Parliamo di pavimenti in legno, una superficie molto spesso considerata “delicata”, che in realtà necessita solo di alcuni accorgimenti.
Per imparare a trattarla bisogna conoscerla, soprattutto bisogna essere consapevoli – e riuscire a spiegare ai propri clienti – che il parquet è un materiale “vivo” e “naturale” e come tale va vissuto: con naturalezza. È normale che la sua vernice non splenda come quella di un marmo lucidato, così come è normale che se chi entra in casa non pulisce bene le scarpe, un sassolino nascosto tra le pieghe della suola potrebbe graffiare il pavimento (non vi è legno e vernice che resista all’incisione). Attenzione dunque, ma anche consapevolezza che non è possibile coniugare la bellezza di un materiale naturale con i comportamenti tipici di un prodotto artificiale. Per aiutare l’impresa a chiarire qualche legittima perplessità - e a fornire al cliente tutte le risposte necessarie - ecco le risposte ai dubbi più frequenti sul pavimento in legno.
IL PARQUET SI ROVINA FACILMENTE?
No, a patto che venga trattato bene. Cosa non fare? Non sfregare con troppa forza stracci sul pavimento, non trascinare sedie o mobili, non far cadere oggetti acuminati (pur in presenza del legno più compatto e della vernice più dura, inevitabilmente il legno si ammacca e la vernice si graffia), non lasciar depositare acqua di ristagno, effettuare un’accurata e regolare pulizia e manutenzione ordinaria nel tempo. La parte del parquet che maggiormente si usura nel tempo è lo strato di finitura, che può essere a base di olio, cera o vernice. A seconda della finitura, bisognerà optare per una differente metodologia di pulizia.
COME SI PUO' PROTEGGERE IL PARQUET?
Per i primi mesi dalla posa, è consigliabile non coprire il parquet con tappeti o stuoie, per consentire al legno di stabilizzarsi e di assumere colore e tonalità uniformi (mediamente si raggiungono dopo circa un anno dalla posa). Oltre alla normale pulizia quotidiana, è utile mettere dei feltrini sotto le gambe di sedie, tavoli e mobili. Gli animali domestici non dovrebbero “sbavare” o fare i loro bisogni sul parquet: queste sostanze sono alquanto acide e intaccano le proprietà dello strato di finitura. Il tradizionale zerbino alla porta d’ingresso è infine sempre utilissimo per eliminare corpuscoli di vario tipo dalle suole.
IL LEGNO È PIU' DELICATO DELLA CERAMICA E DEL MARMO?
Lo strato superficiale di finitura della piastrelle è più resistente all’abrasione generata dal calpestio quotidiano, però, quando lo strato di finitura superficiale si consuma, la piastrella inevitabilmente perde l’iniziale brillantezza e splendore e dovrà essere sostituita, mentre il parquet rifinito a cera, a vernice od olio si può facilmente ripristinareare mediante una leggera carteggiatura (detta lamatura).
È DIFFICILE ESEGUIRE LA PULIZIA ORDINARIA DEL PARQUET?
È sufficiente aspirare la povere con aspirapolvere che montino spazzole adeguate, per poi passare uno strofinaccio leggermente inumidito, evitando di bagnare il pavimento direttamente con l’acqua; se l’acqua non è adeguatamente asciugata, si infiltra negli interstizi tra gli accostamenti delle doghe e perimetralmente, sotto i battiscopa, e può generare qualche difformità (come del resto può avvenire anche con altri pavimenti naturali come cotto e pietra).
E SE QUALCHE ELEMENTO LIGNEO SI DISTACCA?
Innanzitutto è da verificare se il distacco è localizzato oppure se investe più elementi. Nel primo caso potrebbe bastare la siringatura di un adesivo tenace ed espansivo iniettato tramite un forellino in corrispondenza dell’accostamento delle doghe. L’adesivo andrà a otturare il parziale distacco (generatosi a causa di un lieve dislivello del sottofondo oppure perché la colla non è stata adeguatamente distribuita sulla controfaccia della doga). Nel caso in cui il distacco sia presente “a spot” su una superficie vasta, si rende necessario il distacco degli elementi “incriminati” (e forse anche di alcuni vicini) per poi procedere alla sistemazione del sottofondo e quindi all’incollaggio di elementi nuovi con un adesivo a forte aggrappaggio. L’operazione si completerà con la leggera lamatura di tutta la superficie, seguita dal ciclo di verniciatura / finitura desiderato.
I PARQUET SOFFRONO L’ACQUA E L’UMIDITA'?
Tutti i tipi di pavimenti di legno soffrono l’umidità a causa della particolare struttura morfologica, però, l’umidità e le condizioni ambientali diventano un potenziale nemico del parquet quando assumono valori eccessivi, ossia se il contenuto d’umidità percentuale del legno è superiore al 11-12% (a causa di frequenti lavaggi o per accidentali cadute d’acqua lasciate ristagnare) oppure se il contenuto di umidità percentuale è eccessivamente basso (per il troppo caldo o per l’aria ambientale è secca). Temperature che superano i 22 °C e umidità ambientale inferiore al 45% possono determinare antiestetiche deformazioni e, nei casi più gravi, il distacco di parti di parquet.
