L’ospedale come nicchia ecologica

Un dato difficile da credere è che il numero totale stimato delle formiche ammonterebbe a 10 milioni di miliardi. Vuoi non trovarne nel reparto di pediatria con tutto il latte e gli zuccheri che circolano? Vediamo cosa fare
Per qualche acciacco da curare mi sono trovato nella necessità di contattare un importante ospedale di Varese. Come sempre più spesso accade la ricerca è condotta via internet così mi sono trovato di fronte ben cinque pagine in cui erano elencati i vari reparti.Per fortuna il reparto che cercavo era a pagina 2 e me la sono cavata velocemente. Subito dopo mi è venuto in mente che di quell’ospedale, in cui avevo diretto i lavori di deblattizzazione, le cose che ricordavo di più erano degli splendidi faggi secolari e le chiamate d’emergenza per le formiche. INTRODUZIONE È indubbio che molte realtà ospedaliere sono insediamenti urbani di vaste dimensioni e con un ricco patrimonio a verde. Per cui, di fatto, sono importanti nicchie ecologiche caratterizzate da due macrosistemi: L’ambiente esterno • Patrimonio a verde • Strade di circolazione • Parcheggi • Zona raccolta rifiuti • Area ricevimento derrate alimentari • Vasche idriche • Tombini e caditoie Gli spazi confinati • Reparti • Ambulatori • Uffici • Cucine • Aree tecniche • Caldaie e centrali di condizionamento. Ogni sottosistema presenta, relativamente alle varie e numerose entità infestanti, specifiche problematiche a cui si devono aggiungere indesiderate e indesiderabili presenze occasionali, ma esistono spazi di interazione rilevanti sia fra i due macrosistemi e nello specifico le formiche; sia fra i due macrosistemi e il territorio esterno: i piccioni, di cui ci occuperemo in un prossimo futuro. Le formiche nel loro insieme I dati che si possono trovare nella letteratura divulgativa sono sconcertanti. Il 50% della biomassa costituita dagli insetti sarebbe caratterizzata da individui appartenenti alle specie degli insetti sociali. Nell’ambito delle 13.000 specie sociali, principalmente termiti, api e formiche, queste ultime sono raggruppate in 9.500 specie. Il dato difficile da credere è che il numero totale stimato delle formiche ammonterebbe a 10 milioni di miliardi. Gli esseri umani sono poco più di 7 miliardi. Due conti per capire meglio. Fatti i debiti conteggi ad ogni essere umano “spetterebbe” un milione e mezzo di formiche. Appare evidente che la direzione sanitaria di un ospedale non si dovrebbe meravigliare se la caposala di pediatria ogni tanto ne segnala la presenza (con tutto il latte e gli zuccheri che circolano nel suo reparto). Anche un altro dato potrebbe essere allarmante. Se le formiche presenti sono 10.000.000.000.000.000 (dieci milioni di miliardi) e le specie sono poco meno di 10.000 ne consegue che, facendo la media aritmetica, le invadenti “argentine” sarebbero poco più di mille miliardi (1.000.000.000.000). Vuoi non trovarne sul davanzale della finestra della cucina centrale o nel bar dove, nell’ora di punta, si servono centinaia di caffe con numerosi granellini di zucchero che cadono nell’aprirne la bustina? Continuando nelle nostre iperbole dimensionali se si ipotizza la lunghezza media delle formiche in 3 mm e se potessimo metterle in fila otterremo una coda di formiche abbastanza lunga da avvolgere come in un gomitolo il nostro pianeta. Ma quanto peseranno tutte queste formiche? Non lo riesco neppure ad immaginare. Resta il fatto che stimando in 62 kg il peso medio di un essere umano, tutti insieme peseremmo 332 miliardi di kg. Secondo alcuni mirmecologi stimando il peso medio di una formica 4 mg esse arriverebbero appena a 40 miliardi di kg, per fortuna non ci battono, arrivano a pesare “solo” come l’intera popolazione europea! Le specie bersaglio Le specie “problematiche” di formiche più comuni in Italia sono sei. Con le prime quattro ho avuto modo di cimentarmi. Le altre non le ho mai incontrate (almeno consapevolmente). Esaminiamole: 1) La formica argentina [Iridomirmex (Linepithema) Humilis]: vedi scheda bio-etologica EcoPlan allegata. 