Fino a prova contraria, sino a quando un prodotto insetticida resta chiuso nella sua confezione non corre il rischio di interagire con l’ambiente. Così come una medicina, finché non l’assumiamo, non esplica la sua azione terapeutica e tantomeno può provocare quelle azioni indesiderate che sempre sono indicate nelle varie “bugiardine”.Se proseguiamo nella nostra analogia medica vediamo che l’assunzione del farmaco è sempre accompagnata dal tipo di posologia (per bocca, per puntura intramuscolare, direttamente in vena e via discorrendo, dalla posologia (ogni 8 ore, una volta al giorno ecc.) e dal periodo di assunzione (se è una malattia può essere che il medico ci dica fino alla scomparsa dei sintomi, se è un antibiotico per 5 giorni e poi torni a farsi vedere, se è una malattia cronica a volte il farmaco lo dovremo assumere sempre).A ben osservare la stessa cosa la possiamo calare nella difesa del territorio. Ad esempio, potremmo dire che la “malattia zanzare” può essere definita una malattia cronica (molte delle nostre città sono dei veri e propri allevamenti di questi ronzanti insetti), la cui soluzione presuppone una terapia multipla con cicli terapeutici intermittenti abbinati a un buon stile di vita.La terapia multipla è necessaria perché per debellare le zanzare dobbiamo colpirle allo stadio larvale (terapia portante), allo stadio adulto con interventi invernali per le specie diapausanti (terapia complementare) e con trattamenti adulticidi mirati agli adulti pungenti (terapia di emergenza).I cicli terapeutici intermittenti indicano i periodi dell’anno in cui bisogna intervenire. Per le specie di zanzare che svernano allo stadio adulto basteranno un paio di interventi invernali mirati ai luoghi di rifugio (da censire). Per la lotta larvicida il periodo sarà dalla primavera all’autunno a seconda della latitudine e dell’andamento climatico (il punto critico è raggiungere la maggior parte dei punti di ovo-deposizione) per la lotta adulticida contro le zanzare in fase pungente, essendo una terapia d’emergenza, la logica è là dove serve, per il periodo strettamente necessario.Il buon stile di vita comprende tutti: Autorità politiche, tecniche e sanitarie e i Cittadini che dovranno attivare quelle azioni virtuose atte a organizzare piani di lotta efficaci (studi territoriali, capitolati, controlli e divulgazione di alto livello), per le funzioni pubbliche e per i cittadini attenersi alle istruzioni divulgate e agli interventi complementari richiesti (mi riferisco soprattutto alla eliminazione dei micro ristagni di acqua e alla lotta larvicida). Vorrei ora attirare l’attenzione sui tre tipi di lotta: le due adulticide e quella larvicida. Cercando di evidenziarne i plus e i punti critici.Lotta adulticida invernaleLa lotta adulticida invernale ha come punto critico la possibilità di praticarla solo verso le specie che svernano come adulte in diapausa, che non è facile identificare i luoghi di rifugio; per contro ha dei plus eccellenti: presuppone attrezzature semplici, l’uso di prodotti abbattenti, rischio ambientale praticamente nullo e soprattutto il fatto che ogni zanzara eliminata rappresenta centinaia di adulti pungenti in meno nella bella stagione, inoltre il periodo invernale coincide con un calo di lavoro, il che sul piano organizzativo è assai positivo, scusate se è poco!Lotta adulticida alle forme pungentiLotta adulticida alle forme pungenti (primavera-estate-autunno) il punto critico è il rischio ambientale e il coinvolgimento di specie non bersaglio. Ora se l’emergenza è oggettiva (riscontro obiettivo di casi di virosi o difesa di attività turistiche altrimenti compromesse) non resta che operare con competenza e professionalità. Contrariamente alla lotta larvicida, operativamente semplice, la lotta adulticida è difficile e numerosi i possibili errori. In primo luogo la scelta del tipo di PMC (la scelta del tipo di formulazione è importante come quella del principio attivo il cui destino ambientale deve essere valutato attentamente, i prodotti abbattenti in linea di principio dovrebbero essere privilegiati); il tipo di atomizzatore-nebulizzatore è altrettanto importante con particolare rifermento all’uniformità e al diametro delle micro-gocce erogate; alla precisione di regolazione della portata di erogazione che, se abbinata alla velocità dell’automezzo, porta a dosaggi unitari davvero omeopatici (in alcuni casi ben documentati si sono ottenuti abbattimenti del 90% erogando 1 g di p.a. per ettaro). Un piano di lotta adulticida comporta anche lo studio dell’itinerario i luoghi da trattare e l’orientamento