Qualcosa di nuovo

Per gli hotel aggiornarsi significa avere maggiore competitività. E anche minori consumi e maggiore sicurezza.
Per adeguarsi alle nuove esigenze, le strutture ricettive devono andare oltre: rispondere alle necessità attuali e, magari, precederle. Essere proattivi, insomma. Quindi, attenzione al “ben-essere” del cliente nell’accezione più ampia, trovando nella tecnologia e nell’innovazione gli strumenti per migliorare l’offerta, con un occhio al futuro. Energia, salute e anche (perché no?) arte: qualche spunto di ciò che propone il mercato attualmente e di ciò che è futuribile…

Attenzione alla salute

Da molto tempo l’impegno a ridurre la contaminazione nell’ambiente e sugli arredi è diventata una continua ricerca e studio sia di materiali innovativi, sia di metodologie più appropriate. Qualche esempio recente? Una gamma di maniglie con protezione antibatterica (Antigerm) – proposte da Reguitti e presentata in anteprima a Milano al Made Expo di ottobre – trattate per offrire una copertura totale nel tempo su un accessorio che, come sappiamo, è uno dei maggiori veicoli di trasmissione batterica. Il trattamento utilizzato è basato su ioni d’argento che vengono rilasciati lentamente e sono in grado di uccidere e impedire lo sviluppo di virus e batteri. Sicuri per l’uomo, gli ioni d’argento penetrano attraverso le pareti degli organismi dei batteri attaccando il Dna, bloccando sia la riproduzione, sia la respirazione della cellula. 650 specie diverse, tra batteri (Legionella, MRSA, Escherichia Coli e Salmonella… ), virus, muffe, alghe su cui la protezione agisce, riducendone significativamente il livello. E una mano alla protezione dai batteri viene anche dall’applicazione sulle pavimentazioni di speciali vernici all’acqua antibatteriche. Come è stato fatto, recentemente, da “Rita”, un grande self service milanese del gruppo Cirfood (quelli di Pastarito e di Piazza del Sole). Sul parquet di rovere molto usurato dal tempo e dal grande calpestio (si servono 600 pasti al giorno), dopo la stuccatura con un prodotto all’acqua e una mano di fondo (sempre all’acqua) sono state applicate due mani di vernice antibatterica (Ecostar 2K di Chimiver). Questa nuova vernice inibisce al 98% la proliferazione batterica, con azione nel tempo: il tutto certificato secondo la norma Iso 22196:2007.

Ecologia e risparmio energetico

L’aspetto del consumo energetico per un albergo non è certo trascurabile, anche nell’ottica generale europea che, visto il costo di combustibili ed elettricità (e petrolio e gas naturali non sono inesauribili), ha indicato il pacchetto 20-20-20: entro il 2020 una riduzione del 20% delle emissioni inquinanti da combustibili fossili e un traguardo di almeno il 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili sul totale del fabbisogno. Se si pensa che gli alberghi costruiti vent’anni fa mediamente consumavano (di energia termica ed elettrica) 200 kWh per mq all’anno e oggi, con metodi di progettazione nuovi e materiali tecnologici, si realizzano hotel con consumi inferiori ai 20 kwh per mq per anno, la strada per la riduzione dei consumi energetici è ben avviata. Inoltre, se ancora la clientela non dimostra una grande inclinazione a spendere di più per soggiornare in una struttura maggiormente “ecologica”, è anche vero che, a parità di prezzo, la sceglie. Come può una struttura essere “ecosostenibile”? Può agire sul fabbisogno di energia termica (riscaldamento e climatizzazione), può autoprodurre energia elettrica (impianti fotovoltaici o a microgenerazione) e si può ridurre il fabbisogno energetico ponendo attenzione all’isolamento termoacustico, facendo ricorso alla domotica e ai sistemi di controllo elettronici. Nel prossimo futuro sarà molto apprezzato il solare termico, che sfrutta l’energia solare per produrre acqua calda, già ampiamente utilizzato all’estero, dove è usato anche per raffreddare (sistemi “solar cooling”). A Praga, per esempio, come riferisce Riccardo Battisti - esperto di fonti energetiche rinnovabili, risparmio energetico e valutazione degli impatti ambientali dei prodotti e servizi secondo il ciclo di vita (LCA), e attualmente segretario generale dell’Associazione italiana solare termico (Assolterm) - l’Hotel Duo, di 647 camere, ha installato 536 mq di collettori solari sottovuoto, in grado di generare circa 270 MWh di energia termica ogni anno. Di questa, il 61% è destinata al raffrescamento dei locali e copre il 66% del fabbisogno totale per il raffrescamento degli ambienti. E qualche incentivo per l’Italia c’è: per il DLgs. n. 169 - Decreto Romani – si può godere di un’incentivazione con un sistema di “conto energia” simile a quello per il fotovoltaico, che corrisponde a una cifra per ogni kWh prodotto dall’impianto (entità e modalità saranno in vigore all’inizio del 2012). Anche il sistema delle pompe di calore ad assorbimento è molto promettente: la loro caratteristica è che possono “captare” fi no al 75% dell’energia che serve al loro funzionamento direttamente dall’ambiente (dall’aria esterna, dall’acqua, secondo la tecnologia utilizzata): il resto deve derivare da una fonte esterna, in genere la rete elettrica. Nelle pompe di calore “ad assorbimento di metano” le pompe sono alimentate a gas metano e a energie rinnovabili, il liquido speciale usato per immagazzinare e cedere calore non passa in un compressore ma in un apparato alimentato a gas, composto da un assorbitore e da un generatore (che è in sostanza un bruciatore con la funzione di far evaporare il fluido, che viene poi immesso in un ciclo simile a quello della pompa di calore elettrica). Quando il fluido viene trasformato in vapore assorbe calore, mentre quando torna allo stato liquido cede calore. Il risparmio? Sulle spese di riscaldamento è del 40%, le tonnellate di CO2 risparmiate all’anno sono 4,2 e gli incentivi comprendono la detrazione del 55% per l’installazione di un impianto a pompe di calore.