LE GEOMETRIE DI POSA PIU' COMUNI
Cassero irregolare. È conosciuta anche con i termini “cassero sfalsato” e “a correre”. I singoli elementi, di differente lunghezza, sono posati nel senso della lunghezza, in modo che le giunzioni di testa avvengano in posizioni del tutto irregolari e variate l’una rispetto all’altra. Cassero regolare. I singoli elementi, aventi stessa lunghezza, sono posati nel senso della loro lunghezza, in modo che le giunzioni di testa avvengano nella esatta mezzeria o comunque in posizione costante rispetto a ciascun elemento costituente la fila precedente e consecutiva. Spina di pesce. I singoli elementi sono posati a 90° fra di loro, secondo file parallele e in modo che la testa di uno si unisca al fianco dell’altra. Fascia. La fascia ha la funzione di finitura della zona perimetrale del parquet; è solitamente formata da elementi di legno con geometria e dimensione variata rispetto a quella predominante. Bindello. Il bindello è una cornice che ha lo scopo di raccordare le differenti geometrie di posa. Si realizza con gli stessi elementi predominanti del parquet oppure con elementi lignei di forma rettangolare più o meno allungati rispetto agli elementi utilizzati per il campo o per la fascia. Campo. È la superficie interna dei parquet posati con l’impiego delle fasce perimetrali e bindelli di raccordo. I disegni di posa sono illimitati.Le condizioni ideali per il mantenimento delle proprietà del parquet sono una temperatura compresa tra i 18 e i 21 gradi e un’umidità percentuale relativa dell’aria compresa tra il 45% e il 65%.
QUANDO SI ESEGUE UNA LAMATURA DI DEVE NECESSARIAMENTE ’RIVOLUZIONARE’ L’INTERO APPARTAMENTO?
È indubbio che si dovranno spostare mobili, suppellettili e oggetti. Però, se nel tempo il parquet è stato costantemente pulito con le tecniche adeguate, prima di rinverdirlo si possono aspettare 10 - 12 anni. Diverso invece è il discorso per i parquet posati in luoghi pubblici o commerciali, in cui il calpestio è più frequente e quindi il ripristino deve avvenire prima. Nel caso di parquet prefiniti, però, si potrebbe intervenire asportando solo gli elementi usurati. Questa operazione non è sempre semplice, ma può essere facilitata in caso di parquet posati con la tecnica di posa in opera “flottante”, ossia con elementi non fissati al sottofondo.
COS’È LA SCHEDA PRODOTTO?
È un documento che deve essere rilasciato dal fornitore/rivenditore in base al Decreto Legislativo del 6 ottobre 2005 n. 206 detto “Codice del Consumo”. Nel caso del parquet, la scheda prodotto deve contenere una serie di voci importanti:
- specie legnosa, formato e livello di qualità degli elementi posati;
- tipo di posa in opera adottata e materiali impiegati;
- materiali impiegati per la finitura della superficie di calpestio;
- istruzioni per l’uso, la pulizia e la manutenzione ordinaria del pavimento nel tempo;
- modalità di smaltimento, quando si vuole rimuovere il parquet.
Chiedetela sempre al cliente prima di effettuare la manutenzione.
CHE DIFFERENZA C’E’ TRA PARQUET MASSICCIO E PREFINITO?
Il “parquet monostrato” (o massiccio) è quello realizzati con elementi costituiti da un unico strato dello stessa specie legnosa; il “parquet stratificato” è costituito da due o più strati, di cui quello di calpestio (anche detto nobile) è di legno massiccio; per fregiarsi del termine “parquet”, lo strato nobile di un pavimento in legno deve essere di spessore non inferiore a 2,5 mm.
L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO A PAVIMENTO CREA POLVERE SUL PARQUET?
Nessun sistema di riscaldamento genera polvere. La polvere si genera in modo completamente naturale, è invece la distribuzione della polvere sul pavimento e sui mobili che dipende dal tipo di impianto di riscaldamento installato. Un impianto a radiatori e convettori mette in movimento l’aria e quindi con essa anche la polvere, che si va a depositare anche sui mobili. Un impianto di riscaldamento a pavimento non genera moti convettivi e quindi la polvere è più facile che rimanga sul pavimento che sui mobili.
CHE DIFFERENZA C’È TRA LEGNO ANTICO E LEGNO NUOVO?
Quando si parla di “legno antico” generalmente ci si riferisce a un legno che prima di diventare un elemento da posa per parquet era una trave, un pilastro o qualsiasi altro tipo di elemento strutturale di una costruzione; si parla pertanto di un legno che ha già avuto una “vita”, adattandosi all’ambiente circostante e assumendo un colore e una tonalità che evidenziano il passaggio del tempo. Invece, quando si parla di “legno nuovo” ci si riferisce a legno proveniente da alberi abbattuti di recente e lavorati per essere trasformati prima in semilavorati (frise o quadrotti) e poi in tavolette, listoncini o listoni. Un legno antico, sebbene abbia il sapore del tempo e il colore accentuato dagli anni di sole, ha anche i nodi scuri, le macchie di colore, i segni dello smog e le fessure inevitabilmente procurate dal passare del tempo.