Trattare il marmo e le pietre naturali

Si tratta di materiali che vanno trattati in modo differente, secondo la loro composizione e il tipo di finitura che presentano, perché emerga e si mantenga la loro bellezza.
Marmi e pietre naturali rappresentano un panorama diversificato e molti operatori del settore si trovano in difficoltà nell’effettuare le scelte adeguate per la pulizia e il trattamento protettivo. Nel trattare marmo e granito, è fondamentale tenere presente la profonda differenza che esiste tra i due materiali, che quindi richiedono di essere trattati in modo diverso: è quindi importante saperli distinguere senza incertezze. Un semplice modo è questo: si pulisce attentamente un punto - non in vista - della superficie, quindi si versa sulla zona pulita una o due gocce di un acido forte (stando bene attenti a non versarlo su una fuga o su una parte stuccata). Se l’acido si "mette a bollire", si tratta di marmo, se invece le gocce rimarranno inerti, il pavimento è di granito. Ovviamente, effettuato il test, è bene rimuovere immediatamente l’acido e lavare la parte di pavimento con abbondante acqua.

CONTRO I DIVERSI TIPI DI MACCHIA

Le pietre, per loro natura, hanno una loro porosità, maggiore o minore, secondo le diverse caratteristiche, ma che può rendere il pavimento più o meno facile l’aggressione, e la penetrazione, da parte di diversi materiali. La naturale porosità delle pietre consente ai liquidi che vengono a contatto con la superficie di penetrare, lasciando poi all’interno dei pori un residuo che viene chiamato, genericamente, macchia. Per evitare questo inconveniente, la prima importante operazione è quella di trattare le pietre con giusti protettivi antimacchia, adottando gli accorgimenti indispensabili per una corretta manutenzione, per conservare la loro naturale bellezza nel tempo. Se la protezione viene eseguita con prodotti non propriamente idonei oppure quando la pietra non è perfettamente asciutta, è comunque consigliabile procedere a un’ulteriore protezione e a una manutenzione appropriata dopo la messa in posa, soprattutto per superfici a rischio. L’applicazione di un “buon” antimacchia (che non fa spessore) garantisce la corretta protezione, senza il rilascio di sostanze dannose e ne facilita la manutenzione. In caso di aggressione chimica, l’aggressione acida forma una macchia in posizione perpendicolare, non individuabile a uno sguardo di insieme, ma molto ben visibile in controluce: si presenta sempre come un’opacizzazione della superficie, con perdita di tonalità. I marmi, gli agglomerati marmo- resina o marmo-cemento, lucidati, sono sicuramente tra i materiali che più risentono dell’aggressione degli acidi in quanto sono formati in gran parte da carbonati. L’aggressione acida sui marmi e le pietre calcaree è dovuta a una reazione chimica tra il materiale stesso e il prodotto con cui entra in contatto. Fondamentale è il ruolo del pH, che è il valore relativo all’acidità, neutralità o alcalinità di un prodotto, cioè al suo potere di reattività. Per avere un’idea del valore del pH, occorre tenere presente che:
  • Acido cloridrico pH 1 = fortemente corrosivo
  • Acqua pura pH 7 = neutro
  • Soda caustica pH 14 = fortemente corrosivoPiù ci si allontana dal valore 6-7
Più si hanno prodotti aggressivi, irritanti o addirittura caustici, sia per la pelle, sia per gli occhi, sia per alcune tipologie di pietre. Un prodotto acido reagisce con un prodotto alcalino (come il carbonato di calcio Ca- CO3 presente nelle pietre) fino alla propria neutralizzazione parziale o totale, a seconda dei casi: la formazione della macchia opaca sulla pietra è dovuta alla pietra stessa che si scioglie a contatto con l’acido: in base alla quantità di acido, si può avere un’aggressione più o meno forte, con una dissoluzione più o meno marcata e di facile visualizzazione. Ecco quindi l’importanza di conoscere il pH delle sostanze organiche che possono macchiare le superfici.

SE IL PROBLEMA È COSTITUITO DAL CALCARE...

Soprattutto dove ci sono rubinetti e dove c’è un continuo contatto con l’acqua, come bagni, top eccetera, effettuata la prima protezione, in seguito è consigliabile distribuire una cera protettiva apposita che eviti il deposito del calcare sulla superficie ed elimini il ristagno dell’umidità, che crea un ulteriore accumulo di calcare e quindi un aumento della rugosità superficiale, che porta, poi, all’annidamento delle muffe e dello sporco. Molte volte, la rimozione del calcare già formato è effettuata con prodotti acidi (disincrostanti, anticalcare eccetera) che sono letali per alcune superfici. Occorre, perciò, leggere bene le etichette dei prodotti e accertarsi della resistenza della pietra agli acidi. Ricordiamo, come detto sopra, che se non si è certi della natura della pietra, si può stabilire la sua resistenza o meno agli acidi ponendo una goccia di acido (lo stesso detergente, o aceto, o limone eccetera) sulla superficie non in vista (per i top e i piani di lavoro sotto il bordo, per le altre superfici è sufficiente un angolo, un bordo di battiscopa eccetera) e se, al contatto, il prodotto reagisce formando schiuma, bisogna evitarne l’utilizzo. In questo caso, quando sulla superficie (di solito vicino ai rubinetti) si è formato uno strato di calcare, lo stesso può essere rimosso con l’ausilio di una paglietta di acciaio fine, la più fine possibile. Strofinando la paglietta sulla superficie, si rimuove l’eccesso di calcare e poi si passa la cera di manutenzione, ottenendo un ottimo risultato. L’operazione di ceratura risulta estremamente semplice ed efficace: solitamente è sufficiente passare sulla superficie il prodotto consigliato e lucidare manualmente con movimenti rotatori fino alla completa lucidatura, seguendo le indicazioni del prodotto.

GRANITI LUCIDATI O LEVIGATI

Pavimentazioni, top, piani lavoro eccetera vanno trattati con un buon antimacchia. L’operazione va ripetuta periodicamente, ogni 1-2 anni oppure quando il materiale comincia a scurirsi al semplice contatto con l’acqua. La differenza di comportamento tra i marmi e i graniti è sostanzialmente dovuta al fatto che i primi sono composti da carbonato di calcio e quindi sono solubili in ambiente acido, mentre i secondi sono ad alto contenuto di biossido di silicio. SiO2 e altri tipi di ossido molto resistenti alle aggressioni chimiche. In ogni caso, come per quasi tutti i materiali, anche per le pietre e i graniti è consigliabile lavare con un detergente neutro di buona qualità e meglio se specifico. È senza dubbio meglio prevenire che curare, tenendo presente che marmi e pietra vanno trattati con attenzione, senza lasciarsi spaventare da chi ne esagera la delicatezza: con pochi accorgimenti è possibile goderne appieno fascino e ricchezza.

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