettersi alla stanga’, cominciando da una cosa semplicissima: il pulitore deve saper fare le pulizie non come sono fatte nella sua casa, ma come dovrebbero essere fatte se la casa fosse sua. Con scienza.”
L’Ordine di Malta e la via del sapone
A questo punto, le domande dell’intervistatore si sono focalizzate sul curioso sottotitolo del volume, “dall’Oro Blu al Metaverso, via Malta: perché? All’Ordine di Malta mi sono avvicinato studiando la preparazione della battaglia di Lepanto; non avrei mai immaginato il contributo che veniva all’igiene da Malta e dall’amore per la salubrità dei cavalieri. Malta è piattaforma fondamentale di passaggio dall’Oriente all’Occidente dell’igiene medica. L’avamposto monacale Benedettino di Malta accoglie tutta la scienza medico-igienica che proviene da Bisanzio, Grecia, Medio Oriente Asiatico, civiltà giudaica della Palestina, Egitto e, soprattutto, mondo arabo. La integra e mixa con la propria scuola salernitana-amalfitana, proiettandola nel retrogrado ed arretrato Nord Europa inglese e tedesco, tramite Venezia Genova e Marsiglia.” Nel libro si parla della Via Globale del Sapone, ovvero del primo storico approccio ai detergenti e agli equipaggiamenti per pulire: di che si tratta? È una visione suggestiva o una scoperta storicamente dimostrabile? Guizzi non ha dubbi. “La monografia su Malta, frutto della mia ricerca, lo dimostra in modo chiaro: la regina Elisabetta Prima d’Inghilterra usava solo il sapone che veniva da Aleppo e arrivava in Inghilterra già dalla fine del 1200. Sviluppando questo percorso, ho scoperto anche tante altre cose interessanti, ma non vorrei anticipare troppe cose, rischiando di privare i lettori del gusto e del piacere della scoperta. Invito perciò quanti mi seguono alla grande fatica della lettura”, ha concluso Guizzi. Applausi e complimenti sinceri, al termine dell’incontro che si è concluso con l’augurio e la certezza che il grande cultore del pulito della cui amicizia andiamo particolarmente fieri, si sia già messo all’opera per proporci - tra non molto – un altro libro, frutto delle sue interessantissime ed accurate ricerche sulla storia della pulizia.Maurizio Pedrini