Lca: ospedale di Conegliano

Presentiamo lo studio effettuato da Rosangela Spinelli e Alessandra Bonoli (diCAM Università di Bologna), Francesca Cappellaro (ENEA, Bologna), circa l’ implementazione di un modello di LCA per l’analisi ambientale del servizio di pulizia di un presidio ospedaliero.
“Le amministrazioni pubbliche sono importanti consumatori in Europa, poiché spendono circa 2 trilioni di EURO l’anno (equivalenti al 19% del PIL dell’UE).Usando il loro potere di acquisto per scegliere beni, servizi e opere a ridotto impatto ambientale, possono fornire un importante contributo agli obiettivi di sostenibilità a livello locale, regionale, nazionale e internazionale” . Gli appalti verdi (Green Public Procurement, GPP) possono essere un motore importante per l’innovazione sul mercato, dando all’industria incentivi reali per sviluppare prodotti e servizi verdi, in particolare in settori dove le amministrazioni pubbliche sono tra i maggiori acquirenti sul mercato (COM (2008) 397, COM (2008) 400). Per promuovere questa pratica a livello nazionale, nel 2008 è stato adottato con decreto interministeriale il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione noto come PAN GPP (2008). L’obiettivo nazionale del PAN GPP è quello di raggiungere entro il 2014 la quota del 50% di appalti verdi sul totale degli appalti stipulati per questa categoria di affidamenti e forniture. L’applicazione di questo piano richiede in fase di predisposizione degli appalti di poter istituire adeguati criteri di scelta che aiutino a identificare i prodotti (e servizi) ambientalmente preferibili. Questi criteri detti CAM (Criteri Minimi Ambientali) devono da un lato presentare caratteristiche di selettività e dall’altro permettere la partecipazione alle procedure di scelta di un numero sufficientemente elevato di imprese, in modo da garantire lo svolgimento della procedura in condizioni di concorrenza e trasparenza. È essenziale, quindi, che l’elaborazione dei criteri di scelta dei prodotti avvenga su basi scientifiche riconosciute e di oggettiva validità. Conseguenza di ciò è il ricorso al concetto di Life Cycle Thinking e cioè al pensare i beni e i servizi in ottica complessiva attraverso la metodologia Life Cycle Assessment (LCA), che consente di valutare la scelta dei beni economici considerandone gli impatti ambientali durante l’intero ciclo di vita, “dalla culla alla tomba”. La scientificità della metodologia permette di selezionare i beni a più elevate performance ambientali. Il caso studio presentato è l’esempio di come la metodologia LCA sia in grado di supportare le pratiche di acquisto verde. Materiali e metodi L’obiettivo di questo studio è la valutazione comparata degli impatti ambientali del ciclo di vita (ISO 14040, 2006; ISO 14044, 2006) di un servizio di pulizia dell’Azienda Socio Sanitaria ULSS n°7, Ospedale di Conegliano. L’analisi è di tipo comparativo e confronta gli impatti del “Cantiere a tempo zero” e del “Cantiere migliorato” mediante l’adozione di un insieme di interventi il cui fine è offrire un servizio ambientalmente preferibile e conformarsi al Decreto Ministeriale del 24 maggio 2012 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene” (DM, 2012; Musio, 2013). Il programma di miglioramento prevede: • l’installazione di una lavatrice a elevate prestazioni e a recupero d’acqua; • l’introduzione di una nuova tecnica di pulizia, la pre-impregnazione dei panni; • la modifica del set di fornitura dei prodotti di pulizia in un’ottica di riduzione dei consumi e degli imballaggi; • la sostituzione di alcuni detergenti per permettere alle tecniche di pre-impregnazione di raggiungere la loro massima efficienza; • l’uso di mop e frange in microfibra che, essendo molto più leggeri rispetto a quelli usati tradizionalmente, sopportano molti più cicli di lavaggio, permettendo notevoli risparmi in termini di impatto ambientale. La funzione del sistema è l’erogazione del servizio di pulizia di un presidio ospedaliero. L’erogazione del servizio di pulizia è articolabile in tre differenti tipologie di attività (Capitolato Tecnico): • Sanificazione giornaliera. • Sanificazione periodica. • Trattamenti periodici. Si adotta come unità funzionale (UF) dello studio il m2 “tipo” di superficie pulita nel periodo di un mese. La definizione del m2 “tipo” è stata effettuata sulla base di diversi fattori, quali: • le dimensioni delle aree funzionali di cui è costituito il presidio ospedaliero; • le tipologie e la frequenza dei diversi trattamenti previsti dal capitolato d’appalto; • l’indice di efficienza delle pulizie previste da capitolato per ognuna delle diverse aree. La definizione dell’Unità Funzionale è basata sull’assunzione di diverse ipotesi, tra cui anche uno studio per la definizione delle Product Category Rules di un servizio di pulizia (Fornasari, 2011). In particolare: • si ipotizza che l’indice di efficienza, stabilito dal capitolato d’appalto per i vari trattamenti valga anche per gli altri tipi di trattamento; in altre parole assumiamo che sia riferito all’area funzionale nel suo complesso; • vengono considerati dei mesi “tipo” costituiti da 30 giorni. Di seguito viene illustrato il procedimento di calcolo utilizzato per la definizione numerica dell’unità funzionale del caso studio. Per ogni sotto-processo dell’analisi LCA, in altre parole per ogni area funzionale, viene definita un’area fittizia come: Af =∑n S • N • E Dove: Af=Area Fittizia; S=Superficie area funzionale; N= Numero di volte in cui il trattamento n viene eseguito in un mese; E= Indice di efficienza normalizzato rispetto al suo valore massimo. In Tabella 1 sono riportati i valori per tutte le aree funzionali del presidio ospedaliero: Analisi d’inventario L’analisi è stata condotta utilizzando come strumento operativo il codice di calcolo SimaPro 7.3.3 sviluppato dalla Prè (Product Ecology Consultants, NL) e facendo la valutazione dell’impatto ambientale con il metodo IMPACT 2002+ (Jolliet et al., 2003). La raccolta dati è invece avvenuta, ove possibile, direttamente sul cantiere (Primary Data), in particolare: consumi idrici ed energetici, le quantità di prodotti e le informazioni relative agli imballaggi. I dati riguardanti la produzione dei prodotti e dei macchinari sono stati ricavati dalle schede tecniche. La rappresentazione dei processi e dei trasporti è invece stata eseguita ricorrendo a un database presente nel software: Ecoinvent v. 2.2. Tutti i dati utilizzati si riferiscono ad un orizzonte temporale di un mese. Sono stati considerati tutti gli elementi di differenziazione tra il cantiere prima e dopo gli interventi di miglioramento. Di tali elementi è stato valutato l’intero ciclo di vita. SonorRiportati in Figura 2 i confini del sistema oggetto dello studio. Relativamente ai macchinari vengono considerate solo le lavatrici, questo è dovuto al fatto che tutti gli altri macchinari (aspirapolveri, battitappeti ecc) rimangano invariati dal primo al secondo cantiere, e sono di conseguenza irrilevanti in un’ottica di analisi comparativa. Essendo l’obiettivo di questo studio lo sviluppo di un’analisi comparativa sono stati realizzati due inventari, uno per il cantiere prima degli interventi di miglioramento, cosidetto “Cantiere a Tempo 0” e uno dopo, “Cantiere Migliorato”. Al fine di ottenere un’analisi più puntale sul sistema e dunque per facilitare la fase di individuazione delle criticità, l’LCA è stato suddiviso in più sotto-processi, ovvero le diverse aree funzionali dell’ospedale, che a loro volta fanno riferimento ai diversi trattamenti individuati dal capitolato d’appalto. La Tabella 3 riporta una selezione dei più importanti dati utilizzati nell’analisi d’inventario per i due cantieri (Life Cycle Inventory). L’allocazione dei dati sui diversi sotto-processi è stata effettuata con lo stesso criterio con il quale è stata definita l’Unità Funzionale, dunque considerando non solo la superficie delle diverse aree funzionali ma anche la frequenza con cui vengono pulite e il grado di efficienza richiesto. Per quanto riguarda i prodotti, nello specifico, l’allocazione è avvenuta tenendo conto del fatto che siano o meno utilizzati nelle