2) La formica faraone (Monomorium pharaonis): di piccole dimensioni (operaie 1,7-2 mm; femmine alate 4 mm; maschio alato 4 mm). I formicai possono raggiungere grandi dimensioni (fino a 100.000 operaie e 100 regine). La sua origine dell’India la porta a prediligere gli edifici riscaldati all’interno dei quali si muove anche tra i cablaggi elettrici e del telefono. Può ritenersi una specie onnivora. La durata del ciclo biologico e di circa 40 gg. L’ovodeposizione è attiva tutto l’anno. Le femmine depongono circa 400 uova ogni ciclo. La durata di vita delle operaie è di 10 settimane e la regina ha un’aspettativa di vita di poco inferiore all’anno. (vedi scheda bio-etologica EcoPlan allegata). È la specie che più spesso viene riscontrata in ambiente ospedaliero (ove il rischio di veicolare batteri patogeni è reale). Sempre in questo contesto il reparto maternità rappresenta un habitat di elezione in quanto sono attratte dall’odore del latte. Sono stati rari i casi in cui tale specie aveva infestato persino le incubatrici. 3) La formica nera (Lasius niger): vedi scheda bio-etologica EcoPlan allegata. 4) La formica rossa (Pheidole pallidula): specie onnivora, lunga 1,6 -2,5 mm, di colore giallo chiaro; raccoglie anche semi che le operaie con la testa grossa (soldati) riescono a rompere. Entra nelle case attirata da spazzatura, rifiuti e derrate varie. 5) La formica rizzaculo (Crematogaster scutellaris): lunga 3,5-5,5 mm, testa rossa o arancione, capo nero; ha l’addome che può essere al di sopra della testa per spruzzare in avanti del veleno. Nidifica sul legno morto, nelle travi e negli infissi delle case; sale sugli alberi. Nb: le parti in corsivo sono state riportate integralmente da “Guida alla Disinfestzione” di A. Scirocchi Ed. CESI 6) La formica fantasma (Tapinoma melanocephalus): è una piccola formica che misura mediamente 2 mm con capo e torace nero, addome e zampe bianche, quasi trasparenti. I nidi ospitano più regine e contano migliaia di operaie. I punti di penetrazione negli edifici sono le fondamenta oppure gli arbusti e gli alberi che li toccano. Essendo di origine tropicale e amando l’umido si trovano solo in ambienti riscaldati in particolare nei bagni e nelle cucine. Sono dette “fantasma” perché grazie alla loro piccola dimensione e alla caratteristica di muoversi all’interno dei muri, sotto i tappeti e lungo i cavi elettrici passano inosservate, soprattutto nella prima fase di colonizzazione. Le tecniche di lotta Prevenzione Pulizia frequente: eliminazione di residui alimentari e rifiuti organici. In presenza di vegetazione puntuale eliminazione degli afidi che con la loro secrezione zuccherina le attraggono. Corretta gestione di alimenti e rifiuti: chiusura ermetica di entrambi in contenitori idonei e possibilmente in locali separati. Reti a maglie molto sottili alle finestre, chiusura con stucco o silicone di fessure, crepe ed altre aperture di passaggio. Trattamenti mirati, ove possibile, direttamente nei nidi. Irrorazione o impolveramento o posizionamento di insetticidi lungo i camminamenti e nelle crepe. Calendario dei trattamenti Secondo necessità. Prodotti PMC a base di Piretroidi fotostabili a esempio: deltametrina; in alternativa carbammati a esempio: bendiocarb. In commercio si trovano prodotti concentrati, pronto uso, in polvere, granulari e bombole aerosol. Polvere di diatomee. NB: non ho esperienza diretta o di altrui sull’utilizzo di mezzi fisici come calore, vapore secco, ultra freddo o CO2, ma niente vieta di poterli ipotizzare come efficaci. Una nuova risorsa tecnica: esche in gel L’impiego di esche ha origini lontane. Vedi l’uso di esche a base di arsenito sodico. In passato sono state usate esche a base di cipermetrina e ancora prima con propoxur alla concentrazione di frazioni di ppm. In tempi più recenti si sono adottate esche attivate con inibitori di crescita. Che possono essere considerati i precursori degli attuali prodotti a base di imidacloprid (vedi scheda tecnica) in varie formulazioni: gel liquido da distribuire in gocce o in erogatori o in granuli ad azione adescante. Importante: per qual si voglia PMC si decida di utilizzare è d’obbligo attenersi a quanto esposto in etichetta (in particolare: modalità d’uso, dosaggi, avvertenze e frasi di rischio).   