Genova, come molte città portuali del Mediterraneo, ha dovuto e deve convivere con il problema legato alla presenza dei ratti. In particolar modo, più del 50% delle segnalazioni relative ad avvistamenti e/o carcasse di roditore proviene dal Centro Storico. Tale area è caratterizzata da un sottosuolo con impianti di scarico talvolta molto vecchi, nel quale confluiscono numerosi rivi coperti e dove vi è una forte presenza di turisti e attività gastronomiche (quindi cibo in abbondanza). Se la convivenza Uomo-Ratto è quindi sempre stata un elemento costante per la città, il periodo del lockdown ha ulteriormente acuito la percezione della presenza dei roditori nella cittadinanza. Il fenomeno, verificatosi in molte grandi città piccole e grandi (es. Londra e New York) è stato causato, con tutta probabilità, dalla costante presenza di rifiuti potenzialmente edibili sul territorio (indifferenziati e umidi), in concomitanza ad un ridotto disturbo derivante dalle attività umane.Per tale motivo, compatibilmente con quanto previsto dalla vigente normativa, nel corso degli ultimi tempi sono state messe in pratica alcune modifiche all’ordinario protocollo di derattizzazione, andando sempre di più verso un approccio integrato (spesso indicato con la denominazione IPM - Integrated Pest Management). La Pubblica Amministrazione ed in particolar modo l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Genova hanno permesso e supportato il presente Progetto pilota, denominato Progetto SfRatto, dando vita ad una vera e propria partnership tra Pubblico e Privato. Le modalità di mappatura, gestione e controllo del Progetto sono state effettuate secondo metodo scientifico, quindi confrontando due zone similari (una oggetto di trattamento e una di “controllo”) per criticità e potenziale presenza di ratti. I primi risultati ufficiali sono stati presentati al 13° meeting EVPMC (European Vertebrate Pest Management Conference) svoltosi dal 28 agosto al 1° settembre 2023, presso l’Università di Firenze, con una presentazione dal titolo: Urban fauna management through habitat modification: preliminary report of a pest management project on Rattus norvegicus in Genoa (NW Italy). I dati ottenuti, tutt’oggi in corso di analisi, saranno prossimamente oggetto di Pubblicazione scientifica dedicata.
Permanent baiting vs. Integrated Pest Management
Il Permanent Baiting è purtroppo ancora oggi la pratica più diffusa tra i disinfestatori e consiste nell’impiegare, all’interno di appositi erogatori di esca, formulati commerciali rodenticidi anche in quei luoghi in cui non vi sia evidenza di infestazione da roditori, ma nei quali vi sia anche solo un rischio potenziale di infestazione. Si tratta quindi di un uso improprio di prodotti concepiti per l’impiego in luoghi con infestazioni conclamate, favorito dall’introduzione sul mercato dei blocchetti paraffinati che consentono una maggiore preservazione delle esche e rendono in questo modo più semplice la strada dell’uso permanente. Sebbene le etichette prevedano l’uso esclusivo da parte di Professionisti (“trained professional”) e riportino il termine dei 35 giorni di tempo, quale periodo sufficiente affinché un trattamento rodenticida sia efficace, può tuttavia capitare che questo intervallo non sia sufficiente. Le nuove indicazioni delle etichette per “trained professional” non escludono a priori l’uso permanente, se non a determinate condizioni che devono comprendere tutte quelle azioni che potremmo riassumere in IPM – Integrated Pest management, proprie anche della Norma UNI EN 16636:2015 e la Prassi di Riferimento UNI/PdR 86:2020 "Linee guida per l'applicazione della UNI EN 16636”, tra cui: l’impiego di alternative fisiche a quelle chimiche, la valutazione periodica delle condizioni ambientali che possono favorire la presenza dei roditori, l’impiego di tecniche specifiche per la conformazione urbana e ambientale, il rischio potenziale di infestazione.
