Le obiezioni riguardano quasi sempre un aspetto specifico del prodotto. Il cliente non rifi uta il prodotto in toto, anzi, ne riconosce alcuni vantaggi, ma poi si fissa su un particolare e dice una frase del tipo: «È molto funzionale, però è cara!», oppure: «Si, è comoda e veloce nelle operazioni, questa motoscopa, ma in quanto a manutenzione i dubbi sono molti».
Una volta espressa, l’obiezione tende a diventare il fulcro della trattativa. Il venditore minimizza o mette tutti gli altri vantaggi sul piatto della bilancia e il cliente riafferma la sua perplessità, inghiottendo in un buco nero tutte le buone argomentazioni del venditore.
Una buona strategia per superare le obiezioni parte da una visione d’insieme di ciò che il cliente desidera e pensa. Servirà a ricondurlo dal particolare su cui ha fi ssato l’attenzione verso considerazioni e valutazioni più ampie e realistiche. Gli elementi di questa visione d’insieme vengono normalmente esplorati nella fase iniziale del colloquio e sono:
La mente tende a generalizzare le esperienze, specialmente quelle negative. Quando un cliente, alla proposta di usare un prodotto chimico concentrato, risponde: «Ma il prodottoconcentrato non è sempre di facile utilizzo per l’addetto dell’impresa di pulizia», è molto probabile che pensi a una propria esperienza negativa. La forma linguistica dell’obiezione esprime una convinzione “assoluta”: il cliente è convinto che ciò che gli è accaduto succede sempre, come fosse un limite imprescindibile del prodotto. In realtà le cause del problema possono essere molteplici. Molti venditori, rispondendo a un’obiezione di questo tipo cercano di dimostrare al cliente che il loro prodotto quel problema non ce l’ha. Ma raramente le rassicurazioni o le frasi del tipo: «In 15 anni che lo vendo non è mai successo che abbia dato gravi problemi di manutenzione», ottengono il risultato di convincere il cliente a fidarsi. Le convinzioni sono dure a morire, specie quando si fondano su esperienze vissute.
Una tecnica più efficace è quella di “relativizzare” l’obiezione, guidando il cliente in un processo di recupero e analisi dell’esperienza vissuta. Si tratta di ripercorrere nella direzione opposta il processo mentale che dall’esperienza personale ha condotto alla generalizzazione. Con alcune domande mirate si riporta il cliente all’esperienza che ha generato l’obiezione e si prendono in esame i diversi fattori “relativi” che possono aver causato il problema:
Le domande conseguono due risultati importanti:
Quando il cliente riconosce le numerose variabili in gioco, la sua obiezione si ammorbidisce e si relativizza. Capisce a cosa deve stare attento e il venditore può usare la propria competenza per proporre una combinazione di prodotti e trattamenti assolutamente sicuri.
Nella relatività dell’esperienza c’è spazio per numerose soluzioni, nella fi ssità della convinzione assoluta esistono solo due possibilità: vero o falso. E dire al cliente che la sua convinzione è falsa crea un problema di relazione, perché a nessuno piace sentirsi dire di aver torto.
Il solo fatto di chiedere «Quanti anni fa è successo? », permette al venditore di dire, per esempio: «Si, 15 anni fa si usavano macchine polivalenti e non erano state ancora progettate per la pulizia di più superfi ci, con sporchi diversi e necessità di operazioni differenti».
Un altro cliente potrebbe avere un dubbio sui prodotti chimici concentrati piuttosto che tradizionali. Alla proposta del venditore di considerare anche il prodotto concentrato per alcuni tipi di interventi, per ottimizzare costi e operazioni, il cliente potrebbe obiettare: «Ma molto spesso gli utilizzatori non sanno ben dosare il prodotto concentrato». A differenza dell’esempio precedente, qui non vi è un’esperienza di riferimento. L’obiezione nasce da una convinzione: «Il prodotto concentrato è di diffi - cile utilizzo», che può aver origine nella lettura di qualche articolo o libro specializzato.
Una buona domanda per sondare il pensiero del cliente è: «Cosa intende esattamente per prodotto concentrato?». La risposta permetterà di capire se il cliente ha in mente un’idea astratta o se ha qualche conoscenza o preoccupazione riguardo le operazioni di utilizzo.
Dal punto di vista tecnico il venditore avrebbe molti argomenti per dimostrare al cliente l’infondatezza della sua convinzione, ma per non cadere nella trappola della contrapposizione, deve anzitutto dare al cliente un segnale di riconoscimento, valorizzando la sua obiezione:
«Per alcune operazioni, soprattutto per quelle su ampie superfi ci, il prodotto concentrato potrebbe risultare più performante e consentire un’ottimizzazione dei costi». Dicendo così, il venditore valorizza il problema sollevato dal cliente e nel contempo lo sposta su un piano più concreto. Dopodiché può proseguire dicendo: «È proprio grazie all’utilizzo di prodotti concentrati che in molti casi si riesce a organizzare e operare meglio sul cantiere». Ma ci potrebbero essere diverse scuole di pensiero.
La prima sostiene che il prodotto concentrato è più diffi cile da diluire da parte dell’utilizzatore fi nale. La seconda sostiene che basta che l’utilizzatore fi nale provveda con alcuni piccoli accorgimenti durante le fasi di pulizia ed è possibile anche utilizzare prodotti generici. La terza scuola si limita ad analizzare il problema solo sotto un profi lo economico.
Illustrando le tre scuole di pensiero, il venditore ottiene i seguenti risultati:
I due esempi hanno in comune il riconoscimento e la valorizzazione dell’obiezione del cliente, primo passo necessario per evitare una contrapposizione pericolosa. Nel primo caso il venditore accompagna il cliente a recuperare l’esperienza personale generalizzata su cui si basa l’obiezione e lo riconduce a una percezione più realistica del problema. Nel secondo caso il venditore allarga la cornice cognitiva del cliente, illustrando altri modi di pensare e risolvere il problema attraverso l’escamotage delle tre scuole di pensiero.