In vista delle elezioni europee del prossimo maggio, SmeUnited – l’Organizzazione europea dell’artigianato e delle Pmi, di cui Confartigianato è membro fondatore – ha stilato un “memorandum” con la lista delle priorità per mettere l’artigianato e le piccole e medie imprese al centro dell’agenda politica.Un decalogo rivolto a chi guiderà le istituzioni europee, accompagnato da un monito preciso: bisogna ripartire dalla realtà del tessuto produttivo e dagli impegni assunti nei confronti delle Pmi con lo “Small Business Act” e l’idea-guida “Pensare anzitutto al piccolo” (Think Small First) – una declinazione del principio di sussidiarietà.Luca Crosetto, Delegato di Confartigianato all’Europa e vice Presidente di SmeUnited, spiega gli obiettivi dell’iniziativa:SmeUnited ha voluto lanciare una campagna che evidenziasse le richieste delle Pmi e dell’artigianato in Europa. La campagna è stata presentata il 21 febbraio al Parlamento europeo ed è collegata a una campagna social che nelle prossime 10 settimane toccherà i 10 temi che ci stanno a cuore. La campagna si concluderà con una Settimana della Pmi in tutti gli Stati che sono rappresentati in SmeUnited e durante la quale si svolgeranno confronti con i candidati alle elezioni europee sulle nostre priorità. Confartigianato, sin dalla nascita di Ueapme – che oggi si chiama SmeUnited – ha dedicato gran parte del suo impegno a riaffermare l’importanza dell’artigianato e delle Pmi, vale a dire il 98% degli imprenditori europei.Tra le priorità indicate nel memorandum tanti gli aspetti che stanno a cuore ai piccoli imprenditori: dall’accesso al credito per innovare e investire alla presenza sui mercati internazionali, dalla digitalizzazione al reperimento di manodopera qualificata – una necessità comune a gran parte del tessuto imprenditoriale europeo, e che può essere soddisfatta migliorando l’apprendimento delle conoscenze e delle competenze professionali.Nel decalogo si chiede anche una vera implementazione del mercato comune, partendo dal presupposto che “le regole attuali non sono sufficientemente applicate e fatte rispettare.” Le differenze tra gli Stati membri si traducono infatti in ulteriori ostacoli in ingresso per le Pmi.Vogliamo – sottolinea Crosetto – un’Europa che valorizzi le nostre imprese attraverso gli investimenti in formazione, nel digitale, per consentirci di essere protagonisti dell’economia circolare. Tra i temi che ci stanno a cuore anche la tutela del “made in”, con una normativa che consenta la tracciabilità e la riconoscibilità della nostra qualità manifatturiera. Da parte della Commissione Ue che verrà eletta vogliamo un nuovo approccio a quel 98% di imprese che intendono continuare a produrre in un’Europa che le sostenga.