Passione per la Meccanica applicata al Cleaning

La tradizione per la produzione delle macchine per il Cleaning in Italia è piuttosto radicata, al punto che, per determinate tipologie di macchine l&rquo; Italia è percepita all’estero come il migliore produttore mondiale.
Mentre più in generale il nostro paese è paragonato a Stati Uniti e Germania per qualità delle macchine con prezzi più contenuti.Le considerazioni relative al Made in Italy sono, storicamente, legate alla moda, al gusto e allo stile; ma soprattutto all’inventiva e laboriosità degli artigiani italiani, che sintetizzano questi valori. Durante il dopoguerra si è verifi cato il cosiddetto “miracolo italiano”: in un’era di elevato sviluppo industriale, anche per effetto di aiuti dall’estero, molte realtà semi-artigianali si sono affermate come imprese industriali, con caratteristiche paragonabili alle grandi aziende internazionali. Sono gli anni in cui cominciano a operare i principali produttori del Cleaning, molti dei quali sono attivi ancora oggi. Tuttavia la vocazione all’artigianato è rimasta piuttosto viva nel nostro paese: in termini numerici, le aziende di piccole e piccolissime dimensioni sono notevolmente maggiori che in altri paesi post-industriali, e spesso concorrenziali se considerate per i livelli di fatturato e valore aggiunto apportato al sistema paese. In quest’ambito sono presenti la grande parte delle imprese di pulizia, molto attive ma anche decisamente frammentate, con la necessità per i produttori e fornitori del settore di avvalersi di canali distributivi adeguati a tale distribuzione della clientela. Non è raro, in quest’ambito, sentire frasi come “all’estero con due / tre forniture, si realizza quanto in Italia con 100/150 clienti diversi”.

Italian Way-of-Life

La produzione vitivinicola e quella alimentare assume rilevanza internazionale, sia per effetto della qualità dei prodotti, sia per le capacità dei nostri produttori di comunicare e esportare i prodotti. Ma non tutto si esaurisce in queste considerazioni: l’Italian way-of-life, include inoltre aspetti culturali, del territorio e relativi alle modalità di resistenza allo stress, rese più solide proprio grazie a aspetti che, un tempo, erano considerati i nostri punti di debolezza: l’organizzazione non proprio perfetta e la “furbizia” di alcuni personaggi, come il Totò che vendeva la Fontana di Trevi. In pratica, riuscire a portare a termine le produzioni e/o a fornire servizi di elevato livello in presenza di infrastrutture poco organizzate, o con l’apporto di numerosi “furbi” nel nostro comparto produttivo; portava con sé la necessità di gestire un numero maggiore di variabili complesse, per ottenere il medesimo risultato di un concorrente estero, sviluppando capacità di resistenza allo stress maggiori rispetto a produttori di altri paesi. Pur crescendo nelle quote di macchine collocate all’estero, dal 64,3% al 67,7 tra il 2011 e il 2012, le attuali condizioni delle vendite hanno fatto registrare un -3,5% anche all’estero, con un controvalore di 309 milioni di Euro circa (erano quasi 320 nel 2011). La contrazione delle vendite è stata più pesante nel mercato nazionale: -21% nel medesimo periodo, che in termini assoluti da quasi 178 milioni a poco più di 147. Le macchine, in totale, sono diminuite del 9%, con una perdita pari a circa 41 milioni di Euro per vendite totali di 456 milioni a fi ne 2012.

