Un’occasione non del tutto colta

Forum Pulire 2016 ha rappresentato un importante momento di studio e di analisi degli scenari futuribili, che coinvolgeranno tutti i comparti della filiera del cleaning. Relatori e pubblico hanno affrontato argomenti di estrema attualità. Ma è rimasta l’impressione di insicurezza e di timore di fronte all’ignoto
La terza edizione di Forum Pulire, svoltasi a Milano il 14 e il 15 settembre scorsi, è stato un evento di grande rilevanza, sotto tutti gli aspetti, all’insegna della più stretta attualità per quanto riguarda la pregnanza dei temi trattati, e con una valenza internazionale non solo per i relatori intervenuti, ma anche per la scelta ambientale, cuore della Milano più moderna e avveniristica. Una serie di eccellenze si sono combinate per dare vita a un appuntamento che aveva tutte le caratteristiche dell’imprescindibilità. Non si sarebbe dovuto perdere per nessuna ragione, perché luogo e momento in cui si sarebbe dovuto delineare il futuro del settore, considerato nella sua totalità, ossia nella varietà dei soggetti che lo compongono. Tutti, peraltro, coinvolgibili, volenti o nolenti, dal nuovo che avanza e che si preannuncia come sconvolgimento di tutti i parametri finora considerati di riferimento per il mercato. E oggi come non mai il futuro è davvero un’incognita, perché a cambiare sarà il concetto stesso di mercato. Promosso da Afidamp e da Onbsi, organizzato da Afidamp Servizi, supportato da partner come Anip Confindustria, Cna, Confartaginato, Confcooperative, Feni, Fiden, Fnip, Issa, Legacoop Servizi, Scuola Nazionale Servizi, Forum Pulire si è svolto nel suggestivo Uni-Credit Pavillon, che con la sua particolare struttura architettonica, e la sua particolare collocazione – Piazza Gae Aulenti – è il simbolo di una Milano sempre più europea, come ha sottolineato Toni D’Andrea, amministratore delegato di Afidamp Servizi, ideatore dell’evento. Industria 4.0, e-commerce e nuove frontiere dell’offerta, appalti e futuro del lavoro, apprendimento e formazione, questi i macrotemi (di cui tratteremo approfonditamente nei prossimi numeri di Dimensione Pulito) che hanno animato la due giorni, che ha visto alternarsi grandi nomi del mondo dell’imprenditoria, della cultura e dell’economia. Temi che sono stati affrontati da intellettuali, esperti, manager di levatura internazionale, esponenti delle istituzioni, giornalisti, ognuno dei quali ha offerto spunti di riflessione e suscitato non pochi interrogativi, in un momento in cui, a livello mondiale, si sta preparando uno di quei cataclismi epocali, annunciato da piccoli smottamenti che all’improvviso restituiranno uno scenario totalmente nuovo e forse non del tutto immaginabile. Solo chi saprà adeguarsi, come ci ha insegnato Darwin, sopravviverà. È in atto una mutazione delle specie che rischia di lasciare numerose vittime sul terreno. E l’affollamento della sala convegni dell’Uni-Credit Pavillon ha confermato l’interesse della proposta. Oltre 400 iscritti (precisamente 443) e 361 presenti hanno seguito i lavori, che si sono articolati in 4 tavole rotonde, cui hanno partecipato 30 relatori, e che sono state intervallate da tre lectiones magistrales, a opera di Vittorio Sgarbi cui è stato assegnato il tema “Giotto il grande innovatore”, Oliviero Toscani che ha parlato di “Integrazione e Modernità”, e Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano che ha risposto alla domanda “Quale futuro per l’Europa?” quanto mai attuale data la recente e scioccante uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Tuttavia, nonostante le premesse, nonostante il dovuto apprezzamento per gli ideatori e gli organizzatori, che hanno confermato la capacità di sapere cogliere ed elaborare i segnali di cambiamento e la necessità di dare al concetto di innovazione una definizione non parcellizzata ma la concretezza di un progetto fortemente integrato «in grado di mettere insieme – sono sempre affermazioni di Toni D’Andrea – esperienze diverse e interessi diversi