Scheda bio-etologica EcoPlan • SPECIE: Iridomyrmex humilis • NOME VOLGARE: Formica argentina INQUADRAMENTO SISTEMATICO Classe: Insecta Ordine: Hymenoptera Famiglia: Formicidae DIMENSIONI Adulto: regina 4,5 - 4,9 mm operaia 2,1 - 2,6 mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Formica di colore castano opaco, che forma lunghe file su muri, piante e terreno. Si distingue per il peziolo (la tipica strozzatura tra torace e addome) formato da un solo segmento. Diffusa in tutta l’area del Mediterraneo soprattutto in Liguria e nelle zone costiere del Tirreno, dello Ionio e del basso Adriatico. HABITAT Ambienti caldo-umidi (industrie alimentari, mense, abitazioni, ospedali, serre, ecc.). I nidi, costituiti da colonie poliginiche di migliaia di individui, si rinvengono esternamente agli stabili (nel terreno, sotto pietre o foglie secche, in cumuli di torba, terriccio o letame) o nelle fessure dei muri. Larva: esclusivamente entro il formicaio, accudita dalle operaie Adulto: soldati a protezione del formicaio, regina in una camera protetta all’interno del nido, operaie entro e fuori dal formicaio ABITUDINI ALIMENTARI Polifago, predilige però sostanze proteiche (carne) e zuccherine (melata). CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > pupa > adulto Durata del ciclo: 3 mesi circa N° generazioni/anno: svariate. In edifici riscaldati possono comparire forme sessuate alate, in grado di dare origine a nuove colonie in ogni periodo dell’anno N° uova/femmina: circa 30 al giorno per regina Svernamento: più colonie vicine si riuniscono in luoghi caldi e riparati (ad es. sotto mucchi di letame) DANNI Attacca e distrugge diverse derrate alimentari. Nelle abitazioni può molestare bambini ed ammalati ed aggredire persone nel sonno. E’ inoltre potenziale vettore di svariati microrganismi patogeni. Favorisce la diffusione di afidi e cocciniglie; può danneggiare la frutta matura e attaccare gli alveari, uccidendo le larve e divorando il miele. Per tali motivi è stata prevista la lotta obbligatoria con D.M. (22522, 24722) del 24/VII/1922.   Imidacloprid È un principio attivo di nuova generazione appartenente alla classe chimica dei cloronicotinici neonicoidi. Ha un vastissimo spettro d’azione inibendo in modo irreversibile il recettore nicotinico dell’acetilcolina degli insetti molto meno efficace nei confronti di quella dei mammiferi. L’uso in formulazioni gel contro formiche e scarafaggi lo rende molto efficace e, se ben utilizzato, sicuro. Per informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Imidacloprid Acetilcolina: è un neurotrasmettitore sia a livello del sistema nervoso centrale (SNC) sia periferico (SNP). Chimicamente è un estere dell’acido acetico con la colina [è una sostanza organica denominata anche Vitamina J (accostata spesso alle vitamine del gruppo B)]. È un importante costituente dei fosfolipidi delle membrane cellulari e dei neurotrasmettitori. Appare evidente l’importanza di questa sostanza nella nostra dieta. Essa è contenuta in particolare nella soia (soprattutto nei semi), nel riso integrale e nello zenzero.   Scheda bio-etologica EcoPlan • NOME SCIENTIFICO: Monomorium pharaonis • NOME ITALIANO: Formica faraone • NOME INGLESE: Pharao ant • NOME SPAGNOLO: Hormiga faraon INQUADRAMENTO SISTEMATICO Phylum: Arthropoda Classe: Insecta Ordine: Hymenoptera Famiglia: Formicidae Specie: Monomorium pharaonis DIMENSIONI Operaia: 1,7- 2 mm Femmina alata: 4 mm Maschio alato: 2 mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Le operaie sono monomorfiche, di piccole dimensioni e di colore variabile dal giallo-ocra al rossastro o bruno. Le antenne sono composte da 12 segmenti di cui gli ultimi tre formano la clava. Il peziolo è composto da 2 segmenti. I riproduttori sono alati ma non volano e gli accoppiamenti avvengono entro il nido durante tutto l’arco dell’anno: le femmine sono di