Qualche suggerimento utile per mantenere i parquet per esterni puliti e belli nel tempo.
Se il parquet per esterni è ben posato e rifinito e se la sua manutenzione è eseguita nel modo adeguato, si potrebbe non avere mai la necessità di sostituirlo.Cosa accade, invece, quando le operazioni di trattamento non vengono svolte nel modo corretto? E’ quanto ho potuto constatare quando mi sono trovato di fronte a un Teak in fin di vita. Il legno posato intorno alla piscina presentava un sistema di oliatura d’altri tempi, quando il prodotto veniva steso come fosse vernice (la differenza sostanziale è che la vernice riveste la superficie del legno dando una sua protezione, mentre l’olio impregna le fibre lignee).In più, l’applicazione dell’olio era avvenuta in una mattina del mese di agosto - mi è stato riferito che l’operazione ebbe inizio alle sette e terminò intorno alle 11 con il sole a picco sulle superfici. Un singolo operatore ha poi steso a pennello l’impregnante oleoso senza diluirlo, su una superficie di circa 100 metri quadrati. Una caratteristica importante del Teak, da tener presente, è che si tratta di una fibra legnosa contenente resine naturali ed estrattivi oleosi.
La pulizia
Per pulire il teak dallo sporco è consigliato utilizzare, oltre a un detergente specifico facilmente reperibile in un qualunque punto vendita, una spazzola con setole molto fitte, dure ma delicate.
Applicazioni corrette
Vista la particolarità del legno, un’applicazione corretta poteva essere fatta con un primo passaggio di solvente per sgrassare la parte superficiale e favorire l’ingresso dell’olio nel legno; il successivo passaggio doveva essere fatto con l’impregnazione oleosa opportunamente diluita (anche sino ad arrivare al 30% di olio e al 70% di solvente) applicata a più mani, differenziate nel tempo, e scegliendo un metodo operativo adeguato alla stagione. Questi fattori potevano sicuramente essere determinanti per permettere alla fibra del legno di assorbire maggiormente le sostanze che avrebbero dato poi maggior protezione nel tempo. Infatti, una sola stagione fredda ha determinato il quasi totale deterioramento del film protettivo su quasi tutta la superficie (nelle foto, si notano le naturali esfoliazioni che “la pellicola” di olio ha avuto nel corso del tempo). Inoltre, nonostante il prodotto sia completamente sollevato, a una prova di bagnatura con acqua, vi è ancora una relativa tenuta ai liquidi.
Piano di intervento
Data la situazione si è sviluppato un piano di intervento di ripristino tenendo conto innanzitutto che si opera su una superficie con annessi arredi, bordo piscina con impianti, parti di giardino verde, piante, ecc… Cosa fare? Per prima cosa bisogna testare un prodotto a solvente per togliere nel miglior modo, ma nel minor tempo possibile, i residui di prodotto ancora applicato; successivamente si procederà all’esecuzione per piccole zone di asportazione dei residui con relativo lavaggio emulsionante con uso di detergente e aspirazione possibile delle parti. Solamente dove necessita si potrà procedere al passaggio con retina a grana fine per togliere i residui non rimossi a solvente-detergente sgrassante (tale operazione è sicuramente più indicata nelle zone a rischio per la presenza delle pompe del circuito della piscina posizionate sotto alle superfici da lavorare). Durante queste fasi, eseguite anche manualmente e senza l’uso di macchinari, bisognerà tener sempre aspirate e pulite le zone lavorate. Una volta ripuliti i residui, ci occupiamo delle zone annerite dall’acqua di irrigazione e le zone dove il legno si era spogliato subito. Tali zone si ripuliscono dalle antiestetiche “patine nere” con l’applicazione di uno specifico prodotto detergente per tannini impiegabile in diverse altre situazioni.
Applicare la protezione
Una volta raggiunto il risultato soddisfacente e, con superfici ben asciutte, si procederà al nuovo ciclo di trattamento con un sistema che possa permettere una buona impregnazione e saturazione delle fibre lignee. Sarà quindi utile ripassare un solvente sgrassante al fine di preparare le superfici; si procederà a una prima operazione di olio specifico per esterni opportunamente diluito e asportandone gli eventuali eccessi dopo circa quindici - venti minuti. Ad asciugatura avvenuta, si applica una seconda mano di prodotto protettivo con la stessa metodologia della prima (solo se necessario, a seconda dell’assorbimento, può essere utile una terza applicazione a straccio e relativa asciugatura degli eccessi). La diluizione del protettivo è importante per favorire la vera impregnazione nel legno, altrimenti ritorneremo allo stato da cui siamo partiti, in breve tempo.
Etica del lavoro
Diventa importante eseguire questi lavori con la giusta dedizione, perché il cliente che ha ben pagato un trattamento e che solo dopo pochi mesi si ritrova un pavimento danneggiato, percepisce solo l’inutilità del tipo di trattamento e non la stupidità applicativa di un artigiano cocciuto che valuta solamente quanto trarre di profitto in poco tempo senza contraccambiare con un buon servizio. Quando si lavora può anche succedere una volta l’anno di dover risistemare una superficie che ha dei problemi come quelli di cui si è parlato. Un professionista serio, avrebbe cercato di risolvere il problema rivolgendosi a persone capaci e facendo in modo di trasformare un evento negativo in positivo con la buona pubblicità che tale cliente potrà fare di un operatore che si è preoccupato con solerzia di risolvere il caso.
Manutenzione periodica
Rimane comunque una considerazione da fare: quando si lavorano superfici in legno in esterno diventa molto importante eseguire una ottima saturazione delle fibre lignee, ma è altrettanto importante far conoscere al cliente che in esterno non esistono trattamenti eterni e che su tali superfici è opportuno eseguire periodicamente una manutenzione con ulteriore impregnazione di prodotto oleoso molto diluito, applicato anche a modo “fai da te”, al fine di preservare il trattamento iniziale.
Per saperne di più
Da sempre considerato un legno nobile e di grande pregio, il teak cresce nel Sud-Est asiatico. Colore e rigatura cambiano secondo l’area di origine, e la qualità migliore presenta un colore uniforme, dorato, a volte con venature nere. Il legno si presenta oleoso al tatto. Praticamente immune dagli attacchi degli insetti e molto resistente al contatto con l’acqua. Proprio grazie a queste sue caratteristiche di bellezza, durabilità, resistenza e duttilità, il teak risulta un legno eccellente per le applicazioni più diverse. Largamente usato nell’industria nautica, nella realizzazione di mobili da giardino rappresenta anche un’ottima soluzione per moltissimi altri impieghi, dai pavimenti fino agli infissi esterni di un certo pregio. Il teak è il solo legno che si possa utilizzare in tutte le regioni del mondo, anche in quelle in cui le escursioni termiche, l’umidità, la salsedine e il vento mettono a dura prova qualsiasi altro tipo di legno. I raggi ultravioletti solari, col passare del tempo, ne cambiano il colore in un grigio chiaro, che va a mano a mano facendosi sempre più scuro perché la pioggia, cadendo, si mescola con la finissima polvere e la polluzione dell’aria, trasportandole nelle fibre del teak.