orientandoli verso un obiettivo comune: quello di rendere più competitivo l’intero settore», perché solo chi saprà veramente competere sarà presente al day after del mondo digitalizzato e robotizzato, nonostante questo, l’impressione, a lavori terminati, è che Forum Pulire 2016 sia stato un’occasione colta solo in parte. Lo dimostra l’analisi dei dati finali elaborati dallo staff di ForumPulire Come si nota (vedi tabella), sono aumentate, rispetto alla passata edizione, le presenze dei fabbricanti (+30%) e dei distributori (+13%), probabilmente perché sentono quanto mai incalzante la sfida dell’industria 4.0 (da notare che qualche giorno dopo quest’incontro il governo italiano ha varato un piano di incentivi per le aziende manifatturiere che vogliano innovare nella direzione della digitalizzazione della produzione), e la necessità di governare il fenomeno sempre più dilagante (anche se non ancora preminente nel comparto specifico) dell’e-commerce. Si sono affacciati per la prima volta anche i committenti, seppure con numeri piccoli. Sono invece diminuite considerevolmente (-25%) le imprese, che, pure sono un anello non certo di secondo piano della filiera del cleaning. Forse non sentono imminente il cambiamento o, questa è un’impressione prettamente personale, restano in posizione attendista, aspettando di capire se e come cambierà il proprio ruolo nell’immediato e nel prossimo futuro. D’altra parte – sempre come opinione personale – la sensazione di non sapere esattamente come squarciare le tenebre dell’ignoto è aleggiata in tutti i dibattiti. L’unica certezza è che ci sarà una vera e propria rivoluzione, ma a che cosa porterà, quale sarà l’esito finale e come e perché diventarne protagonisti è rimasto come interrogativo inespresso ma sensibile. Ma forse, proprio per questa incertezza, sarebbe dovuto essere Forum Pulire il momento del confronto, del dialogo totale, perché, come ha sottolineato Virna Re, presidente di AfidampFED, «per l’intera filiera dei servizi Forum Pulire è la “casa” comune in cui affrontare i temi che la riguardano da vicino, analizzandone criticità e opportunità», in quanto offre gli strumenti intellettuali e culturali per affrontare con successo il futuro. Interessanti i commenti raccolti dagli organizzatori Apprezzamento per l’interesse e l’attualità degli argomenti trattati, riconoscimento dell’importanza del confronto come strumento di conoscenza utile all’innovazione e al rinnovamento: queste le principali positività riscontrate. Le critiche non sono entrate nel merito degli argomenti trattati e si sono focalizzate su dettagli organizzativi. Ma – e questo dovrebbe essere spunto di riflessione – sia tra i commenti positivi, sia tra i commenti negativi, sia tra i suggerimenti spicca una voce identica che suggerisce di “Fare sistema, perché il mercato lo richiede”. Forum Pulire si è proposto come il luogo in cui fare sistema, proprio perché c’è la percezione che il mercato lo richieda. Questa intenzione da una parte è stata avvertita e compresa. Ma c’è stata anche la percezione contraria, che è stata espressa come critica (ma verso chi?) e, quindi, si è trasformata in suggerimento. Quindi l’intuizione degli organizzatori è stata l’intuizione giusta. Si deve trasformare in intuizione vincente. Come? Coinvolgendo un pubblico sempre più numeroso. Ma, quando tra gli elementi negativi si registra il prezzo del biglietto d’ingresso e si suggerisce di abbassarlo per la prossima edizione, sorge il dubbio che non sia stato colto il valore effettivo del meeting. La qualità costa, come dovrebbero sapere operatori che si confrontano quotidianamente con il mercato. E, come tutti sanno, c’è differenza tra costi e costi. Quelli produttivi diventano investimento. Quando poi si investe per continuare a esistere allora l’investimento diventa “valore assoluto”. E come tale dovrebbe essere considerato. Non ci si deve dimenticare che…“per un punto, Martin perse la cappa”.

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