Gentile Giovanna, stiamo preparando l’offerta per espletare il servizio di pulizia in una azienda della nostra città. Abbiamo effettuato il sopralluogo e abbiamo constatato che i pavimenti della maggior parte degli uffici sono pavimenti flottanti in laminato. Ci può indicare come procedere di queste strutture, che ci sono state descritte come particolarmente delicate? Maria Esposito - Napoli È giustissimo definire i pavimenti flottanti come strutture, così come è giustissimo sottolinearne la delicatezza. Mi permetto una breve premessa. I pavimenti flottanti, come l’aggettivo definisce bene, sono pavimenti non ancorati al massetto sottostante, anzi ne sono sopraelevati grazie a una struttura portante che crea un’intercapedine tra il massetto stesso e il rivestimento superiore, calpestabile, che può essere costituito o da materiali resilienti (PVC, gomme e linoleum) o da materiali duri (laminati, legni, ceramiche, marmi, graniti e agglomerati). Creati inizialmente per i Centri Elaborazione Dati, ne è poi stato esteso l’impiego ad altre tipologie di spazi, diventando parte integrante di banche, assicurazioni, uffici, centrali elettriche e telefoniche. Tutto questo grazie alla massiccia diffusione dell’informatica per l’ufficio, che ha reso indispensabile l’adozione delle stesse tipologie costruttive che caratterizzano i centri di elaborazione dati, in quanto nell’intercapedine che si costituisce vengono alloggiati cavi, impianti eccetera, che governano la vita operativa degli uffici. Se ne capisce pertanto la criticità e la delicatezza. Per potere intervenire, all’occorrenza, sugli impianti, i pavimenti sopraelevati sono costituiti da elementi a pannello, in genere quadrotti, che possono essere rimossi con relativa facilità, in quanto non sono saldati ermeticamente, ma semplicemente accostati contro i rispettivi bordi. Pertanto, nelle operazioni di pulizia, occorre adottare opportuni provvedimenti, perché dai punti di giuntura non precipiti nulla nell’intercapedine, a cominciare dall’acqua e dall’umidità, che potrebbero danneggiare le strutture sottostanti. Vediamo come procedere. Le operazioni di pulizia Le attrezzature necessarie sono i telai e le frange per la scopatura a piatto, aspiratori, per la depolverazione delle superfici e degli interni, le monospazzole con i dischi idonei allo spray cleaning e allo spray buffing. Per le pulizie ordinarie, iniziare a eliminare, nel caso, lo sporco grossolano con l’aspiratore, poi effettuare lo spazzamento vero e proprio con telaio e frange elettrostatiche o con veline. La spolveratura del pavimento deve essere effettuata rigorosamente ogni giorno, perché la polvere si forma e si deposita in grande quantità. Nel caso si dovesse procedere al lavaggio della superficie, occorrerà utilizzare frange preimpregnate, che lasciano il pavimento asciutto e non provocano né umidità, né rilascio di liquidi. Ogni tre mesi sarà utile effettuare operazioni di lavaggio più accurate, ma sempre a secco, utilizzando il metodo Spray Cleaning e lo Spray Buffing, con monospazzola ad alta velocità. Lo Spray Cleaning consiste nell’applicazione sul pavimento, mediante vaporizzazione, di un prodotto detersolvente. La stesura avviene con macchina monospazzola munita di apposito disco. La monospazzola ideale è quella a velocità variabile da 400 a 800 giri/minuto. Ma si può utilizzare anche macchine a 500/1000giri, pur se rendono il pavimento leggermente scivoloso, poiché l’alta velocità produce un effetto di “rasatura”. Il sistema Spray Buffing si divide in Spray Buffing cerante e Spray Buffing non cerante. Per la pulizia dei pavimenti sopraelevati si utilizza il sistema non cerante, sempre con monospazzola ad alta velocità, che garantisce comunque l’eliminazione di eventuali segni e tracce di passaggio. Ogni sei mesi, poi, sarà utile effettuare una pulizia anche dell’intercapedine, sollevando le piastrelle, con apposite ventose, e utilizzando l’aspiratore per eliminare le tracce di polvere che sono penetrate dai punti di giuntura. ATTENZIONE: nell’effettuare lo Spray Cleaning e lo Spray Buffing non utilizzare prodotti ceranti, perché la cera crea un film che non permette di scaricare l’energia elettrostatica e rischia, inoltre, di saldare tra loro i pannelli del pavimento, creando un danno non indifferente.