In effetti il titolo potrebbe essere “Disinfestastorie controcorrente”, e spero esprima una opinione di minoranza, perché non vorrei proprio trovarmi solo in questa posizione di pensiero. Se così fosse è chiaro che cerco dei proseliti. La mia tesi è che queste crociate contro la “chimica” siano degli autogol. Sembra che tutto quello che possa vantare di essere naturale sia “buono” (purché non sia olio di palma) e tutto il resto “cattivo”.Mi riprometto di approfondire l’argomento in modo più circostanziato in un prossimo futuro, per ora mi basta fare alcune constatazioni relative a ciò che sembra profilarsi all’orizzonte delle nuove etichette che faranno bella mostra di sé sui Biocidi in sostituzione degli attuali PMC. La prima constatazione è che le malattie diffuse dagli insetti sono in aumento e dal 1999 se ne sono scoperte altre 7 trasmesse dalle zecche e che le virosi trasmesse dalla zanzara sono in forte aumento (chikungunya, Zika virus e via discorrendo). Con queste premesse un importante organismo di prevenzione e controllo delle malattie infettive statunitense il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) nonostante 12.000 dipendenti ha solo 13 entomologi nel suo organico.La seconda constatazione che riguarda l’Europa è la revisione delle etichette degli insetticidi. A parer mio le varie Commissioni preposte a tali revisioni avrebbero dovuto partire dagli artropodi parassiti e preoccuparsi che la sommatoria dei parassiti coincidesse con quella dei parassiti contemplati nello spettro azione riportata nei vari testi delle etichette in modo da avere le risorse necessarie per attivare le terapie del caso (naturalmente eseguite a livello professionale). Invece, pare proprio che in una sorta di “incubo burocratico” ciò non sia stato fatto. Per cui a conti fatti, esaminando i testi di tutte le future etichette a cui dovremmo attenerci essi presenteranno dei macroscopici vuoti e quindi di tali infestanti dovremo limitarci a contarli (monitorarli).Anche se nei vari cataloghi si affacciano risorse e tecnologie alternative, il rischio igienico e sanitario è a mio avviso reale. Senza voler essere profeta di sventure mi sentirei di non lasciarci trascinare dalle correnti delle opinioni di moda e stimolare le varie Commissioni a effettuare le revisioni del caso.È altrettanto vero che degli errori sono stati fatti e altri se ne faranno, ma i numeri sono numeri ed è innegabile che le zanzare siano in aumento e i rischi sanitari pure [ad esempio il sospetto che la presenza dell’Aedes aegypti (*) nelle italiche regioni debba essere ricercata con molta attenzione resta pur sempre il vettore della febbre gialla ed è anche vero che la malaria è una delle malattie più infauste a livello mondiale) per cui il disarmo a parer mio è quantomeno prematuro].Ecco affiorare una questione importante: il consenso condiviso che il fondatore del centro di etica bio-medica presso lo Iowa State University ha così riassunto: “Mettiamo tutto sul tavolo e tiriamo fuori linee guida legali che possano essere accettabili…”. Come dire Mutatis mutandis ovvero cambiamo le cose che è utile siano cambiate. Però ho la sensazione che si cambino delle leggi poco rispettate con leggi ancora più capziose che saranno, gioco forza, ancor meno rispettate. La corte di giustizia USA chiamerebbe il mio dire dissenting opinion, a cui però consente libertà di espressione. Parliamone perché aveva pur ragione Balzac nel dire: “Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano mentre le piccole ci restano impigliate”. ?(*) L’Aedes aegypti era nota agli entomologi fin dal ‘600 e diffusa lungo le coste del Mediterraneo. Intorno agli anni 70 del secolo scorso l’ A. aegypti non fu più censita in Europa per ricomparire sul Mar Nero e nell’isola di Madeira nel 2004. E nel 2012 furono segnalati più di 2000 casi di Dengue in Portogallo e la cosa era coincisa con un picco di presenze dell’A. aegypti, zanzara che ha dimostrato di sapersi adattare molto bene al clima mediterraneo e il fatto che per un certo periodo non se ne trovassero tracce potrebbe significare solo che era una latitante ben nascosta.