Tecnologia e risparmio: dalla casa all’hotel

La domotica (dal latino domus, casa), scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie che possano migliorare la qualità della vita nella casa e negli ambienti antropizzati, richiede l’apporto di molte tecnologie e professionalità, tra cui ingegneria edile, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni e informatica. E sta acquisendo molta importanza dal punto di vista del risparmio energetico: per esempio, sensori esterni e centraline meteo adattano l’edificio alle condizioni climatiche, abbassando automaticamente le tapparelle o le tende quando il sole colpisce una finestra o se la camera è vuota, evitando così sprechi. Dalla casa a un edificio più complesso il passo non è poi così lungo, con la building automation o "automazione degli edifici". L’edificio intelligente, con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici (climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti informatiche e delle reti di comunicazione, allo scopo di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la sicurezza, il risparmio energetico degli immobili e per migliorare la qualità dell’abitare e del lavorare all’interno degli edifici.

Camere d’albergo... futuribili

Per le previsioni su che cosa potrà offrire una camera d’albergo in un futuro, neppure troppo lontano sono stati chiamati in campo i “futurologi”. Nel 2030, infatti, secondo un recente studio di Ian Pearson per i budget hotel della catena britannica Travelodge (“The 2030 Future of the sleep Report”, www.travelodge.co.uk) gli ospiti avranno la possibilità di vivere esperienze di realtà virtuale e controllare la posta elettronica attraverso speciali lenti a contatto. Grazie a sensori posti negli indumenti per la notte sarà possibile monitorare il proprio stato di salute, la pressione sanguigna o il livello di stress. Un sofisticato sistema di sveglia, in grado di registrare l’attività elettrica cerebrale, assicurerà all’ospite un magnifico sonno, perché durante il riposo potrà vivere praticamente una “seconda vita” e grazie a programmi di “dream management” imparare una seconda lingua o studiare. Le dotazioni della camera del futuro: il pillow talk, cuscino dotato di microfoni e sensori elettronici che consentirà all’ospite solitario di chattare e contemporaneamente sottoporsi a un check up del sonno; il virtual office: con un click la camera si trasformerà in un ufficio, con video monitor e webcam al posto delle pareti.

Un pizzico d’arte…

Meraviglie tecnologiche, d’accordo, però una tendenza che potremmo dire consolidata negli hotel di lusso è quella di esporre opere d’arte e consentirne così la fruizione agli ospiti. E non solo per un’esposizione temporanea, che è ormai una tendenza piuttosto generalizzata per tutti gli alberghi: in questo caso si parla invece del mondo degli art hotel, dove è l’architetto che fa dell’ambiente una vera e propria installazione, che può essere temporanea oppure permanente. Ovvio che se sono installazioni durature, l’approccio dell’architetto deve prevedere spazi progettati ad hoc, illuminazione di conseguenza... e così via. Questione di budget o di cultura? All’estero le municipalità obbligano a investire un’aliquota pari all’1% del budget in opere d’arte… In Italia non se ne parla molto… È vero che l’incidenza sul costo non è poca: l’allestimento di un’opera d’arte può far aumentare il budget previsto per gli arredi dal 5 al 10%. Però si può scegliere tra un grande numero di proposte, purché si leghino bene al contesto in cui sono inserite: dalle fotografi e d’autore alle video installazioni, dal pezzo d’antiquariato a un più accessibile modernariato. Oltre al budget, quindi, spazio alla fantasia… e – si spera – alla vera cultura e al buon gusto.

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