Italian Sounding

In questo panorama, gli italiani si sono (quasi) sempre dimostrati all’altezza dei compiti, se è vero, come è vero, che sono ormai presenti numerose “imitazioni” delle nostre attività, che vanno sotto il nome di Italian Sounding: imprese che producono beni simili ai nostri, con nomi spesso italianizzati o addirittura reperiti nel nostro vocabolario. Se un tempo tali attività erano solo relative al fashion, nel tentativo di confondere i clienti con capi d’abbigliamento che apparissero come disegnati dai nostri stilisti, oggi tale tendenza investe anche prodotti alimentari, elettronica di consumo e altri comparti produttivi, come le automobili e le imitazioni di Ferrari, ma anche di macchine dedicate al Cleaning copiate di sana pianta, almeno nell’estetica e nei marchi, da parte di produttori esteri. Tale fenomeno si è ormai talmente radicato, che “rientrano” nei nostri mercati anche prodotti che nulla hanno di italiano e che vengono venduti a prezzi contenuti, tanto che si è reso necessario istituire un registro per differenziare le imitazioni da ciò che è realmente prodotto nel nostro paese. I dati disponibili su Internet parlano di circa 60 miliardi di Euro ogni anno di vendite di prodotti alimentari “sottratte” al Made in Italy tramite marchi che “suonano” come italiani; realizzate non dai cinesi, come potrebbe essere facile supporre, ma da paesi come gli Stati Uniti, il Canada e il Messico, oltre che dai vicini Francia Germania e Olanda. «In generale, in Italia, siamo piuttosto bravi nella produzione di macchine di elevata qualità» è stato l’esordio di Ercole Bibiano, amministratore delegato di Klindex, che ha continuato: «più che le caratteristiche legate al design e all’ergonomia, ciò che ci rende più interessanti è la tradizione delle macchine per lucidare i marmi, da sempre realizzate in Italia; quindi anche a fronte di prezzi più elevati, coloro che ci scelgono sono certi di ottenere il migliore prodotto in termini di qualità». Gli abbiamo chiesto se percepisse la concorrenza delle economie più aggressive e il manager ci ha risposto: «In estremo oriente sono presenti delle “scopiazzature” delle macchine Klindex, compreso il nostro marchio e il nostro logo, non suffi cientemente tutelati nel mercato cinese; le macchine costano la metà o anche meno, tuttavia non sono paragonabili per qualità ai nostri prodotti e possono essere collocate esclusivamente sui mercati dell’estremo oriente, mentre non hanno nessuna speranza nei sistemi più avanzati». Ma l’Italian way-of-life, preso nel nostro ambito del Cleaning, si caratterizza per le capacità di produzione artigianale e della relativa attenzione alle necessità dei clienti, con la produzione di macchine specifi che in base alle caratteristiche richieste dai differenti ambiti di mercato, fortemente personalizzate e assistite in maniera adeguata da catene di vendita e distribuzione ben strutturate. «L’offerta italiana di macchine per il Cleaning - è stato l’esordio di Stefano Marconi, responsabile marketing di IPC Gansow, - è basato sulla nostra tradizione meccanica, che implica anche elevata tecnologia e capacità di innovazione, ma soprattutto l’assistenza tecnica per macchine esteticamente e tecnicamente valide; in particolare la nostra tradizione nell’ambito specifi co è un fattore di distinzione sia per gli interventi di rispristino in caso di guasti, sia per quanto riguarda le attività di consulenza e indirizzo relativamente alle migliori metodologie da utilizzare in funzione degli ambienti da trattare e della tipologia di sporcizia, attività che rendono necessarie conoscenza e flessibilità nel nostro settore». I prodotti IPC sono caratterizzati dalla notevole attenzione all’ambiente, elemento divulgato anche tramite la colorazione verde delle stesse macchine, che richiama il logo aziendale, ma soprattutto le tematiche verdi, molto apprezzate nelle regioni più avanzate, come il nord Europa. L’offerta italiana implica un tale livello di qualità, che, come dicevamo, viene spesso “scopiazzata” da operatori del far-east, «Il plagio delle soluzioni di costruttori europei - ha concluso il manager - è un problema reale e sarebbe quindi necessario porre maggiore attenzione alla proprietà intellettuale dei progetti, per evitare l’invasione di prodotti mal replicati da operatori asiatici e in generale da paesi emergenti».

Tradizione Meccanica

In una versione più moderna dell’adagio “chi più spende meno spende”, rientrano quindi i prodotti del comparto del Cleaning con caratteristiche intrinseche di design e materiali di qualità. Ecco un esempio di flessibilità e capacità di adeguamento delle imprese italiane, dalle parole di Daniele Sambati direttore vendite di RCM: «RCM esporta in tutto il mondo e deve, necessariamente, utilizzare differenti leve per differenti mercati senza mai, però, allontanarsi dal proprio DNA di qualità complessiva; in altre parole, se RCM vende in Cina è perché si pone come alternativa ai prodotti di basso prezzo; in Australia proponiamo e adeguiamo i nostri modelli alla richiesta di robustezza e semplicità esasperata di quel mercato e via dicendo. In assoluto, comunque, le leve di marketing utilizzate sono variazioni sul tema della qualità e affi dabilità del prodotto frutto di una lunga tradizione di valori legati alla passione per la tecnologia tipica di questa terra». Queste considerazioni sono possibili in base alla capacità dell’azienda di realizzare buoni prodotti con caratteristiche fuori standard, possibilità che deriva dalla lunga tradizione e in parte anche dal contesto produttivo, infatti, conclude Sambati: «Il principale punto di differenziazione è certamente la qualità italiana e, nel caso RCM, la qualità emiliana intesa come terra di motori (siamo a Modena) e di competenze e innovazioni tecnologiche; la robustezza, frutto della tradizione RCM nel campo metalmeccanico (RCM nasce nel 1890) è un altro fattore di differenziazione rispetto ai prodotti “economici” che, necessariamente, devono rinunciare a una parte di qualità». Il ruolo della nostra nazione, sia per motivi storici, legati alle nostre capacità “sartoriali” nei confronti di clientela selezionata; sia per effetto della globalizzazione, che spinge le grandi produzioni verso paesi a basso costo di mano d’opera, sarà sempre più quello dei “progettisti” di soluzioni ad hoc. Le vendite saranno sempre più per specifi che opzioni, sviluppate anche con l’acquisto di prodotti a prezzi contenuti, valorizzati dalla modalità italiana di delivery di integrazione di prodotti e servizi dall’elevato gusto estetico con livelli di attenzione al cliente superiori rispetto ai produttori in grande serie. Di fatto, la domanda dei prodotti dipende dall’educazione dei consumatori, spesso citata dal management delle imprese contattate: il maggiore successo di prodotti, caratterizzati da qualità e durata nel tempo è oggi supportata da Internet e dal continuo proliferare di forum di discussione e dalla maggiore interattività della Rete. Gli attuali consumatori, più attenti al valore degli acquisti e maggiormente informati, passano spesso anche dal Web, tanto più frequentemente quanto un prodotto sia complesso e/o caratterizzato da acquisti molto sporadici.

