I cambiamenti normativi su come svolgere i servizi di derattizzazione e le restrizioni che l’applicazione della “Biocidi” soprattutto ai testi delle etichette degli insetticidi, avranno ripercussioni tecniche non di poco conto; in ogni caso ritengo che i punti critici più difficili si incontreranno nelle trattative commerciali che obbligatoriamente ne deriveranno.Un emblematico riscontro l’ho avuto durante un break in un centralissimo caffè saronnese. Il titolare (era un cliente del consorzio per cui lavoravo) si lamentava che gli era stata chiesta una modifica contrattuale con un lieve ritocco del canone motivato dalle nuove disposizioni di Legge.Il vecchio contratto contemplava 4 trattamenti rodenticidi e 4 trattamenti contro le blatte e, alla bisogna, contro le formiche più un servizio, a chiamata, contro le vespe. All’esorbitante cifra di € 380,00 più IVA e rinnovo automatico (nel qual caso la cifra rimaneva immutata; pagamento anticipato in due trance) indubbiamente non sono aspetti “tecnici”, ma pur nella mia funzione di responsabile tecnica mi venivano sempre ricordati come prioritari.Descrizione del lavoro svolto nel 2017Un tecnico: 20-30 minuti di lavoro, più 10’ per un caffè (offerto), firma della bolla e commenti e 20’ di trasferta (dato medio)Roditori: 6 erogatori di sicurezza (3 in cucina con esca virtuale e altrettanti nei locali interrati con blocchi estrusi con p.a).Blatte: 6 basi collanti, più esca in gel nella zona cottura (Blattella germanica) e microincapsulato nel seminterrato per un problema endemico di Blatta orientalis in tutto il centro storico.Formiche: perimetro esterno con lo stesso microincapsulato (in effetti era un trattamento voluto dalla committenza più che un problema reale).Vespe: non si è mai presentato il problema (nel caso si sarebbero usate trappole per imenotteri attivate con specifico attrattivo e se necessario trattamenti ai nidi con speciale bomboletta spray a lunga gittata a base di piretro, permetrina e piperonil butossido).Proposta per il Nuovo contratto: si ipotizza di aumentare gli interventi a 6 più 2 con una tempistica modificata, il resto resta immutato. Il titolare aggiunge un po’ preoccupato: “Mi hanno detto che quando le nuove etichette degli insetticidi diventeranno vincolanti si dovrà metterci di nuovo le mani”.Per il 2018 la trattativa economica, mi è stato riferito, essere stata estenuante; alla proposta fatta direttamente dal tecnico di € 620,00 si è chiuso a € 540,00, ma è stata necessaria una telefonata “chiarificatrice” fra il titolare del bar e la direzione commerciale della ditta di servizi. Un delta di €160,00 a fronte di un incremento di lavoro non di poco conto.Commiato: mentre pago la consumazione mi viene chiesto se avendo accettato l’aggiornamento del calendario dei lavori, con relativo aumento del canone, poteva stare tranquillo perché così facendo le responsabilità erano del disinfestatore o era il caso di interpellare un’altra ditta. Rispondo che cambiare un fornitore per nemmeno un paio di centinaia di euro era forse eccessivo e lo saluto facendogli i complimenti per il suo caffè senza rispondere sulla questione delle responsabilità.Riflessioni su un problema spinoso: vero è che la responsabilità è, a termine di legge, del titolare dell’azienda alimentare salvo deleghe particolari che non rientrano, a parer mio, in un contratto di disinfestazione che per sua natura si integra nella filiera alimentare a intervalli di tempo tali da non poter garantire il costante livello igienico richiesto dalle norme. Resta però la responsabilità del disinfestatore di dover realizzare i servizi a regola d’arte e nel rispetto delle clausole contrattuali. L’aspetto spinoso deriva dal fatto che alcune ditte di disinfestazione propongono contratti ambigui al limite del millantato credito, per cui le ditte serie devono vedersela oltre che con la crisi e leggi sempre più restrittive con una concorrenza sleale. Certo che nel nostro settore regna una certa confusione.