Step operativi: tecniche e prodotti utilizzati
Al fine di dare una maggiore organicità ed efficacia degli interventi e per creare un modello di gestione affidabile e riproducibile in buona parte dei contesti urbani (specialmente storici) è stato elaborato un piano di intervento a medio-lungo termine, strutturato in base a strategie innovative, nuove tecnologie e un nuovo piano di manutenzione del Centro Storico tale da poter risolvere in breve tempo le criticità strutturali legate alla presenza di roditori. Contemporaneamente alla messa in opera del Progetto pilota, l’Azienda di igiene urbana genovese incaricata della gestione dei rifiuti, ha promosso e creato in tutto il Centro Storico una serie di siti per il conferimento di rifiuti, denominati “Ecopunti”. Gli Ecopunti sono aree chiuse ermeticamente (di norma fondi o ex esercizi commerciali), accessibili solamente mediante badge, regolarmente igienizzate e manutenute, con il fine primario di rimuovere tutte le categorie di rifiuto dalla sede stradale e con il non secondario effetto di rendere indisponibile ai roditori la grande maggioranza delle potenziali fonti di cibo.Gli step operativi sono stati:
Mappatura puntuale delle criticità manutentive mediante software GIS. Installazione di sistemi basculanti per tombini (Sistema Meccanico “Ecologik®”) al fine di ridurre ulteriormente gli avvistamenti di roditori e rendere la ricerca del cibo sempre più difficoltosa. Controllo degli Ecopunti mediante Sistema tecnologico a mini onde sismiche e ultrasuoni, in modo da allontanare i roditori dalla fonte di cibo privilegiata (rifiuti umidi e indifferenziati). Progressiva sostituzione di tutti gli erogatori di esca rodenticida con modelli a maggior capienza e resistenza. Risanamento delle criticità rilevate, al fine di rendere l’habitat inospitale, attraverso la creazione di una squadra operativa per la manutenzione e per la rimozione fisica dell’habitat lasciato libero dalle colonie allontanate o eliminate; collaborazione con le amministrazioni condominiali e i privati; contatto con la Polizia Locale per fondi o proprietà di difficile determinazione. Mantenimento dello standard e monitoraggio delle operazioni. Valutazione dell’efficacia attraverso l’individuazione di un’area di controllo, in analogia all’area sperimentale, ma non contigua spazialmente.Definizione interventi
A seguito della mappatura delle criticità e delle valutazioni del rischio sono state individuate le potenziali aree di intervento. Per ogni criticità censita è stato individuato un “peso”, caratteristica che influisce direttamente sulla valutazione del rischio infestazione murina, calcolato in base allo storico delle segnalazioni ricevute dall’Ufficio Animali e dalla bibliografia scientifica disponibile in letteratura. A seguito dell’individuazione delle superfici critiche, partendo dalle aree a perimetro degli ecopunti, sono state eseguiti oltre a interventi di derattizzazione “classica” anche degli interventi fisici che hanno previsto attività di chiusura tane (anche ripetute nel tempo). Sono stati installati inoltre circa 150 sistemi basculanti per caditoie allo scopo di non permettere l’uscita dei ratti dai tombini. I percorsi tra un tombino e l’altro, specialmente in estate quando questi sono pressoché tutti privi di acqua, sono spesso utilizzati come via alternativa per raggiungere indisturbati diverse aree del centro storico.
Raccolta dati
A partire dal 01/01/2022 è stato possibile iniziare la raccolta dei dati utili per la valutazione dell’efficacia del progetto SfRatto, mettendo a confronto l’andamento del consumo di esche rodenticide in entrambe le aree (trattata e di controllo), sia prima sia dopo gli interventi effettuati. Il periodo minimo necessario per poter garantire un primo giudizio era stato stimato in 12 mesi, poiché era necessario ottenere una minima base dati relativi confrontabili con quelli dell’area di controllo. Il successo del progetto, estensibile e replicabile in tutti i centri storici con conformazioni similari, è legato principalmente alla sommatoria dei fattori sopra elencati, passando da una logica “vecchia” di utilizzo delle esche rodenticide, mediante Permanent baiting, all’applicazione di principi innovativi di Rat proofing integrato. Dopo 2 anni di controllo e numerosi interventi di monitoraggio effettuati, il consumo di esca rodenticida può essere rappresentato nel grafico a fianco.Risulta evidente come la media dei consumi di esca rodenticida, passi da un andamento quasi speculare pre-SfRatto mentre risulti sensibilmente differente nelle 2 zone oggetto di test, con una tendenza a una drastica riduzione nell’area sperimentale e un mantenimento stabile nell’area di controllo. Le verifiche in corso in questi mesi sembrano confermare il trend.ConclusioniAlla luce di quanto descritto si possono fare le seguenti osservazioni:- non sono stati rilevati danneggiamenti riconducibili ai roditori nelle vicinanze degli Ecopunti e risultano molto minori i segni di presenza dei ratti (escrementi, fori di risalita, etc…); - la percezione dell’efficacia nella cittadinanza risulta positiva; tale osservazione è stata riscontrata anche durante i sopralluoghi, mediante contatti con la cittadinanza diretti e indiretti (segnalazioni e riunioni con i comitati di quartiere organizzati dall’Assessorato);
- le segnalazioni di avvistamento e presenza nell’area sperimentale si sono (ad oggi) annullate.
- il consumo di esca rodenticida nell’area sperimentale tende a zero, con benefici sia nei confronti dell’ambiente che economici (costi delle manutenzioni drasticamente ridotti).
Attraverso i risultati ottenuti, è stata programmata da parte del Comune di Genova l’estensione del progetto SfRatto anche ad altre zone del Centro Storico nonché altre azioni di Integrated Pest management nel resto della città, tra cui:
- mantenimento e rafforzamento della squadra per le piccole manutenzioni;
- erogatori di esca rodenticida, modello a scatola, monitorati a cadenza maggiorata (bimestrale) almeno per la prima annualità;
- continuazione dei contatti e dei rapporti con Enti;
- installazione di dispositivi basculanti nelle immediate vicinanze degli ecopunti, evitando le zone a rischio inondazione.
Giorgio Chiaranz, consigliere AIDPI e naturalista