Stabilità, innovazione e nuove professioni

Così il settore della produzione di macchine promuove il settore delle lavanderie che coinvolge circa 35.000 addetti per un fatturato di 1,5 miliardi.
Capacità di innovare le tecnologie, servizi sempre più ampi e diffusi, grandi sinergie con altre importanti filiere. Sono queste le principali caratteristiche del settore che coinvolge i produttori di macchine, tecnologie, prodotti e servizi per lavanderia, stireria e manutenzione del tessile, una realtà leader in Italia che vale oltre 4 miliardi di Euro (3 miliardi e 500 milioni per forniture alle lavanderie industriali e 1 miliardo per tintolavanderie e lavasecco. Dati: Assofornitori). Tra i destinatari di queste tecnologie ci sono le oltre 15.000 lavanderie e lavasecco in tutta Italia, un settore che coinvolge circa 35.000 addetti per un fatturato di 1,5 miliardi a cui si devono aggiungere alcune migliaia di lavanderie Self Service e, grazie alla vocazione turistico-alberghiera del nostro Paese, decine di migliaia di piccole lavanderie interne agli hotel (Stime: Assofornitori). Da non trascurare il settore medicale, dove sempre più spesso si sceglie di terziarizzare il servizio di lavanderia per biancheria piana, ma di seguire internamente il servizio di lavanderia per la biancheria dell’ospite. Il 70% degli addetti impiegati nel settore è donna (Fonte: Assofornitori). L’Italia è il secondo Paese al mondo tra i più popolati da esercizi di lavanderie-pulisecco: secondo i dati di Assofornitori, nel nostro paese c’è un pulisecco ogni 4.000 abitanti, mentre in Francia, Regno Unito e Stati Uniti, la media è di un pulisecco ogni 8.000 abitanti. Meglio di noi solo il Giappone, dove si stima un pulisecco ogni 3.000 abitanti. La presenza di questo tipo di servizi ha visto una flessione solo marginale negli ultimi anni, resistendo sostanzialmente ai venti di crisi. Oggi, con nuove formule di vendita, nuovi servizi e ambiti di applicazione, le tintolavanderie puntano nuovamente a crescere. In un contesto così vitale, la Lombardia risulta la prima regione in Italia sul fronte dei servizi offerti da lavanderie. Sono 3.821 gli esercizi nel territorio regionale, in sostanziale tenuta nel 2013 rispetto alle 3.877 del 2012 e alle 3.841 del 2009 (Anno 2013, Fonte: elaborazione Servizio Studi - Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere. I dati comprendono anche le lavanderie selfservice, particolarmente diffuse in regione e tutti i servizi legati al comparto). Oltre a Milano, in testa con 1.400 esercizi circa, le città con il più alto numero di esercizi sono Brescia (quasi 500) e Bergamo (quasi 400). Quasi il 20% degli addetti totali del settore in Italia lavora in Lombardia: sono infatti 10.000 gli addetti in regione, di cui 3.500 a Milano, per un fatturato annuale di 400 milioni di Euro in Lombardia e 150 milioni di Euro di fatturato solo nella provincia di Milano.

Numero lavanderie Lavasecco province Lombardia (% su tot. Regione).

STABILI I RICAVI DEGLI ULTIMI 5 ANNI

La sostanziale stabilità del mercato, che dopo un momento di difficoltà nel 2009 e nel 2011 ha ricominciato a crescere, è confermata anche da Fondazione Nord Est su dati istituto Poster/Bureau Van Dijk per il quinquennio 2008-2012. Dal punto di vista dei ricavi, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili quelli dei produttori di macchine e apparecchiature, mostrano un andamento maggiormente positivo le lavanderie industriali, soprattutto quelle di grandi dimensioni, che hanno una crescita media del fatturato, nel quinquennio, di 19 punti percentuali. Leggermente differente l’andamento sul fronte della redditività delle vendite, che mostrano sostanziale tenuta, ma con margini superiori per i produttori. Segnale positivo arriva anche dalla percentuale di aziende in utile nel settore: il 60,8% dei produttori, il 64,9% delle lavanderie industriali e il 56,2% delle lavanderie commerciali è in attivo (dato 2012). Per il 2013 Fondazione Nord Est conferma una sostanziale continuità.

