Un esempio di lotta adulticida

Come intervenire contro le zanzare adulte in un parco cittadino di circa 50 ha (mezzo milione di metri quadrati) molto frequentato sia di giorno sia di sera inoltrata
Il gruppo di lavoro doveva decidere se dare l’assenso ai trattamenti adulticidi contro le zanzare in alcuni parchi cittadini e si doveva in primo luogo valutare se fosse il caso di procedere e nel caso come. L’infestazione era costituita dalla famigerata zanzara tigre, da assai numerose zanzare comuni e da alcune catture di anofeline. Devo dire che dopo qualche incontro mi ronzava in testa una citazione di cui non ricordavo l’autore, ma mi sembrava pertinente: “se un problema causa molte riunioni, c’è il rischio che le riunioni diventeranno più importanti del problema”. In effetti è anche vero che finché non sei dentro nelle cose rischi di non capirle o addirittura non riesci a vederle. Io mi concentravo sul come realizzare l’intervento pilota e mi sfuggivano le responsabilità a cui erano sottoposte le Autorità sanitarie che dovevano dare l’assenso a tali trattamenti invero malvisti. In ogni caso le notizie relative all’affacciarsi di alcune virosi esotiche (Dengue, West Nile Virus, Chikungunya) in alcuni regione italiane furono il principale motivo per dare “luce verde”. Dove L’estensione del parco, come anticipato, è di mezzo chilometro quadrato. Esistono comodi accessi carrabili e la viabilità interna consente di “trattare le aree sensibili” con atomizzatori montati su pik-up. La flora del parco è degna di nota con alcune decine di specie botaniche fra cui: Nel parco si trova un’area gioco per bambini che non è trattata e spazi cintati riservati ai cani che sono invece trattati con particolare cura sia perché sussiste il pericolo di presenza di ectoparassiti, sia perché le punture di zanzare rappresentano un rischio particolarmente grave con possibili complicazioni cardiache, sia per la presenza di feci che sono micro habitat di ovo-deposizione per mosche e mosconi. RISORSE TECNICHE Attrezzature Nello specifico è stato utilizzato un gruppo atomizzatore regolato al medio volume, con un diametro medio delle micro gocce erogate di 40-50 micron (si volevano evitare derive e contemporaneamente bagnare bene il fogliame evitando sgocciolamenti). Nella progettazione si era raccomandato l’utilizzo di un dispositivo elettrostatico che però in fase di esecuzione non è stato impiegato. Presidi medico chirurgici In fase di valutazione erano stati esaminati formulati a base di permetrina, deltametrina e estratti naturali di piretro. Si è optato per quest’ultimo principio attivo per la mancanza di attività residuale. Il testo dell’etichetta esplicitava la possibilità di trattare la vegetazione urbana. Personalmente avrei preferito l’utilizzo di un piretro ide fotostabile sia pure a dosaggio di sicurezza per poter contare su un effetto residuo un po’ più lungo, ma la mia tesi è stata scartata. Orari, tempi e consumi e stime economiche Gli orari di intervento erano dalle 24 alle 4 del mattino. Era utilizzato un solo gruppo atomizzatore con un serbatoio di 400 l. Dei 50 ha si stimava di trattarne il 60% per cui la superficie per calcolare i consumi era di 30 ha. La quantità di “soluzione” era di 40 l/ha alla concentrazione dello 0,3%. Per cui in ogni serbatoio era iniettato 1,2 l di prodotto (l’attrezzatura era dotata di pompa micro dosatrice che consentiva di riempire il serbatoio di acqua. La pompa dosatrice era considerata un punto critico ed era stato raccomandato ai due tecnici di tenerla sotto stretta sorveglianza. In estrema sintesi i tempi di lavoro escluso i trasferimenti erano di 8 ore (4 h per due tecnici) con un consumo di 3,6 litri di PMC. Un costo non di poco conto per cui le raccomandazioni di “lavorare bene” erano all’ordine del giorno. Risultati Dopo i primi trattamenti test la pratica dei trattamenti adulticidi era “guidata” dalle catture effettuate da una struttura esterna che operava con trappole ad anidride carbonica. I risultati erano più che confortanti con una riduzione delle catture che oscillava fra l’80 e il 90% e perdurava un paio di settimane. Se si tiene conto che il prodotto utilizzato era sprovvisto di residualità significa che l’abbattimento della popolazione adulta integrata dai trattamenti larvicidi era veramente eccellente. Conclusioni Personalmente l’integrazione dei trattamenti larvicidi in genere realizzati sull’intero territorio di pertinenza comunale (tombini in primis) con trattamenti adulticidi rivolti alle aree sensibili dovrebbe essere una pratica generalizzata. Oltre tutto tale pratica se messa in conto in fase di progettazione consente delle notevoli economie di scala e, cosa assai importante, di non farci sfuggire la cosa di mano. VIROSI CHIKUNGUNYA Il nome significa “ciò che contorce” per la postura che i malcapitati assumono in conseguenza della sintomatologia assai dolorosa della malattia. L’agente eziologico è un togavirus (CHIK) I vettori sono le zanzare del genere Aedes, quello a cui appartiene anche la zanzara tigre. DENGUE Malattia virale acuta presente soprattutto nel sud est asiatico, Africa, America centrale e meridionale, Oceania . L’agente eziologico è un Flavivirus (simile a quello responsabile della febbre gialla). I vettori sono le zanzare del genere Aedes e del genere Anopheles WEST NILE VIRUS Nota con il nome di febbre del Nilo occidentale in quanto è stata riscontrata nel 1937 in Uganda. Nella catena epidemiologica sono coinvolti uccelli e cavalli. L’gente eziologico è un flavi virus I vettori sono le zanzare del genere Culex. Gruppo di atomizzazione Tifone, modello City 35/320 Black Edition, www.tifone.com Esempio di nebulizzatore modello Phantom Super Ecology Luxor di Martignani, www.martignani.com Atomizzatore in azione di Spray Team, serie Élite, www.sprayteam.it

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