La citazione “Non inquinare, i Pianeti buoni sono difficili da trovare” (anonimo), mi piace perché pur essendo vera (a meno che il futuro ci riserbi delle sorprese) è abbastanza ironica da non essere saccente e neppure foriera di sventure. Sia come sia la difesa del territorio è una necessità inderogabile, per cui dobbiamo trovare delle soluzioni il più coerente possibile con l’assunto di “non inquinare”. Le soluzioni sono in alcuni casi relativamente facili in altri possibili, ma con notevole impegno, in altre situazioni il compromesso è l’unica possibilità. Il primo caso contempla, a parer mio, quelle aree circoscritte che implicano pochi soggetti e il parassita bersaglio “non vola”. Ad esempio, se in un ristorante dobbiamo vedercela con delle blatte i soggetti sono il gestore e il disinfestatore, tuttavia se il ristorante è in un centro storico dove le blatte sono endemiche la soluzione rasenta una sorta di lotta continua. Se collochiamo il nostro ristorante in un areale ricco di zanzare la lotta è all’ultimo sangue (quello dei clienti). Se poi è un campeggio con una laguna alle spalle il problema è quasi impossibile se non con qualche compromesso. Si potrebbe obiettare, e qualcuno lo farà certamente, che se nel territorio circostante si effettuasse una lotta larvidida efficace il problema si attenuerebbe sicuramente. Se poi i cittadini adottassero comportamenti virtuosi sarebbe ancora meglio, se la manutenzione dei piccoli ristagni d’acqua fosse fatta in modo da eliminarli ancora meglio assai, se l’abitudine di adottare, ad esempio, delle casette per i pipistrelli (le famose bat-house) si diffondesse molto meglio ancora. Quanti se…La tesi che vorrei dimostrare è che vi sono parassiti difficili, zanzare in primis, ma vale anche per le mosche, i piccioni e in molti casi anche per i roditori. Quando un’entità infestante trova nel nostro territorio le condizioni adatte a riprodursi sono guai e gli esempi moltissimi. Vanno dalle nutrie ai pappagallini, dalla zanzara tigre al punteruolo rosso delle palme. Ma torniamo alla mia tesi che è semplice almeno nell’enunciato, però presuppone una soluzione in cui molte variabili devono trovare la loro giusta collocazione il che, diciamolo, è davvero difficile. Visto che trovare Pianeti buoni è difficile forse qualche soluzione vale la pena di cercarla. La mia proposta è applicare il metodo degli HACCP al territorio. In fondo questo sistema richiede al responsabile di una industria alimentare di valutare i punti critici, di trovare la soluzione, annotare i risultati soprattutto per aggiornare il Sistema migliorandolo. È indubbio che molto è stato fatto e molto c’è ancora da fare, ma almeno si è dato inizio a un processo di rinnovamento, parlo della filiera alimentare. Per quanto concerne il territorio le variabili sono ancora più complesse, ma per approssimazioni successive e accettando il fatto che il percorso sarà lungo è sempre vero che per quanto un viaggio sia lungo comincia sempre dal primo passo.