Buon compleanno RCM!

Sulle pagine di questa rivista (vedi la serie “I racconti del mulino”- 2014/2015) abbiamo più volte trattato il delicato argomento delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie che costituiscono il nerbo del mondo industriale italiano, giunte al momento del passaggio generazionale. Un momento critico, vissuto a volte in maniera drammatica, sia dai padri sia dai figli: i primi perché non sanno prendere le distanze dalla propria creatura, gli altri perché impazienti di scrollarsi di dosso una vigilanza che avvertono come un peso e desiderosi di innovare, di dimostrarsi al passo con i tempi, di fare valere le proprie capacità. Su queste premesse si stende una coltre sempre più spessa di incomprensione, di incomunicabilità, di delusione, a volte di rancore. La convivenza diventa sempre più difficile e la rottura a volte è inevitabile e non indolore. A farne le spese l’azienda e i collaboratori, quando non anche i rapporti familiari.Casi limite? Può darsi, tuttavia sono segnale di un disagio, di un gap tra generazioni che il progresso tecnologico di questi ultimi anni ha ulteriormente allargato, confinando i padri nella “storia”, prospettando ai figli un futuro non chiaro.[caption id="attachment_14284" align="alignleft" width="282"] Guizzi consegna al presidente Roberto Raimondi una preziosa copia stampata in unico esemplare del suo libro “La sporca storia del pulito”[/caption]In mezzo, un presente incerto, senza punti di riferimento. È vero che, nonostante tutto, la nostra imprenditoria continua a collezionare successi e a reggere l’impalcatura dello Stato. Ma quanta fatica, sempre alle prese con problemi di competitività, di produttività, di corse e rincorse per non essere tagliati fuori. Con tutte le conseguenze, sul piano sociale, che questo vivere costantemente a “mille all’ora” comporta.Ma questo non è il caso di RCM, l’azienda modenese da cinquant’anni protagonista, in Italia e nel mondo, nella produzione di macchine per la pulizia professionale e lo spazzamento industriale e stradale.Cinquant’anni sono un traguardo importante. A cinquant’anni si entra nella piena maturità, si può compiere un primo bilancio della propria vita, guardando al passato con tenero distacco, ripercorrendo le tappe di un cammino che per tutti è stato costellato di difficoltà, errori, e successi, valutando il presente per quello che è, potendosi permettere di proiettarsi verso il futuro, ancora in forze e con prospettive di ulteriori successi.Vale per gli uomini e vale per le aziende. Vale, però, solo se si hanno radici salde e ben radicate in un terreno di valori profondi, che sono il primo e fondamentale nutrimento di ogni forma di vita.RCM ha celebrato, il 5 e 6 ottobre scorsi, i suoi cinquant’anni, al Convention Center Ferrari di Maranello, con un evento “memorabile”, perché sarà ricordato da quanti erano presenti (dealers provenienti da tutto il mondo) per la ricca e coinvolgente semplicità con cui due generazioni di Raimondi hanno dimostrato come sia possibile raccogliere e tramandare, di padri in figli, la fiaccola di valori condivisi, di umanità creduta e vissuta, di imprenditorialità vincente in quanto l’imprenditore non ha mai smesso di essere, prima di tutto, un uomo.Roberto Raimondi, presidente di RCM, ha aperto l’incontro con un ricordo che ha chiarito anche il perché sia stato scelto proprio il Centro Ferrari a fare da cornice alla riunione.Romeo, il padre e fondatore di RCM, era amico di Enzo Ferrari, che, avendo perso il figlio prediletto, Dino, considerava una fortuna che avesse tre figli, che avrebbero potuto continuare l’attività imprenditoriale avviata.Ferrari e RCM, stesso DNA territoriale, stesso amore e rispetto per il lavoro, hanno raggiunto, nei loro rispettivi campi, traguardi importanti. Al successo planetario della Ferrari, fa da riscontro la fama di RCM, conosciuta in 80 paesi nel mondo, modello di riferimento, per quanto riguarda capacità di innovazione, anche per la concorrenza.I pilastri su cui RCM ha fondato il proprio sviluppo sono stati l’onestà, la solidarietà, la generosità, l’unione familiare: valori che Romeo ha trasmesso ai figli, Roberto, Renzo e Romolo e che a sua volta aveva ereditato dal padre Ippolito, che a fine 800 aveva prodotto e commercializzato una gamma completa di “moderne biciclette”.La meccanica e i motori sono da sempre una passione par la famiglia Raimondi. Dalle biciclette alle motociclette, dai motori marini a quelli industriali, ai motori diesel, sempre all’avanguardia al punto da poter competere con la produzione della Fiat. Ma Golia non avrebbe potuto competere a lungo con il gigante di Torino e con i giganti americani e tedeschi. Perciò la svolta, in concomitanza con il trasferimento nella nuova sede di Casinalbo – nel 1967, appunto –, e la produzione di una macchina spazzatrice, che a poco a poco, si perfezionò nella tecnica, con soluzioni rivoluzionarie. Piccola ma geniale. E da quella prima motoscopa, si è arrivati a oggi: gamme complete di motoscope, lavasciugapavimenti, spazzatrici stradali eccetera. Tutti conoscono RCM.I tre fratelli Raimondi hanno saputo mettere a frutto gli insegnamenti del nonno e del papà e hanno continuato, insieme, suddividendosi compiti e responsabilità e trasferendo valori e competenze ai propri figli, Riccardo, Raimondo, Raffaele e Raffaella, che sono tutti entrati in azienda, assumendo ciascuno un ruolo apicale, che svolgono con grande professionalità, sotto l’occhio vigile, ma discreto, dei rispettivi padri.«È una situazione tra le più ambite – ha confermato Alberto Vecchi, presidente Confindustria Emilia Area Centro, portando gli auguri del mondo imprenditoriale – È di grande conforto avere un esempio di azienda familiare come questa che conferma l’intuizione che era propria di Enzo Ferrari, quello di continuità generazionale come patrimonio inestimabile e garanzia per il futuro». Parole alle quali ha fatto da contraltare Bruno Ferrarese, presidente Afidamp, di cui RCM è stata una delle primissime associate, il quale ha individuato nella positività con cui l’azienda modenese ha sempre saputo guardare al futuro una delle chiavi del successo, che fanno di questi primi 50 anni solo una tappa intermedia verso traguardi ancora più ambiziosi. E poi le parole di Giulio Guizzi, illustre storico del settore, amico da sempre dei fratelli Raimondi, con cui ha condiviso la crescita del settore, imprenditore e umanista, che ha voluto ricordare come RCM sia un’azienda fortemente legata al territorio, come abbia saputo evolversi innovando e come la famiglia Raimondi abbia sempre impostato l’azienda non con fredda cultura d’impresa ma con il caldo umanesimo che è stato riversato su tutti i dipendenti e i collaboratori. Umanesimo frutto di una alchimia interna che ha saputo tenere uniti generazioni e persone, famiglie e collaboratori, pronti a guardare al futuro con serenità.Chiavi di interpretazione che ognuno può trovare facendo scorrere il filmato, “Cinquant’anni in un’ora”, che è stato realizzato come un’ulteriore manifestazione di riconoscimento nei confronti dei padri e di generosità nei confronti della prossima generazione, la quarta, perché guardino in avanti conoscendo però quali siano e dove affondino le proprie radici.

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