Migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore delle pulizie, servizi integrati e multiservizi sono scesi questa mattina in piazza per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto ormai da più di 6 anni. Delegazioni sono arrivate da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nazionale, iniziata verso le 9 del mattino in piazza Bocca della Verità, a Roma.https://twitter.com/fisascat/status/1134374079094542336Per l’intera giornata lavorativa di oggi, le sigle sindacali Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltrasporti UIL hanno indetto uno sciopero nazionale..I sindacati denunciano il mancato rinnovo, da oltre sei anni, del contratto nazionale di lavoro — scaduto il 30 aprile 2013 — per le imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi. Un settore che impiega circa 600mila lavoratori in tutta Italia, per un valore di mercato di oltre 135 miliardi di euro.Sono loro – sottolineano i sindacati – che, svolgendo servizi essenziali, permettono tutti i giorni di utilizzare ospedali, scuole, tribunali, uffici, banche, poste, caserme, ecc. Lavoratrici e lavoratori che hanno pagato pesantemente la crisi con la riduzioni dei contratti individuali e l’angoscia di vedere a rischio il proprio posto di lavoro ad ogni cambio di appalto.Il comparto è particolarmente esposto alle logiche che regolano i servizi in appalto – massimo ribasso e dumping contrattuale – con ripercussioni inevitabili sui livelli occupazionali e retributivi. Una situazione destinata a peggiorare con il decreto “sblocca cantieri”, che ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione e allarga il ricorso al subappalto senza indicazione dei subappaltatori. “Con queste modifiche le lavoratrici e i lavoratori si troveranno da una parte con tagli sugli orari di lavoro e dall’altra, per effetto dell’allentamento dei controlli sui subappalti, rischiano di diventare un ingranaggio di un sistema criminale”.L’unione della protesta per il rinnovo del contratto e contro lo “sblocca cantieri” è resa esplicita soprattutto dalle sigle afferenti alla CGIL, e ancora di più dopo l’annuncio, da parte del Ministro dell’Interno Salvini, di voler sospendere il Codice degli Appalti per due anni. “Un’idea inconcepibile e pericolosa, che ci riporta indietro di anni”, secondo la segretaria generale Filcams Maria Grazia Gabrielli.Pochi giorni fa il confronto tra i sindacati e le principali associazioni di settore si è interrotto. Con un comunicato congiunto, ANIP-Confindustria, Confcooperative, Legacoop, AGCI hanno preso atto della decisione delle organizzazioni sindacali, che imputavano alle controparti la volontà di ottenere un “peggioramento del trattamento normativo ed economico dell’istituto della malattia.” Rappresentazione che, secondo le associazioni di settore, “non corrisponde al vero.”https://twitter.com/fiomnet/status/1134379142185725952“È un’assurdità, dopo oltre 6 anni di continue scomposizioni e ricomposizioni delle loro delegazioni, di inaccettabili proposte di rinnovo economico, eccoli accusare le organizzazioni sindacali di essere state contrarie all’uso anomalo dell’istituto della malattia” — ribattono con un comunicato congiunto le sigle sindacali. “Una proposta che, però, nascondeva il vero obiettivo: non pagare i giorni di carenza malattia recuperando ancora una volta soldi dalle tasche dalle lavoratrici e dai lavoratori.”“Stiamo parlando – si legge in un’altra nota di Filcams CGIL – di lavoratori invisibili, ma indispensabili per la nostra società. Svolgono servizi essenziali e ci permettono di utilizzare tutti i giorni ospedali, scuole, tribunali, uffici, banche, poste, caserme. La crisi degli ultimi anni, i continui cambi appalto, spesso al massimo ribasso, e le tante forme di corruzione, hanno portato a una continua diminuzione di diritti, ore di lavoro e di conseguenza di salario”.Articolo aggiornato: venerdì 31 maggio, ore 12.00