della bocca del cannone, inutile disinfestare il cielo stellato in quanto le zanzare si riposano ad altezze che non superano i 3-4 m. Quindi nei punti critici bisogna sottolineare che non è facile fare la cosa giusta. Il plus innegabile è la sua efficacia e che le zanzare abbattute provengono sia dalle aree pubbliche sia da quelle private. Aggiungerei che fra gli errori più comuni c’è quello di non adottare i dispostivi elettrostatici che aumentano sicuramente l’efficacia diminuendo i rischi di deriva.Lotta larvicidaLotta larvicida, questo tipo di lotta è facile da attuare, fra i PMC disponibili ve ne sono di davvero efficaci e sicuri, il punto critico è la difficoltà di censire tutti i luoghi di ovo-deposizione (tombini e caditoie a parte), la necessità che i privati effettuino i trattamenti contemporaneamente a quelli appaltati dal comune e dalle bizzarrie delle piogge (ripetere i trattamenti dopo una pioggia battente non è sempre possibile). Aggiungerei che una sconsiderata corsa al ribasso poco si adatta alla scelta dei formulati di alta gamma e all’impiego di tecnici all’altezza dei compiti. La necessità di trattare un gran numero di tombini può indurre all’errore. In conclusione, rimarcherei che quale che sia il parassita bersaglio e quale che sia il tipo di lotta la conoscenza del territorio, il monitoraggio delle aree critiche sono le fondamenta per dei progetti integrati alla base di capitolati illuminati con piani di controllo efficaci.La versatilità della gamma come strumento di successo Sempre nella logica che si fa presto a dire lotta adulticida gli strumenti di erogazione necessari devono potersi trovare in una gamma che soddisfi ogni possibile necessità. Nella gamma Tifone ne è un valido esempio un mezzo cingolato semovente in grado di muoversi agevolmente su ogni tipo di terreno. È quindi in grado di attuare anche trattamenti di difesa al verde ornamentale di grande estensione ed elevate altezze. Ad affiancare questo gatto dei terreni impervi vi è un’altra “macchina” in grado di effettuare trattamenti a ultra basso volume (e dosaggio NdA) e termofog. Queste caratteristiche consentono di risolvere brillantemente infestazioni di notevoli gravità in spazi confinati. Per saperne di più: http://tifone.com/tifone-ambiente/catalogo/13-linea-turbomisterImportanza dei trattamenti adulticidi di nicchia Riaffermando il concetto che si fa presto a parlare di lotta adulticida estrapoliamo dalla vasta gamma della Spray Team alcune attrezzature che consentono di attuare la lotta agli adulti con attrezzature in gradi di mirare biotopi ben precisi. Mi riferisco a una unità autonoma a carrello in grado di generare nebbia calda. Unità autonoma a carrello, una piccola ma potente attrezzatura che unisce alla grande praticità d’impiego una efficace capacità di generare nebbia calda. L’attrezzatura è dotata di un serbatoio, un compressore, una lancia nebulizzatrice con ugelli intercambiabili per variare la portata e la caratteristica di nebulizzazione e di una sonda flessibile per l’inserimento ad esempio nella rete fognaria (la capacità media di erogazione consente di coprire ben 500 metri di condotta). Il che la rende idonea per la lotta alle zanzare adulte diapausanti, ma può essere utilizzata anche negli archivi per la lotta al tarlo della carta. Per saperne di più: www.sprayteam.itI campi elettrostatici abbinati ai nebulizzatori La premessa è che si fa presto a dire lotta adulticida, ma attuarla in modo corretto non è semplice. La dimostrazione è la lentezza con cui si diffonde il sistema elettrostatico come optional alla nebulizzazione. Eppure, è stato introdotto dalla Martignani di Lugo di Ravenna, più di 35 anni fa (1981) e l’azienda ha corredato il suo prodotto con ampie sperimentazioni in agricoltura in Italia e all’estero. In queste sperimentazioni si è rilevato una riduzione dell’85% delle perdite per deriva. Ottenendo una miglior copertura sulla vegetazione, una più elevata velocità di lavoro e una maggiore sicurezza per l’operatore. Certo i dati derivano da sperimentazioni di tipo agricolo, ma è pur vero che le foglie di un albero della frutta non sono differenti da quelle di un tiglio, e che la densità di fogliame di un vigneto è paragonabile a quello di una siepe cittadina. Inoltre, e questa è una mia opinione, anche le zanzare hanno una carica elettrica positiva (forse una delle poche cose positive che hanno) per cui caricando le micro-gocce di una carica negativa le probabilità di un contatto aumentano. Per saperne di più: http://www.martignani.com/it/dispositivo-elettrostatico-martignani