Qualità Italiana

Design, moda, gusto appaiono come i principali elementi delle preferenze degli stranieri per i nostri prodotti, trainati dal successo delle nostre realizzazioni d’alta moda. Nell’ambito delle machine per il Cleaning, tendenzialmente orientato più all’ergonomia e alla funzionalità che non all’estetica, l’attuale produzione rende evidente l’impegno e gli investimenti necessari per la realizzazione di prodotti sia funzionali sia accattivanti. In questa direzione il commento di Gabriele Sidoti, responsabile comunicazione di Ghibli: «Noi in Ghibli crediamo molto nell’importanza di questi elementi che, di fatto, non solo hanno contraddistinto, ma sono fondanti del Made in Italy; in questo senso abbiamo scelto di utilizzare il design come una vera e propria leva competitiva». In effetti, deve essere sottolineato, gli ultimi modelli introdotti sul mercato hanno un design «Volutamente aggressivo e accattivante, che si discosta decisamente dalla maggior parte delle macchine dei nostri competitor; siamo d’altronde convinti della bontà della nostra scelta (che ci sta regalando degli ottimi risultati) e siamo sempre più motivati nel proseguire su questa strada». Per dirla con le parole dello stesso manager. Questo trend si verifi ca anche nella produzione del nostro ambito: la richiesta di provenienza certa, con trasparenza sulla intera fi liera produttiva si è fatta più importante sia dai clienti del nostro paese, sia da parte della distribuzione all’estero. I clienti richiedono maggiore rassicurazione per la realizzazione dei prodotti, di cui tutte le fasi, dalla progettazione ai servizi post-vendita, devono essere realizzate in Italia: al crescere della diffi denza per l’acquisto di prodotti provenienti dall’estero e percepiti come “usa e getta”, si manifesta un maggiore interesse verso i prodotti nazionali, con le garanzie descritte. «L’offerta delle macchine per il Cleaning si è andata evolvendo - ci ha detto Daniele Bonini, direttore commerciale di Isal, che prosegue: «Se qualche anno fa erano centrali le prestazioni e l’attenzione all’estetica più orientata all’ergonomia e alla rispondenza a norme per il confort degli operatori; più di recente l’aspetto estetico ha assunto maggiore rilevanza, anche se in subordine rispetto alle necessarie attenzioni all’utilizzatore delle macchine». Per il nostro paese l’aspetto estetico fa parte della cultura acquisita, ma ultimamente anche i grandi operatori di Stati Uniti e Germania, negli ultimi anni, tendono a realizzare modelli esteticamente più gradevoli, ha continuato il dirigente. Ci ha poi spiegato Daniele Bonini: «Sono ancora tecnologia e robustezza i pilastri fondamentali che defi niscono la qualità dei prodotti; la produzione nazionale è percepita come un’offerta di elevata qualità, in termini di affi dabilità e performances, a fronte di prezzi più contenuti rispetto alle macchine provenienti da USA e Germania». «Tutti i nostri prodotti sono stati pensati per andare incontro alle esigenze degli operatori, tenendo sempre conto di tre fattori fondamentali: effi cacia, praticità e sicurezza d’impiego – ha sottolineato Gianni Bergamini, amministratore delegato e responsabile estero di Spray Team, azienda specializzata nelle costruzioni di macchine per la disinfestazione urbana e il trattamento del verde pubblico e privato -. L’elemento che le accomuna tutte è la qualità, che parte dalla scelta dei materiali, attraverso tutto il ciclo produttivo e si concretizza in un prodotto fi nale di elevate prestazioni e di sicura durata, facendo delle nostre macchine dei veri pezzi unici». Le considerazioni a livello qualitativo vanno anche oltre la durata e il buon rapporto qualità/prezzo di un prodotto: la clientela sembra essere maggiormente interessata, per livelli di prezzo paragonabili, anche all’eco-compatibilità, alla realizzazione di prodotti con l’opportuna forza-lavoro e al rispetto delle norme ecologiche anche nelle fasi di produzione; ovviamente tali principi sono presenti più nelle nazioni occidentali che nei mercati emergenti, tuttavia riscontriamo crescente interesse a queste tematiche anche nei paesi meno “occidentalizzati”, anche se, in quei casi, il potere d’acquisto dei consumatori mantiene la centralità del prezzo per le scelte.

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