diverse aree funzionali e per i diversi tipi di trattamento . Valutazione di impatto ambientale e osservazioni conclusive Dall’analisi dei risultati risulta che il sistema “Cantiere migliorato” produce un danno totale (1,3855E-06 Pt) che è inferiore del 19% rispetto a quello prodotto dal sistema “Cantiere a tempo zero (1,70124E-06 Pt). L’impatto ambientale globale del sistema “Cantiere migliorato” diminuisce per tutte le categorie d’impatto (Tabella 4). Viene riportata in Tabella 5 la distribuzione di questa riduzione a livello di singola area funzionale. In particolare la riduzione degli impatti è imputabile ad una considerevole riduzione dei consumi sia idrici (57%) sia energetici (11%) dovuta all’installazione della lavatrice ad elevate prestazioni energetiche aggiunta alle due già presenti nella lavanderia dell’ospedale (“Cantiere a tempo 0”) e alla conseguente ridistribuzione dei cicli di lavaggio su tre macchine. Viene riportato in Tabella 6 il confronto tra i consumi idrici ed energetici tra “Cantiere a tempo zero” e “Cantiere migliorato” e i rispettivi risparmi in percentuale. La riduzione dei consumi idrici è dovuta anche all’introduzione della tecnica di pre-impregnazione, ossia un sistema per il dosaggio di detergente attraverso centraline automatiche. I consumi idrici vengono abbattuti poiché grazie a questa tecnica l’operatore preleva meno acqua dalla rete idrica per impregnare le frange di lavaggio. Infatti confrontando i due sistemi senza e con impregnazione, 1 kg di detergente diluito al 2% nel primo caso (senza pre-impregnazione) deterge una superficie di 600 m2 e nel secondo (con pre-impregnazione) una superficie di 3.600 m2 . Da qui si deduce che vi è una notevole riduzione (del 90%) di acqua di soluzione esausta che a fine turno gli operatori scaricano nelle fogne e un minor consumo di prodotti chimici. I risultati dell’analisi saranno utilizzati come base per la creazione di un modello di riferimento al fine di: • offrire un servizio ambientalmente preferibile; • conformarsi al D.M. 24 maggio 2012 per l’affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene, applicando i criteri ambientali minimi e monitorando i loro effetti in termine di riduzione degli impatti del servizio come previsto dal Piano di Azione nazionale sul GPP; • individuare delle procedure di miglioramento ambientale del servizio di pulizia finalizzato alla creazione del primo modello di riferimento in Italia, eventualmente replicabile in altri cantieri. Conclusioni A conclusione di questo studio si evince che l’utilizzo della metodologia LCA si è dimostrato essere di grande aiuto per il monitoraggio dei benefici ambientali ottenibili tramite l’adozione dei Criteri Minimi Ambientali del GPP applicato a un servizio di pulizia. Il caso dell’Ospedale di Conegliano conferma che per la valutazione delle prestazioni ambientali di un servizio occorre considerare non solo le proprietà chimiche dei prodotti di pulizia utilizzati, ma anche la modalità con cui è erogato il servizio di pulizia. I risultati emersi dallo studio di LCA sono quindi un supporto per la revisione dei piani di pulizia e per migliorare la formazione del personale addetto alle pulizie. L’individuazione di procedure di miglioramento ambientale del servizio di pulizia sarà inoltre di supporto per la creazione del primo modello di riferimento in Italia del “Piano gestionale del servizio di pulizia”. Il GPP è uno strumento essenziale per favorire la diffusione sul mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica ed è quindi necessario che sia affiancato da strumenti scientifici come l’LCA che convalidino l’identificazione delle soluzioni per il miglioraramento ambientale di prodotti e servizi. Questo lavoro è stato ulteriormente approfondito nelle tesi di laurea di Giuseppe Cancelliere e Francesca Musio. I partner del progetto sono stati: Cesare Buffone e Paolo Fabbri di Punto 3, Giovanni Delprato di Dussmann Service, Salvatore Inglese di Sutter Industries S.p.a. e Max Sandri di Eurodex.    

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