Plastica Seconda Vita (PSV)

Certificare la seconda vita della plastica significa tutelare l’ambiente e acquisire competitività
Con una filosofia simile al ”Cradle to cradle”, si sviluppa il concetto della certificazione di conformità ecologica denominato Plastica seconda vita (PSV), che identifica i prodotti per i quali l’azienda produttrice garantisce l’identificazione, la rintracciabilità e il contenuto percentuale di materie plastiche riciclate provenienti da post-consumo o da scarti pre-consumo, oppure da loro miscele per la produzione di manufatti e delle loro componenti.  A rilasciarlo è l’Istituto Italiano dei Plastici (IIP – www.iip.it ) che, in questo modo, fornisce assicurazione al mercato che il produttore è in grado di attuare, in continuo, un efficace sistema di identificazione, tracciabilità e controlli, descritto da una apposita procedura tecnica. Il marchio PSV, infatti, si fonda su uno schema di certificazione basato sul Decreto n. 203 dell’8 maggio 2003 e sulla circolare applicativa del Ministero dell’Ambiente del 4 agosto 2004. Per le sole materie prime, inoltre, il riferimento è la norma UNI serie 10667. Si tratta di una sorta di eco etichetta che, grazie al suo sistema di certificazione ambientale di prodotto, identifica materiali e manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici. In questo modo è possibile introdurre il concetto di qualità nelle plastiche di riciclo e il concetto di rintracciabilità dei materiali riciclati. Questa certificazione permette anche il recupero di materie plastiche provenienti dai rifiuti che, attraverso una perizia sul materiale che ne attesti la conformità alla specifica UNI-UNIPLAST 10667, può essere classificato come Materia prima seconda in plastica, quindi riutilizzabile. Le varianti Il marchio PSV non è univoco ma ha diverse varianti per le quali esistono regolamenti di certificazione appositi. • PSV raccolta differenziata: infatti le plastiche da riciclo possono provenire dalla raccolta differenziata e vengono identificate con un’apposita certificazione le cui specifiche sono definite dal Decreto Ministeriale 203/03, nonché dalla circolare del Ministero dell’Ambiente 4 agosto 2004. Per le sole materie prime post consumo è richiesta la conformità alle norme UNI serie 10667. • PSV scarto industriale: è specifica per materiali e prodotti derivati da scarti dell’industria che rispettino, però, i contenuti minimi di materie plastiche riciclate secondo la circolare applicativa del Ministero dell’Ambiente (4/8/2004). Anche in questo caso per le sole materie prime è richiesta la conformità alle UNI della serie 10667. • PSV MixEco: identifica materiali e prodotti derivati da un mix di plastica proveniente da raccolta differenziata e/o da scarto industriale che rispettino un contenuto di plastiche da riciclo nella misura minima del 30%. • PSV Food Contact: identifica i prodotti adatti all’utilizzo nel settore dell’imballaggio alimentare. Protocolli e vantaggi Lo schema di certificazione “Plastica seconda vita” prevede dei protocolli ben definiti (vedi box a fianco). Questo tipo di certificazione può essere usato positivamente nei confronti di aziende, Pubbliche Amministrazioni (che hanno l’obbligo di fare anche acquisti ‘verdi’), cittadini e Grande distribuzione organizzata, sempre più sensibile alle richieste di consumi eco-sostenibili. I vantaggi per l’impresa che decide di certificare la plastica riutilizzata, possono essere molteplici. Il primo è la possibilità di partecipare a bandi di gara di acquisto della Pubblica Amministrazione, perché il marchio PSV certifica la conformità del materiale o del manufatto secondo le regole degli Acquisti Pubblici Verdi (o GPP, Green Public Procurement), che prevede l’obbligo da parte degli enti pubblici di acquistare almeno 3 manufatti su 10 in materiale da riciclo. Permette inoltre di ottimizzare la gestione e la movimentazione dei materiali di scarto, perché garantisce, attraverso la conformità del marchio, la rintracciabilità e i consumi controllati dei materiali di riciclo. Per l’azienda certificata, inoltre, è possibile sviluppare nuovi prodotti e servizi; massimizzare il potenziale dei mercati esistenti e approcciarne di nuovi; ridurre i costi attraverso l’impiego di materiale riciclato; ridurre rischi e responsabilità ; migliorare le prestazioni e la produttività con soluzioni più efficaci per diminuire i consumi, oltre che realizzare un’integrazione dei materiali da riciclo con i sistemi di gestione esistenti secondo le norme ISO 14021 – Asserzioni ambientali. Cleaning Italia Tra le aziende produttive italiane del comparto del cleaning professionale, solo Filmop e TTS hanno conseguito la Certificazione PSV - Mix Eco (Plastica Seconda Vita) per alcune linee di carrelli strizzatori, di carrelli multiuso e contenitori per rifiuti.   Schema di certificazione Plastica seconda vita Ogni azienda che intende aderire alla certificazione PSV deve: • Adottare un sistema documentale formalizzato per le caratteristiche tecniche del prodotto e della sua descrizione • Definire piani di controllo della produzione e dei prodotti nonché test iniziali sulle materie prime secondo le norme UNI 10667 • Utilizzare un sistema di verifiche interne ed esterne • Possedere un sistema di marcatura e rintracciabilità del prodotto marchiato Luisella Acquati

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