LAVANDERIA AUTOMATICA: TEMPI BREVI PER ENTRARE NEL BUSINESS E COMINCIARE A GUADAGNARE

Un settore stabile, sempre più diffuso attraverso nuove formule, come quella delle lavanderie a gettoni, diventa una buona proposta anche per quanti desiderano “mettersi in proprio” con un’attività sicura. La spesa per una “start-up” nel mondo della pulitintura professionale prevede un investimento iniziale di 60.000 Euro per avviare una lavanderia automatica in franchising: il fatturato medio annuo per questo tipo di attività si aggira intorno ai 120.000 Euro (dati: Assofornitori e Annuario Franchising). Così in breve tempo è già possibile teoricamente rientrare dell’investimento per l’attrezzatura. Ma cosa serve per diventare pulitintori? Negli ultimi anni l’orientamento è quello di offrire un servizio di livello elevato sotto tutti gli aspetti, cominciando da quelli gestionali e di confort degli indumenti e dei capi in genere trattati. Oltre a conoscere la macchina e le varie opportunità che la tecnologia mette a disposizione, il nuovo “lavandaio” può oggi diventare imprenditore di se stesso dialogando continuamente con le aziende, individuando canali di sostegno al business che le stesse imprese fornitrici di servizi e tecnologie mettono a disposizione. Ma a fare la differenza è la capacità di “inventarsi” una cornice in cui inserire la propria attività. Così si registrano lavanderie presenti “là dove nessuno aveva mai osato prima”: è il caso dei servizi di lavanderia per gli hotel di Venezia, comprensivi di raccolta di lenzuola e biancheria attraverso barconi, gestiti con successo da un’azienda con sede a Milano. Una nuova esigenza, invece, sempre più specializzata e nuova per l’Italia è la lavanderia per gli abiti da lavoro: bar, ristoranti, piccole aziende o laboratori, trovano oggi conveniente riutilizzare le divise servendosi di imprese specializzate al loro lavaggio, che abbattono i costi di gestione e di ricambio di questi particolari indumenti.

LAUNDRY AND THE CITY: COME CAMBIA LA LAVANDERIA NELLA CITTA’ CHE CAMBIA

Mentre le lavanderie di quartiere continuano a offrire un servizio specializzato a un cliente fidelizzato, negli ultimi anni si è assistito a un progressivo evolversi della clientela di questi esercizi commerciali, in naturale corrispondenza con il mutare della società. Così, con l’aumento dei single che vivono soli e di nuovi cittadini immigrati, che spesso vivono in comunità e famiglie numerose, i servizi di lavanderia sono orientati oggi a queste nuove tipologie sociali, clienti assidui soprattutto delle lavanderie a gettoni, comode perché aperte praticamente 24 ore su 24. Accanto a questi nuovi servizi, spuntano format di successo destinati a trasformare le nostre città e le nostre abitudini, trasformando il tempo trascorso in lavanderia in un momento di divertimento o socializzazione. Uno dei più originali è il Bar-Lavanderia di cui, in Italia, esistono esempi a Torino e a Firenze: dopo aver scelto una bevanda o una pietanza dal menù, si può attendere con calma finché i propri abiti sono asciutti. La consumazione può essere compresa nel prezzo del bucato. Ma con l’avvento dei servizi online, anche la lavanderia si è adeguata. Analogamente alla spesa su ordinazione, esistono oggi, anche a Milano, servizi dedicati al bucato per corrispondenza. Basta ordinare il ritiro e indicare il tipo di lavaggio. Tutto il bucato viene ritirato, lavato e riconsegnato, con un gran risparmio di tempo e fatica per tutta la famiglia. Infine, la tendenza in aumento alle pratiche di “cohousing”, ovvero alla “convivenza” all’interno di case con spazi comuni, porta a individuare nella possibilità di lavare il bucato in una stessa lavatrice una buona fonte di risparmio. Anche questa tendenza rimette al centro tecnologie differenti (lavatrici più grandi di quelle domestiche) e nuove professionalità (il manutentore) che ruotano attorno alle nuove abitudini.

Se l’articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:

Nessun commento

Lascia un commento