colore scuro mentre i maschi sono neri e hanno le antenne dritte, cioè non genicolate. I formicai possono raggiungere dimensioni elevate (fino a 100.000 operaie e 100 regine). L’espansione del formicaio principale si ottiene con la formazione di nuovi formicai “satellite”. In condizioni difficili il formicaio principale può dividersi in più formicai di dimensioni inferiori, cosa che rende la lotta difficoltosa. Un nuovo formicaio può iniziare solo con 5 operaie, 10 forme pre-adulte e una regina. La specie è originaria dell’India, ormai diffusa ovunque e stabilmente insediata anche in Europa, benché la sua sopravvivenza dipenda dalla presenza di edifici riscaldati. HABITAT Interno di edifici, abitazioni, ospedali, alberghi, industrie agro-alimentari, supermercati, pasticcerie, macellerie, cucine, dispense, magazzini e altri locali alimentari, ecc. Questa specie lucifuga non si reperisce all’esterno, poiché predilige climi tropicali e sub tropicali. I formicai vengono costruiti in zone inaccessibili preferibilmente in microclimi caldo-umidi, anche all’interno delle strutture degli edifici, Le operaie escono in file alla ricerca di cibo e acqua. Per i loro spostamenti utilizzano anche il cablaggio elettrico e telefonico. ABITUDINI ALIMENTARI Specie onnivora, senza particolari preferenze alimentari: si ciba di carni, zuccheri, grassi e larve di altri insetti. Può attaccare derrate alimentari quali dolciumi, sciroppi, succhi di frutta, mostarda, carne, latte, ecc.. CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > pupa > adulto Durata del ciclo: lo sviluppo da uovo a operaia è di 38 gg. N° generazioni/anno: Il nido rimane attivo tutto l’anno N° uova/femmina: 400 uova per deposizione Svernamento: come intera colonia entro i nidi Durata vita adulto: operaie: 10 settimane; regine: 10 mesi; maschi: 4 settimane dopo l’accoppiamento LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO Temperatura ottimale: 27° - 30°C UR ottimale: 80 % DANNI I danni sono legati alla loro presenza nelle aree alimentari. Dati relativi a formiche faraone catturate in ambiente ospedaliero riportano che possono veicolare più di una dozzina di batteri patogeni. In bibliografia sono riportati dei casi in cui in ospedale questa specie è stata attratta dall’odore del latte del reparto maternità e ha persino aggredito i neonati all’interno delle incubatrici procurando lesioni alle palpebre e alle mucose auricolari.   Scheda bio-etologica EcoPlan • NOME SCIENTIFICO: Lasius niger • NOME ITALIANO: Formica nera • NOME INGLESE: Black garden ant • NOME SPAGNOLO: Hormiga negra de jardín INQUADRAMENTO SISTEMATICO Phylum: Arthropoda Classe: Insecta Ordine: Hymenoptera Famiglia: Formicidae Specie: Lasius niger DIMENSIONI Adulto: operaia 3 - 5 mm; regina 6,2-9,5mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Formica di colore bruno-grigiastro, molto comune nei giardini. Le alate formano sciami molto numerosi e sono attratte dalla luce. Diffusa in tutta Europa e in India. HABITAT Orti, giardini, campi, incolti, abitazioni, industrie alimentari (di derivati zuccherini), ecc.. Larva: nel nido sotterraneo Adulto: può diffondersi in abitazioni, magazzini, dispense, ecc. alla ricerca di cibo, spesso allontanandosi anche molto dal nido ABITUDINI ALIMENTARI Larva: viene nutrita con sostanze varie, per lo più zuccherine, dalle operaie Adulto: si nutre di altri insetti morti e di sostanze zuccherine, come nettare, melata, zucchero e sciroppi CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > pupa > adulto Durata del ciclo: variabile in rapporto al clima e alla temperatura N°uova/femmina: variabile secondo il cibo assunto dalla regina Svernamento: come intera colonia entro i nidi DANNI Diretti alle sostanze attaccate; non è nota la possibilità di trasmettere germi patogeni. L’insetto, data la sua facoltà di allevare afidi per nutrirsi delle loro secrezioni zuccherine, può risultare dannoso anche al verde urbano. razioni con prodotti residuali lungo i camminamenti e nei nidi.  

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