Tutte le strutture sanitarie sono pensate per ospitare categorie di persone a rischio, fragili o che hanno bisogno di assistenza continuativa per la gestione delle loro attività quotidiane. Hospice, case di cura, case di riposo, RSA, sembrano tutti sinonimi ma in realtà si differenziano principalmente per il tipo di assistenza e di servizi erogati. Possiamo dire che tutte e quattro queste strutture hanno come scopo il miglioramento della qualità della vita del paziente, ma ci sono poi delle caratteristiche specifiche che le distinguono, in base alla tipologia di assistenza fornita. La gestione degli infestanti non è sempre semplice e, partendo dal presupporre (spesso auspicare) che vi siano già delle buone pratiche di gestione e manutenzione (a partire dalla pulizia), una valutazione del rischio, almeno per i principali target, è il primo step da realizzare nell’ottica di buone pratiche di IPM. Dovrebbe, e dico dovrebbe essere sempre così al netto delle “sorprese” date dalla stagionalità oppure da casi che capitano per motivi di improvviso ingresso “passivo” e assolutamente definibile “accidentale” direttamente attraverso le persone o oggetti materiali trasportati all’interno. A questo proposito mi viene in mente un delicato caso occorso, circa un mese fa, in una RSA Toscana, di nostra gestione d’appalto, in cui un paziente ha improvvisamente lamentato disagi, fastidio e anche dolore provocato da pomfi pruriginosi su tronco braccia e gambe (coperti da indumenti). Alla segnalazione, il sospetto principale è ricaduto subito su possibili effetti provocati dall’attività di Cimice dei letti (Cimex lectularius, acclarato ectoparassita ematofago, anche per uomo) ma un campione di polveri e materiali recuperati nella stanza, da me direttamente richiesti e analizzati (per opportuna ricerca e valutazione della causa e del “protagonista” scatenante il disagio) ha portato alla luce, dopo analisi al microscopio binoculare, trattarsi in realtà di Dermanyssus gallinae (De Geer): l’acaro rosso dei polli. La femmina misura circa 1mm di lunghezza e può apparire grigia oppure rossastra dopo il pasto di sangue. Dopo avere effettuato il pasto di sangue, che non dura più di un’ora, un’ora e mezza, depone durante la sua esistenza fino a 35 uova nelle vicinanze degli ospiti. Esse si presentano di forma ovale biancastre (0.4mm). Le forme giovanili sgusciano alla temperatura di circa 30°C dopo circa 2-3 giorni di incubazione. Le larve non si nutrono, e sono caratterizzate dall’avere 6 zampe, ma dopo avere svolto la prima muta e divenute ninfe di prima età con 8 zampe (protoninfa) cominciano a ricercare il pasto di sangue. Dopo una successiva muta, ninfa di seconda età, l’acaro raggiunge la forma adulta con una terza muta. In situazioni ottimali l’intero ciclo può concludersi in 7 giorni. Gli adulti possono sopravvivere anche 9 mesi senza pasto di sangue se la temperatura e il tasso di umidità restano in un range tollerabile. Gli allevatori, spesso, lamentano la presenza di “diverse specie” di acari, descrivendo animali di colore biancastro ed altri di colore rosso. Si tratta sempre di D. gallinae che, nel primo caso, è digiuno mentre nel secondo ingorgato del sangue dell’ospite, diventando rossastro. Le persone che subiscono accidentalmente gli effetti delle punture possono avere importanti reazioni allergiche provocate dalle sostanze presenti nella loro saliva. Ma come ha fatto l’acaro rosso a raggiungere il povero ospite? È presto detto, si è scoperto (facendo alcune interviste) che la sera prima della manifestazione cutanea, la madre dell’ospite aveva portato al parente degente degli indumenti da casa contaminati (persone viventi in una fattoria). Programmati due interventi “ad-hoc” (con adeguata preparazione del contesto) si è effettuato un trattamento termico ad alta temperatura e un lavoro di “rifinitura” con irrorazione di PMC negli interstizi della camera. Tutto il lavabile è stato fatto lavare a 60°C. Il caso si è risolto brillantemente, ma ha lasciato una lezione importante: la struttura ha imparato (visto il precedente) che presterà maggiore attenzione agli oggetti che entreranno da contesti-ambienti sospetti di potenziale introduzione di problematiche, mediante ispezioni accurate che possano prevenire l’instaurarsi dell’avversità.Alex Pezzin Responsabile tecnico scientifico Biblion Srl