Il dottor Salvatore Torrisi, Direttore amministrativo ASP di Ragusa, è il Presidente nazionale uscente della F.A.R.E., Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi Provveditori della Sanità Pubblica. Lo abbiamo incontrato al termine del XXII Congresso Nazionale dell’Associazione, svoltosi nelle giornate del 26 e 27 ottobre a Roma, presso l’Hotel Barcelò Mantegna, per affrontare insieme alcune delle tante tematiche dibattute nelle due intense giornate di lavoro, a partire dal tema al centro del confronto: il nuovo Codice dei contratti pubblici.Può innanzitutto presentare brevemente la F.A.R.E. ai nostri lettori?“La F.A.R.E., acronimo di Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi Provveditori della Sanità Pubblica, è nata a Milano nel 1960 dalla intuizione di quattro economi pionieri, che si riunivano per condividere esperienze di acquisto e uniformare le loro modalità di acquisto. Da quel momento, e da più di sessant’anni anni, la F.A.R.E. si occupa stabilmente della formazione dei professionisti dell’approvvigionamento del SSN, comunemente chiamati “provveditori”, con lo scopo principale di sopperire alla cronica carenza di formazione istituzionale della categoria da parte degli Enti di appartenenza. L’attuale conformazione è quella di una Federazione composta da tredici Associazioni Regionali, una Presidenza Nazionale e due vice Presidenze, un Collegio dei Sindaci composto da tre componenti. I soci regolarmente iscritti alla data di maggio 2022 risultano essere 700.Quali sono i principali obiettivi che vi siete posti e con quali risultati?Come accennato, il principale impegno è stato quello di “istruire” i provveditori sulle diverse normative in tema di appalti diversamente avvicendatesi negli anni, attraverso seminari di studio, convegni, borse di studio a Master e Corsi di Alta formazione autogestiti.Negli ultimi anni è cambiata la figura dell’economo provveditore? Quali delicate funzioni è chiamato ad assolvere attualmente e con che responsabilità, specie nella gestione dei capitolati d’appalto del settore pulizie? In realtà non è cambiata la figura dell’Economo, diciamo che si è modificato, invece, il contesto. Ad un semplice e indistinto dipendente pubblico si è sostituito un manager degli acquisti che deve portare in sé, e dunque conoscere, ciò che serve alla sua Azienda e come ottenerlo, nel rispetto dei principi della economicità accompagnata ad efficienza ed efficacia.A fine ottobre si è svolto a Roma il vostro XXII Congresso nazionale, intitolato alla Sfida del nuovo Codice dei contratti pubblici: il risultato che prevale sulla forma, con un fitto programma di incontri dedicati ai grandi cambiamenti in atto nel settore. Come mai avete maturato questa scelta?Abbiamo voluto evidenziare il valore dei principi introdotti dal Dlgs 36/2023 ed in particolare quello del “risultato” come fine del periodo in cui si diceva che la forma prevaleva sulla sostanza, con conseguente attenzione solo agli aspetti formali delle procedure di gara e nessuna attenzione all’oggetto della procedura medesima. Ancora gli effetti del nuovo Codice sono limitati, in quanto da troppo poco tempo attuati, un bilancio potrà essere fatto nel medio periodo, anche alla luce della eventuale giurisprudenza che intercorrerà.Il Codice lancia comunque la sfida di un’importante aggregazione tra diversi soggetti per gestire al meglio i vari livelli di responsabilità: con quali presupposti e condizioni si potrà realizzare un traguardo tanto ambizioso per la Sanità italiana?Il PPP non è una novità per il panorama magari antecedentemente chiamato con altro nome Project Financing, Sperimentazione gestionale etc., ma sempre nella previsione di una compartecipazione dei rischi tra pubblico e privato. Adesso il legislatore sembra voler spingere concretamente verso tali forme di utilizzo, ma per realizzarlo occorre una reale conoscenza della tipologia e delle sue forme che non sono semplici ed onestamente in atto molto limitate al solo campo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Quindi anche qui occorrerà del tempo per maturare una formazione specifica ed una sua estesa applicazione. La F.A.R.E. si impegnerà proprio su tale versante.Veniamo al tema delle pulizie e dell’igiene in ospedale, non solo alla luce della terribile esperienza della Pandemia da SARS CoV 2 ma anche del fenomeno, sempre pesante e drammatico, delle I.C.A. Come valuta queste due esperienze, che richiamano la necessità della massima igiene ospedaliera, la F.A.R.E.?La Pandemia, nella sua gravità, ha messo in evidenza alcuni valori essenziali, che sintetizzo al massimo: l’importanza strategica del servizio di pulizia e modalità di erogazione; l’importanza strategica del sistema di approvvigionamento; l’importanza strategica dell’abbattimento delle infezioni correlate all’assistenza. In tali campi la F.A.R.E. in stretta collaborazione con l’A.N.M.D.O., ha elaborato delle linee guida sull’appalto dei servizi di sanificazione e delle buone pratiche che tengono conto dei punti suindicati nell’ottica della migliore risposta alle emergenze sanitarie.Più in generale, le pare che le risorse assegnate per la cura dell’igiene e della pulizia negli ospedali (personale, macchine, attrezzature, prodotti chimici ecologici, ecc.) siano ben spese?Complessivamente ritengo, ma è una convinzione personale, che nel SSN esista un problema interno di corretta allocazione delle risorse con aree di spreco legate a comportamenti, usi, prassi che spesso sono in contrasto con un uso razionale delle stesse. L’ambito della sanificazione in era pre- Covid è sempre stato trascurato e ritenuto declassabile anche in termini economici. Solo il Covid ha fatto emergere con prepotenza l’importanza di un sistema di sanificazione di alto livello. Credo inoltre che l’ambito della sanificazione sia uno di quelli dove bisognerebbe senz’altro incrementare gli investimenti.Si parla con insistenza di una manovra economica che potrebbe imporre nuovi tagli di risorse alla sanità: cosa si potrebbe fare per razionalizzare la spesa, gestendo al meglio le risorse economiche?Decidere di rivolgere l’attenzione verso le reali aree di possibile spreco, e non attenzionando le stesse aree oggetto di tagli lineari negli anni passati. Intendo dire che occorre operare sulla “spesa fissa”, spesso rappresentata da doppioni di reparti, non ottimale uso del personale e una migliore concentrazione delle attività.In chiusura, quali sono gli obiettivi a breve medio termine che vi siete dati e quelli prioritari che lei si era posto con la sua presidenza?Gli obiettivi che mi ero posto all’inizio del mio primo mandato ed anche nel secondo erano quelli di ristabilire un rapporto organico e di forte sinergia tra le diverse associazioni regionali in uno alla ricostituzione della Associazione del Lazio da un decennio non attiva, nonché registrare il logo associativo. Risultati conseguiti che mi portano a pensare di avere fatto un buon lavoro per la F.A.R.E. Il testimone adesso passa al nuovo Presidente eletto che sicuramente avrà modo di dare maggiore impulso e incisività alla nostra Federazione.Maurizio Pedrini